Corinaldo in danza: intervista a Patrizia Salvatori

Torna anche quest’anno, come da tradizione, il “Festival di Danza Urbana” nel suggestivo borgo di Corinaldo. Questa sera, al via, il magico connubio tra danza e urbe nella consolidata Direzione Artistica di Patrizia Salvatori.

Alla sua nona edizione, il “Festival di Danza Urbana” vede il borgo dalle architetture trecentesche prendere vita in un progetto di Archeodanza, ardentemente sentito e voluto da Patrizia Salvatori e dall’associazione Gruppo Danza Oggi da lei fondata. Un progetto, il suo, che ha come obiettivo di diffondere la cultura su scala internazionale.

Due serate, quella di questa sera (7 luglio) e di domani (8 luglio) che vedranno un profondo e magico dialogo tra l’arte coreutica ed il territorio (la sua storia, le sue tradizioni, la sua natura, le sue radici). All’alba dell’apertura del Festival, abbiamo avuto così occasione di un interessante confronto con la Mater Natura di questo progetto, Patrizia Salvatori.

“Festival di Danza Urbana” di Corinaldo – VIII ed.

Il prossimo 7 luglio avrà inizio la nona edizione del “Festival di Danza Urbana”, che vede come palcoscenico la cittadina di Corinaldo. Come nasce l’idea di connettere l’arte coreutica con il territorio marchigiano?

Nasce da una sfida ed una constatazione. Arrivai a Corinaldo programmata da Amat e fui stregata dalla storia che traspare in ogni pietra ed insieme dalla richiesta di nuovo e di “domani” che in ogni attimo io sento. Così si declina un binomio che sentiamo chiaro ed impellente: tradizione ed innovazione; essere nel domani con la forza del passato. E nulla è più chiaro della “strada”; vicoli, piazzette improbabili, continui teatri duri ed accoglienti solo dopo la diffidenza… un territorio a misura d’uomo dal paesaggio unico.

La scorsa edizione fil rouge del Festival è stato il tema del doppio e del corpo allo specchio. Quale quello di questa edizione che si appresta ad iniziare?

Un grande tema guida il triennio di programmazione del Gruppo Danza Oggi che viene declinato in ogni azione, che sia laboratoriale o di spettacolo ed ancor più nel Festival. Paesaggi, radici, comunità: paesaggi che sono l’ambiente che circonda e nutre, ma è anche il corpo dei danzatori che in essi si integrano o ne spiccano con prepotenza. Radici che sono quella forza che ti tiene piantata in terra pronto a lottare ed accompagnare la vita e l’anima nel passare del tempo. Comunità perché poco vale quella lotta, quella ricerca, quella sfida se non ci si confronta con gli altri; se non si riesce ad essere gruppo sano e festosamente vitale. Così, la declinazione tritematica sta guidando i nostri passi artistici di produzione; quelli di programmazione e il dono reciproco nella relazione col pubblico.

Questa edizione vede oltretutto omaggiato il Maestro Fellini. Vi è una spinta drammaturgica dietro questa scelta?

Difficile dire che dietro ad una scelta artistica tanto netta non ci sia una spinta drammaturgica; quindi certamente tanto più perché la bellezza degli artisti impegnati nell’attività 2022-24 hanno questa forza curata come una piantina che cresce ed una parte del mondo felliniano toccando il candore delle anime pure, il sogno, l’irreale, il possibile, l’immaginazione crea una relazione emozionale che credo fermamente sia una bisogno profondo da soddisfare come cibo dell’anima da nutrire ancor più del corpo di bellezza ed armonia.

“Festival di Danza Urbana” di Corinaldo – VIII ed.

Oggi è sempre più diffusa la “tendenza” a scardinare i tradizionali confini entro i quali l’arte si è sempre custodita, entrando in diretta connessione con il territorio circostante. Crede che questo sia il giusto strumento per coinvolgere un pubblico sempre più ampio?

Strana vita quella dell’essere umano che si muove in una circolarità dei corsi e ricorsi! Sento fortemente chi si ha bisogno di rincontrarsi in terreni “altri”, non perché il teatro non sia l’architettura mistica migliore; ma perché qualcosa si è scollegato; ha fatto un cortocircuito da sanare. Troppi steccati in un’apparente disinvoltura che hanno separato artisti e pubblico sempre più allontanato da preconcetti e pregiudizi. Almeno in strana vieni sorpreso dalla magia performativa e dal benessere del godimento piacevole. Questo diventa, quindi, un modo per effettivamente avvicinare anche altri improbabili appassionati ed ignari coinvolgibili.

Quest’ultima edizione del “Festival di Danza Urbana”, vede un rafforzamento nelle interazioni con realtà locali. Vi sono in serbo possibilità di un allargamento dei confini interazionali tali da ampliare, al di fuori del territorio locale, il suo progetto di Archeodanza?

Dopo un triennio così complicato, ritrovare le connessioni è necessario quanto crearne di nuove, anche ardite. Ed è questo fil rouge che ha guidato la programmazione del Festival. Ne siamo molto felici anche perché l’entusiasmo è contagioso e da un passo seguono tanti cammini nuovi ed inaspettati.Archeodanza – beauty in the beauty” è un format del Gruppo Danza Oggi ed una visione che si replica e si declina nella territorialità regionale e che ha dato modo di illuminare l’incrocio tra la creazione artistica ed il prodotto di eccellenza attraverso il linguaggio della danza fisica ed emozionale degli artisti del GDO che mettono passione ed anima a partire da Ilenja Rossi, autrice delle coreografie della compagnia GDO/UDA, dal poetico linguaggio Urban ai performer Maria Olga Palliani e Nicola Migliorati; alla Osimana Monica Castorina, protagonista del cortometraggio realizzato per “Dubai Expo2020” per MARCHE LAND OF EXCELLENCE. Quindi, come la tradizione porta in sé, l’innovazione – così il rapporto fecondo con il territorio – alimenta la mobilità che fa crescere artisti e management nel confronto reciproco con il diverso; l’altro. La mia valigia è sempre pronta e l’adrenalina anima il cuore ed i passi!

Ringraziando la Direttrice Artistica Patrizia Salvatori, non ci resta che dare il via alla nona edizione del “Festival di Danza Urbana” che vedrà i vicoli, le piazze, le architetture di Corinaldo farsi palcoscenico di nuovi e contemporanei linguaggi corporei.