Quella tra fotografia e danza è una relazione in continua evoluzione; un processo inarrestabile e i cui confini sono difficili – se non impossibili – da delineare. Siamo, difatti, alla fine del 1800 quando il fotografo inglese Eadweard Muybridge inizia ad indagare il movimento attraverso lo strumento fotografico: una ricerca, la sua, che ci porta ad oggi a poter parlare di una fotografia della danza.
Lo scorso fine settimana nel foyer del Teatro del Lido si è tenuto il vernissage di quella che è ben più di una mostra fotografica: un non luogo dove fotografia e danza si incontrano; s’intersecano esplorando sentieri già percorsi e tracciandone di nuovi.
Curato da Samantha Marenzi, in collaborazione con Officine Fotografiche Roma e l’Associazione Culturale Le Decadi, Grafie del corpo nasce da un progetto di ricerca, sperimentazione ed indagine intorno la corporeità performativa e la fotografia rivelatasi – oltre che documento di studio o di ricognizione intorno la danza – un puro atto di creazione artistica.
Danza e fotografia: due ambiti artistici e di studio apparentemente distanti, ma che invece rivelano una profonda complementarietà. Il loro, un dialogo intrinseco fatto emergere dalla curiosità e da un’attenta osservazione di figure professionali ed artistiche entrate in dialogo tra loro, in particolar modo tra la curatrice e la performer Alessandra Cristiani. Un dialogo, che proprio nella sua inarrestabile evoluzione, ne rivela una profonda dinamicità materializzatasi, difatti, nelle fotografie dislocate sulle pareti secondo un approccio tipicamente warburgiano.
Grafie del corpo, pertanto, si identifica in un continuo traslamento tra il dentro ed il fuori; tra un corpo “relegato” nell’apparente fissità dell’immagine fotografica ed il suo “straripare” al di fuori di essa. Uno straripamento, questo, oltretutto materializzatosi nella raffinata performance di Alessandra Cristiani, che entrando in connessione con lo spazio circostante ha consegnato vitalità agli scatti che ritraevano i molteplici stati performativi.
Ma, se gli scatti esposti rappresentano l’esito di uno sconfinato progetto d’indagine dialogica; quello che è il loro processo generativo – ossia la liaison tra atto fotografico ed atto performativo – è proprio lì, davanti ai nostri occhi, che prende vita in un ancestrale dialogare svelando nuove (quasi distopiche) “grafie corporee”.
Grafie del corpo – pratiche della fotografia e della performance
A cura di Samantha Marenzi
Con Officine Fotografiche Roma e Ass. Cult. Le Decadi
Performer Alessandra Cristiani
Opere di Giovanni Contese, Giovanni Elia, Cristina Latini, Luigi Marangio, Gianni Rauso, Stefano Scherma
Teatro del Lido – dal 6 maggio al 4 giugno