Grazie, Marinelli. Il grande rilancio del Teatro di Roma

«Una stagione di rilancio per il Teatro di Roma». Con queste parole il Commissario straordinario uscente, Giovanna Marinelli, apre la conferenza stampa per la presentazione del prossimo cartellone 2023-24 che vedrà operativi i palcoscenici dell’Argentina, dell’India e del Torlonia. Un importante incontro con la stampa, ma con pochi attori presenti, nel piccolo e suggestivo cortile del Burcardo: «Uno spazio ora molto significativo», che già rappresenta concretamente il progetto di accorpare la storica biblioteca (chiusa dal 2017) alla nuova Fondazione del Teatro di Roma. Si presuppone quindi che le sale della più preziosa biblioteca e museo teatrale nazionale potranno essere presto riaperte al pubblico. «Non c’è bisogno nemmeno di grandi opere di ristrutturazione – puntualizza l’Assessore alla cultura di Roma capitale, Miguel Gotor – basterebbe soltanto un intervento delle amministrazioni». Ambigua dichiarazione di un politico di ruolo che non aiuta a far chiarezza! Come al solito è sempre la confusione della burocrazia – che non ha nulla a che vedere con il mondo attivo dell’arte e della cultura – a dettar legge sui tempi delle «cose belle» che Roma potrebbe offrire ai suoi cittadini nonché ai turisti più dotti.

E speriamo che lo stesso concetto non accompagni anche la notizia più eclatante: la riapertura del Teatro Valle, sempre annunciata da Gotor. «I lavori di ristrutturazione sono avviati – dice – e avranno una durata di circa 18 mesi». Dopodiché? Il Valle – lo ricordiamo – dopo la soppressione dell’Eti, nel maggio del 2010, chiuse il sipario; e nel 2011 fu occupato da un gruppo di attivisti che lo tenne in ostaggio fino al 2014. Quindi fu affidato a Roma Capitale, ente che ancora oggi, sempre grazie alla burocrazia, mantiene strette le chiavi dei lucchetti. Il nostro augurio, naturalmente, è che tali gioielli del passato e della cultura mondiale possano risplendere quanto prima e tornare alla loro attività artistica e intellettuale.

In effetti si è parlato poco del cartellone vero e proprio. Non si sono nemmeno fatti troppi nomi, eccetto i più appetibili: Gabriele Lavia che porterà un Goldoni poco frequentato dal titolo «Un curioso accidente»; Massimo Popolizio sarà presente con «L’albergo dei poveri» di Gor’kij; Silvio Orlando, in scena con «Ciarlatani» di Remón; Luca De Fusco finalmente sbarcherà sulla piazza di Roma con il pirandelliano «Così è (se vi pare)»; Antonio Latella si cimenterà nella regia della «Locandiera», classico dei classici. Il programma, anzi i programmi (il plurale è d’obbligo) è già consultabile sul sito del Teatro di Roma.

Per l’Argentina, che aprirà il sipario il 23 settembre con «Lo zoo di vetro» per la regia di Ivo van Hove, con Isabelle Huppert, si può consultare https://www.teatrodiroma.net/doc/8131/cartellone-argentina

Per l’India, cancelli aperti il 12 ottobre con uno spettacolo di Eleonora Danco, https://www.teatrodiroma.net/doc/8140/cartellone-india

D’altronde si capisce bene il motivo di questa «anomalia» che, dopo un lungo e travagliato periodo di commissariamento, annuncia finalmente il ritorno alla «normalità». Lo conferma con la chiarezza che le compete la Marinelli con un gran sorriso beneaugurante, conscia di aver terminato il suo difficile mandato che ha segnato un percorso di cambiamento iniziato nel novembre 2021 con l’incarico di Commissario straordinario all’avvocato Gianluca Sole, «a cui va il mio ringraziamento – tiene a precisare – insieme a tutte le maestranze del Teatro nazionale di Roma che da poco ha completato la trasformazione da Associazione a Fondazione, dotandosi di un modello giuridico più idoneo al raggiungimento dei propri obiettivi culturali».

Il panorama è vasto e stimolante, e stavolta è il popolo di Roma che ringrazia: con 60 titoli, di cui 23 produzioni e 34 ospitalità, prevede altresì una rassegna sulla danza contemporanea in collaborazione con Romaeuropa che proietta la Fondazione sul palcoscenico internazionale. E la Marinelli annuncia un fiore all’occhiello: «Possiamo ospitare, festeggiare e onorare il 60° compleanno del Odin Teatret di Eugenio Barba». Poi ci sono i progetti performativi per favorire il contrasto alla povertà educativa minorile: il Festival del nuovo circo contemporaneo Circoinfest che si terrà a giugno prossimo nell’area esterna dell’India; la Rassegna Contemporaneo Futuro curata da Fabrizio Pallara. E percorsi culturali alternativi, il ciclo Luce sull’Archeolgia: non dimentichiamo che «l’Argentina sorge sulle rovine dell’antica Curia Pompei», dove si tenevano le riunioni del Senatus. Non mancherà una divulgazione scientifica di Gabriella Greison, «Quando la scienza fa spettacolo». Scorrendo il programma, l’occhio si ferma sulla coppia formata da Piero Maccarinelli e Stefano Santospago. Il regista, attuale direttore artistico del Parioli, si confronterà con «La casa nuova» di Goldoni, operazione che vedrà impegnati gli allievi della l’Accademia «Silvio d’Amico» che affiancheranno l’attore, interprete di Zio Cristoforo.

Il periodo di normalità si preannuncia ricco di eventi interessanti, dunque. Un solido testimone che a breve passerà nelle mani delle nuove cariche dirigenziali. Giovanna Marinelli saluterà il teatro di via dei Barbieri entro i primi giorni del prossimo luglio, quando saranno incaricati i membri dell’assemblea che presumibilmente a settembre eleggeranno il nuovo consiglio d’amministrazione che dovrà poi nominare il prossimo direttore del Teatro di Roma.

A tal proposito, una piccola considerazione. Il teatro è anche fatto di sensazioni. Quest’anno la cerimonia delle scelte delle terne per gli ambiti premi delle Maschere del teatro, manifestazione ideata da Luca De Fusco, s’è tenuta al teatro Argentina (non era mai successo, mi pare). Alla conferenza stampa il regista, attualmente direttore artistico in quel di Catania, era seduto in prima fila. Se la coincidenza non tradisce la sensazione, il mio personale augurio va a De Fusco per una prossima elezione di prestigio: sarebbe l’uomo giusto al posto giusto.

Foto di copertina: Il Cortile del Burcardo