Se chiedessimo ad un turista straniero di elencarci quali città italiane conserva nel suo immaginario per arte ed architettura, troverremmo risposte ricorrenti e alquanto scontate: Roma, Venezia, Firenze, Napoli, Milano la farebbero da padrona, insieme a molte altre località disseminate dal nord al sud della penisola. Difficilmente, però, troveremmo qualcuno che possa citare Genova. Eppure nel cuore della Superba sorgono quarantadue palazzi nobiliari appartenuti alle più illustri famiglie aristocratiche della Repubblica, conosciuti come i Palazzi dei Rolli, ed inseriti nel 2006 nel Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Dal 2009 questi edifici, insieme ad altri importanti simboli della città, sono visitabili durante gli eventi loro dedicati, i Rolli Days, che si sono tenuti quest’anno dal 28 aprile al 1 maggio.
I palazzi, insieme all’impianto urbanistico di Strada Nuova, Strada Nuovissima e delle vie circostanti, furono fatti edificare tra il ‘500 e il ‘600 dalle casate che governavano politicamente ed economicamente la città (gli Spinola, i Brignole, i Doria, i Grimaldi, i Balbi solo per citarne alcuni) per fare sì che Genova, al suo apogeo, potesse primeggiare artisticamente ed architettonicamente con le capitali europee più importanti e conosciute. Per volere dell’ammiraglio Andrea Doria, questi immobili vennero, quindi, inseriti in liste apposite, i Rolli appunto, così da essere sorteggaiti per ospitare illustri visitatori e legati stranieri in visita nello Stato, quali sovrani, ecclesiastici e consoli.
Per questo motivo, le facciate variamente colorate e i giardini ricchi di fontane e sculture dovevano colpire la vista dei visitatori che venivano poi accolti in ambienti riccamenti decorati ed abbelliti per ospiti di tale rango. I palazzi, infatti, custodiscono affreschi e opere di famosi artisti ingaggiati dalle varie famiglie per decorare le proprie abitazioni e mostrare a tutti quale fosse il loro potere economico e politico, celebrando i successi diplomatici, mercantili e bancari contemporaneamente a lanciare moniti ai vicini e rivali.
Importantissima ed influente è la presenza nel capoluogo ligure ad inizio ‘600 di pittori fiamminghi, quali Antoon Van Dyck e Peter Paul Rubens: il primo esegue i ritratti degli esponenti di numerose famiglie nobiliari; il secondo, oltre ad operare lavorativamente, raccoglie in un libro i disegni degli esterni dei palazzi nobiliari. Il volume, intitolato “Palazzi di Genova“, viene pubblicato ad Anversa nel 1622 e, grazie ad esso, la città portuale diventa un modello ideale di bellezza per tutta l’Europa.
La presenza di maestri provenienti dalle Fiande influisce sulla scuola locale, che sviluppa negli anni a venire il filone definito barocco genovese, i cui esponenti vengono sistematicamente ingaggiti dai nobili committenti: gli affreschi e le tele di Domenico Piola, Gregorio De Ferrari, Luca Cambiaso, Bernardo Strozzi, Domenico Fiasella e Valerio Castello testimoniano come nella Repubblica si trovasse un terreno fertile per la fioritura di artisti di altissimo livello e notorietà.
L’oligarchia genovese era moltro attenta ed interessata a raccogliere, in ogni epoca, anche opere di pittori e scultori di gran lustro per ampliare le proprie collezioni come testimoniano, ad esempio, i Musei di Strada Nuova, che comprendono Palazzo Brignole Sale (Palazzo Rosso), Palazzo Luca Grimaldi (Palazzo Bianco) e Palazzo Niccolò Grimaldi (Palazzo Tursi), e la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola: nelle loro gallerie sono conservati, rispettivamente, l’Ecce Homo attribuito a Caravaggio, la scultura Maddalena Penitente di Canova e L’Ecce homo di Antonello da Messina.
Tuttavia, i Palazzi Rolli non sono rimasti immuni nel corso del tempo a modifiche, restauri ed adattamenti a nuovi utilizzi dettati da inediti contesti socio-economici ed urbani. Palazzo della Meridiana, Palazzo Gerolamo Grimaldi, è un esempio importante dei cambiamenti intercorsi durante i secoli. Divenuto propietà di Evan Mackenzie a inzizio ‘900, questi incaricò nel 1907 Gino Coppedè di ritrasformare l’edifico in locale uffici per l’assicuratore Lloyds, di cui era rappresentate. Gli interventi attuati furono ingenti e anche invasivi: il cortile esterno venne coperto da una vetrata in stile liberty e i porticati adiacenti decorati nello medesimo modo; il piano superiore presenta ancora gli affreschi di Luca Cambiaso ma l’intervento del Coppedè ha coperto gli affreschi sulle parti inferiori dei muri. Nel palazzo era inoltre presente una grotta artificiale che fu demolita per realizzare una nuova sala; della grotta rimane una ricostruzione virtuale in formato video.
I Palazzi sono risuciti, inoltre, a sopravvivere alle devastazioni delle guerre in più occasioni. Genova, infatti, fu bombardata diverse volte: nel 1684 da parte della flotta francese per via dei legami della Repubblica con la Spagna, nel 1849 dalle truppe Sabaude e nella Seconda Guerra Mondiale da parte delle forze alleate. Bisogna inoltre segnalare che molti di questi immobili sono stati acquistati, nel tempo, da enti privati o da enti pubblici che ne hanno trasformato le finalità d’utilizzo. Ben tre ospitano le sedi di fiali di Banche. Conoscendo un minimo la storia genovese, questo non può sorprendere poi più di molto. Alcuni stabili appartenuti alla famiglia Balbi e locati nell’omonima Via, sono diventate le sedi centrali dell’Università di Genova.
I Rolli Day si dimostrano quindi una grande occasione per la città di far conoscere il suo enorme patrimonio artistico, molto spesso sfortunatamente poco apprezzato, ad un pubblico sempre maggiore, sia italiano che straniero, facendo risaltare la propria unicità e mostrando per quale motivo Genova è stata una delle capitali mondiali del XVII secolo.
I Rolli Days sono un evento promosso e organizzato dal Comune di Genova in collaborazione con Camera di Commercio di Genova, Ministero della Cultura – Segretariato Regionale della Liguria, Associazione dei Rolli della Repubblica Genovese; Università degli studi di Genova. https://www.visitgenoa.it/rollidays-online/
Foto in evidenza di A. Falcone