“Seagull Dreams – I sogni del Gabbiano” di Irina Brook è in scena dal 24 febbraio al 5 marzo 2023 al Teatro Biondo di Palermo, in Sala Grande. Una prima assoluta, prodotto in collaborazione con Dream New World – Cie Irina Brook, lo spettacolo è l’ adattamento de “Il Gabbiano” di Anton Čechov, in chiave contemporanea.
Realizzato e diretto da Irina Brook, interpretato da Pamela Villoresi nella splendida interpretazione di Arkadina (attrice e madre), Geoffrey Carey nei panni di Sorin – che porta in scena tutto il mondo anglosassone di Irina, lingua compresa – e i giovani allievi della Scuola di recitazione del Biondo: Giuseppe Bongiorno (Simeon), Emanuele Del Castillo (Kostia), Monica Granatelli (Masha), Giorgia Indelicato (Nina), Giuseppe Randazzo (Ilya), con la partecipazione in video di Miguel Gobbo Diaz.
“Seagull Dreams” prosegue il percorso performativo iniziato nel 2021 con House of Us: La Madre, dove la regista inizia a lavorare con i giovani talenti della scuola di recitazione del Biondo. In questo spettacolo, come nel 2021, la regista porta in scena il ricordo della madre, Natasha Parry di origini lettoni-russe scomparsa nel 2015, e la controversa vita impengnata di chi fa teatro.
“Attraverso i testi e le emozioni della mitica commedia di Čechov, continuo a sviluppare i temi legati al rapporto tra Vita e Teatro, la vita nel teatro e il teatro nella vita” – Irina Brook, Seagull Dreams -I sogni del Gabbiano, note di regia – “Il gabbiano parla del nostro mestiere con tutto l’amore appassionato e la crudeltà disperata che può suscitare. Al centro ci sono i temi ineludibili del successo e del fallimento, la necessità di vivere una vita di creatività, e la più distruttiva delle malattie avvertite dagli artisti: il bisogno dell’approvazione”.
Messaggio d’amore e al contempo specchio riflesso della modernità (come già fu il teatro cechoviano) Seagull Dreams riesce, in maniera diretta e poetica, a colpire dove fa più male e lascia lo spettatore senza fiato. Irina Brook, figlia del Maestro Peter Brook, esplora anche la propria biografia e ci mostra quanto sia difficile per i giovani talenti imporsi in un mondo che è governato dalle “vecchie glorie”, e in che maniera questo conflitto sia ancora attuale. Oltre a curare l’adattamento, la regia, le scene i costumi, Irina Brook realizza anche i video, che sono parte integrante della drammaturgia, senza di essi lo spettacolo non avrebbe questa immensa forza comunicativa. Si fa riferimento anche alle più moderne tecnologie, come l’uso dei social o delle video chiamate, che riesce a dialogare con le ambientazioni americane degli anni ’70, in una versione del dramma decostruita e intima.
Assistiamo al dramma di un figlio che viene abbandonato, in piena depressione, dalla madre e al contempo è da questa rifiutato per il suo lavoro di drammaturgo, assistiamo al dramma dell’amore non corrisposto, al dramma dell’abbandono, ma restano centrali, per tutto lo spettacolo, i temi del successo e del fallimento, il bisogno di approvazione e la necessità di vivere una vita di creatività. Teatro nel teatro, i personaggi riescono comunque, ognuno a suo modo, ad affrontare, accettare e infine lasciare andare il proprio ineluttabile destino.