Tetro: Joker tra bene e male

Un gioco di contrasti, di luci e di ombre, per la regia di Antonio Sinisi, si agita nel cuore di Torpignattara. E un dubbio incalza: cos’è normalità e cos’è follia?

Fortezza Est è un posto dove cura, ricerca e curiosità non mancano mai. È lo spazio nel cuore di Torpignattara che dal 4 al 6 maggio ospita lo spettacolo TETRO per la regia di Antonio Sinisi con in scena Gabriele Linari.

Un lavoro teatrale che trae spunto da “The Killing Joke”, un comic novel scritto da Alan Moore e disegnato da Brian Bolland edito nel 1988.

Rilasciato ancora una volta dal manicomio di Arkham, Joker intende dimostrare la sua teoria:
a dividere una persona sana di mente da uno psicopatico è solo una pessima giornata. E le sue cavie sono il miglior poliziotto di Gotham, il commissario Jim Gordon, e sua figlia Barbara. A Batman l’arduo compito di fermare il suo nemico prima che dilaghi il terrore.

Sul palco una riflessione profonda, velata da una punta di ironia, su uno dei temi sempre in voga, ancor di più oggi: l’affascinante contrapposizione tra bene e male, confine labile che fa da spartiacque tra ciò che viene definita normalità e ciò che viene additata come follia.

Una scenografica unica, scarna. Alcuni oggetti, significativi e funzionali. Un uomo solo, che in un monologo non monologo dà voce agli innumerevoli volti dell’essere umano. Un uomo solo che è la somma di tutto e mette in atto l’ambivalenza con vibrazioni vocali, cambi di ritmo del corpo, servendosi talvolta dei pochi elementi presenti sulla scena.

È il buio, per alcuni istanti, a creare paradossalmente il contesto ideale per catalizzare l’attenzione dello spettatore. Consente alla tensione di serpeggiare facendo scivolare il pubblico in una riflessione insieme all’uomo dalle tante sfaccettature, in un’oscurità condivisa.

Un lavoro di non poco conto quello di inchiodare gli spettatori e garantire ritmicità ai dialoghi, a momenti serrati e a tratti cupi e riflessivi. Sagaci e ricercati i giochi di luci repentini, coerenti, e l’intervento di registrazioni vocali fuori campo.

Una messa in scena puntuale e asciutta che riflette un testo profondo, anche nei passaggi più sferzanti. Un testo che non tradisce la forma, e anzi talvolta la ricerca.

Credits:
scritto e diretto da Antonio Sinisi
con Gabriele Linari
musiche originali Cristiano Urbani
costumi Daniela Treglia
disegni e locandina Martoz
produzione Natacha Von Braun • Teatro Studio Uno