È con “Tutto brucia” che Motus arriva sul palco del Teatro Nazionale di Genova, uno spettacolo nato e diretto da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande – i “genitori” della compagnia – e a dar voce alle sofferenze delle donne troiane sono Silvia Calderoni e Stefania Tansini con R.Y.F. (Francesca Morello) alle canzoni e musiche live. Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Ivo Chiesa il 3 e 4 maggio.
In una scena nera come i resti di ciò che è stato bruciato. Questa atmosfera lugubre accoglie la fine di una storia in uno spazio scenico dominato da ceneri e cadaveri e la voce di R.Y.F. accompagna l’urlo disperato delle donne di Troia. La guerra è finita, la città è stata distrutta, i figli sono stati uccisi.
Dalle viscere della terra arsa emergono due figure dall’umanità corrotta dalla sofferenza (Silvia Calderoni e Stefania Tansini) che si agitano riprendendosi dal torpore della morte che le ha sovrastate. E così che il lamento di chi è rimasto si eleva dove ormai nessuno può sentire, è un guaito che graffia l’anima, la disperazione di quando ormai tutto è perduto, bruciato.
Sin dal titolo, lo spettacolo evoca le parole di Cassandra nella riscrittura di Jean Paul Sartre delle “Troiane” di Euripide. Con “Tutto brucia”, Motus torna a raccontare la mitologia immergendosi negli animi di alcuni personaggi femminili: da Cassandra a Ecuba, e poi Elena di Troia, Andromaca, Polissena.
Ci sono così solo tre donne in scena, tre donne che testimoniano chi c’è stato, chi ha sofferto: Silvia Calderoni (di cui di recente abbiamo parlato in merito a Mdlsx) è madre, sorella, è forza primordiale, è bestialità e insieme a lei Tansini, che difende ancora la sua carica vitale, continuamente minacciata dal dolore latente ancorato a quella terra. La Morte è padrona.
L’abisso della morte è interrotto dai movimenti geometrici costretti dalle luci del neon (escamotage ricorrente della storia di Motus) andando a creare un continuo contrasto, fra buio e luce (il gioco di luci è a cura di Simona Gallo), morbidezza del velo della morte che cerca di catturare chi è rimasto e rigidità luminosa che è ora vessillo, ora arma, ora riparo.
Il dolore porta le protagoniste di questa tragica scena in un continuo cambiamento: sono bestie, pietre, acqua, sabbia, la vita che si sgretola.
Porto il lutto per i figli morti in guerra
Per le donne fatte schiave
Per la libertà perduta
Oh amate creature, tornate, venite, venite a prenderci!
“Tutto brucia” è una messinscena costruita con una drammaturgia (a cura di Ilenia Caleo) che richiama finemente e dolorosamente alla tragedia, mostrandola come il palese risultato di una ricerca minuta e approfondita.
Vedere Silvia Calderoni in scena è sempre un’esperienza di vita, un momento che rimane fisso in uno spazio del cuore (almeno per la sottoscritta). In questa occasione, insieme a Stefania Tansini, entrambe le attrici-performer mostrano una plasticità fisica e uno studio del corpo talmente efficaci da trasmettere la sofferenza della narrazione in ogni singolo movimento, essenziale per rendere così ricca di pathos la narrazione.
L’intera rappresentazione è testimone dell’innovativo e rivoluzionario meccanismo che muove la compagnia da oltre trent’anni, un armonico e devastante colpo all’animo dello spettatore che ripenserà a quanto visto per giorni.
“Ecuba esce – vuoto”. Applausi interminabili, riprendersi sarà difficile. Difatti, alla fine dello spettacolo la sensazione di smarrimento è generale, talmente forte è l’impatto del racconto e del dolore, quel che si percepisce è l’esortazione condivisa: «Possiamo combattere per i diritti dei nostri corpi, ma gli stessi corpi per i quali combattiamo non sono quasi mai solo nostri: il corpo ha una sua imprescindibile dimensione pubblica».
TUTTO BRUCIA
ideazione e regia Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande
con Silvia Calderoni, Stefania Tansini e R.Y.F. (Francesca Morello) alle musiche
testi delle lyrics Ilenia Caleo e R.Y.F. (Francesca Morello)
ricerca drammaturgica Ilenia Caleo
foto in evidenza @Luigi Angelucci