“All’ombra di Canaletto. Paesaggi e “capricciose invenzioni” del Settecento veneziano” porta, fino al 17 settembre 2023, le atmosfere passate (con qualche critica) della città lagunare al Museo Eremitani di Padova
Scoprire e visitare Venezia, non sul posto, ma a qualche chilometro di distanza, precisamente a Padova: nessun artificio tecnologico e digitale, ma un vero e proprio salto indietro nel tempo, tra i canali, gli scorci di una Venezia settecentesca. Questo itinerario è possibile grazie all’arte e ad un’esposizione che, nella sua titolazione, definisce già il tema e i suoi protagonisti, All’ombra di Canaletto. Paesaggi e “capricciose invenzioni” del Settecento veneziano.
La mostra, curata da Federica Spadotto, è organizzata e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Un evento che raccoglie i lavori e le opere provenienti da varie collezioni pubbliche e private e, in modo particolare, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dal Museo Revoltella di Trieste, dal Museo Civico di Palazzo Chiericati di Vicenza, dalle collezioni del Museo d’Arte Medievale e Moderna dei Musei Civici di Padova.
Gli ingredienti di questo immaginario salto sono loro. Uno dei più importanti vedutisti veneti del Settecento, Giovanni Antonio Canal o, semplicemente, Canaletto, una serie di altri artisti inediti e lei, la Venezia passata, lontana, ritratta dal vero ma anche immaginata, sorta dai sogni e dalle visioni di chi la visse e l’amo in quegli anni.
82 opere in tutto per riportare il passato alla luce e, con esso, un gruppo di artisti che ha colto particolari, angoli, vedute, i colori tipici di Venezia e dell’aria che a quel tempo si poteva respirare. Ricchezza, agio, combinati con i venti dei grandi cambiamenti che di lì a poco si sarebbero scatenati (il trattato di Campoformio del 1797, di fatto, segna la fine della Repubblica veneziana, consegnando la città all’Austria). Il periodo fulgido dei grandi traffici e della prosperità di chi se la poteva permettere con, accanto, la presenza dell’inevitabile discesa e il lento declino.
Esposti a Padova, si ritrovano, perciò, vie e canali, architetture, palazzi, piazze, paesaggi, nature, campagne come fotogrammi di istanti quotidiani, ordinari eppure capaci di raccontare un particolare di quel tempo, uno stato d’animo. Canaletto, in questo, è maestro e le sue opere danno un’immagine di Venezia quasi reale, una cronaca illustrativa di quello che era e di ciò che la popolava.
Accanto a quest’artista, la mostra All’ombra di Canaletto. Paesaggi e “capricciose invenzioni” del Settecento veneziano affianca una serie di altri autori: Francesco Zuccarelli, Luca Carlevarijs, Francesco Guardi, i meno conosciuti e alcuni quadri mai esposti di Giovan Battista Cimaroli e Giacomo Guardi. A questo riguardo, è doveroso riportare, a titolo informativo, la contestazione, sollevata dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, sull’autenticità di alcuni dipinti; una polemica, scoppiata nelle recenti settimane, che ha già portato al ritiro di un’opera dall’esposizione e che proseguirà con eventuali accertamenti.
Polemiche e prese di posizione diverse apparte, le opere, nel loro insieme, formano un ampio puzzle di tanti pezzi cittadini, esistenti ed esistiti ma anche immaginati, inventanti per il puro piacere di consegnare ai visitatori una città superba, sognante, senza fine. Il concetto di “falso”, dopotutto, rientra nello stesso percorso artistico proposto.
Si intersecano, allora, dipinti realizzati per il pubblico e quelli destinati alle case private, tra realtà e immaginazione, aderenza e “capricci”, appunto, intenzionali.
È grazie agli elementi naturali e paesaggistici che scatta la comprensione e la visione di una città che, nella sua storia, ha conosciuto trasformazioni e vittorie, declini e rinascita in forme diverse. Si intravedono i graduali passaggi, i cambi del tempo e l’idea, i pensieri di coloro che l’hanno abitata, l’hanno conosciuta e l’hanno voluta restituire in forme disparate.
Colori e atmosfere, colonne e archi, persone comuni, cieli e acque in dialogo sulla stessa tela, riflessi di un tempo che fu; scenari e sentimenti che sembrano essere i preludi di quello che scriverà di seguito Ugo Foscolo, in riferimento alla cessione di Venezia, ne Le ultime lettere di Jacopo Ortis: “Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia.”
Nonostante la controversia sui falsi e le discussioni tra figure istituzionali e accademiche su fronti opposti, quella al Museo Eremitani di Padova è una proposta immaginativa affascinante, ricca di vita e di storia che non perde il suo spirito e il suo obiettivo: la vita a e di Venezia, tra pittori e ambienti inconsueti, la storia di un tempo passato che ancora oggi può stupire ancora.
In fondo, nel presente come nelle epoche passate, gli effetti che si percepiscono, nella Venezia reale o immortalata dalla tela, inventata e ritratta, restano sempre quelli: la meraviglia, il sogno, la bellezza dei suoi angoli e dei suoi spazi aperti.
“All’ombra di Canaletto. Paesaggi e “capricciose invenzioni” del Settecento veneziano”
Museo Eremitani, Piazza Eremitani 8 – Padova – 06 Maggio 2023 – 17 Settembre 2023 – Orari: tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00