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Man Ray: 60 anni di opere in mostra a Genova

Sono oltre trecento le opere che al Palazzo Ducale di Genova raccontano il lavoro e la vita di un genio del Novecento, Emmanuel Radnitzky, in arte Man Ray. La mostra “Man Ray. Opere 1912-1975” è prodotta da Suazes e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, a cura di Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, ed è visitabile fino al 9 luglio 2023.

Anche se il suo nome è legato alla fotografia, essendo noto come uno dei più grandi fotografi del secolo scorso, Man Ray è stato anche pittore, scultore e regista d’avanguardia: nella mostra ospitata a Palazzo Ducale viene ripercorsa l’intera evoluzione della sua poetica, caratterizzata fin dagli esordi dall’ironia, dalla sensualità e dalla volontà di sperimentare, di rompere gli schemi e creare nuove estetiche.

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Man Ray, Lacrime di vetro, 1932

Fra fotografie, disegni, dipinti, sculture e film, provenienti da collezioni nazionali e internazionali, la mostra accompagna il visitatore attraverso un percorso cronologico e biografico ripercorrendo le tappe fondamentali della vita di Man Ray (nato a Filadelfia nel 1890 e morto a Parigi nel 1976).

A dare il via al percorso espositivo è una serie di autoritratti dell’artista, nei quali è già palesata quell’idea di corpo che sarà centrale in tutta la sua produzione. Alle opere dell’artista sono affiancati ritratti di Man Ray realizzati da altri protagonisti del mondo artistico dello scorso secolo, fra cui Andy Warhol, David Hockney e Giulio Paolini.

L’esposizione continua con una sezione dedicata al periodo in cui Man Ray ha vissuto New York e le opere nate negli anni, per poi lasciare spazio alla terza parte dell’esposizione interamente dedicata al rapporto con Marcel Duchamp: il grande artista, una delle voci più importanti delle avanguardie della prima metà del Novecento, fu difatti mentore e amico di Man Ray. Esposte in mostra si trovano due fotografie iconiche del XX secolo: La tonsure e Elevage de poussiére (entrambe del 1921). Il percorso espositivo prosegue con la sezione dedicata alle opere parigine.

Punto focale e peculiare sono senza dubbio le sezioni intitolate Corpo surrealista e Corpo, ritratto e nudo, che raccolgono le opere che indagano due temi fondamentali della ricerca di Man Ray: il corpo e la sensualità. In queste sezioni è raccolta la serie di fotografie nate dalla relazione con la ballerina e modella Juliet Browner, di cui è protagonista: 50 Faces of Juliet, realizzata tra il 1941 e il 1955.

La mostra offre lo spazio anche per apprezzare l’attività di Man Ray nel cinema d’avanguardia, con la proiezione di pellicole storiche come Le Retour à la raison (1923), Emak Bakia (1926), L’Étoile de mer (1928) e Les Mystères du château du dé (1929).

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Le violon d’Ingres

L’esposizione è ben studiata negli spazi e nella struttura, accompagna sia il visitatore che non conosce il grande artista alla scoperta della sua arte, sia il visitatore più “esperto” ad apprezzare i dettagli della sua lunga ricerca artistica. Viene dato infatti spazio a opere più note come  Le violon d’Ingres insieme alle sperimentazioni fra Rayografie, solarizzazioni, sovrimpressioni.