Sull’accattivante locandina il titolo resta sospeso: Lo spettacolo delle_ a cui segue una goccia che sta per scivolare tra un megafono e una pistola. Guardando il primo, la goccia diventa la lacrima che soltanto le ferite delle parole riescono a provocare; osservando la seconda, invece, la goccia è chiaramente il sangue che sgorga da una ferita da arma da fuoco. Per Marica Roberto, autrice del testo, quella goccia può essere sia l’una che l’altra, anche se, in sostanza, resta essenzialmente una finzione, come soltanto la finzione teatrale sa ingannare: finzione che può trasformarsi in autentica angoscia appena si ha l’impressione che i due protagonisti non scherzino più ma fanno sul serio.
«Il teatro è un luogo dove si giuoca a far sul serio», dice la Figliastra pirandelliana alla Bambina prima che la piccola affoghi per davvero. E infatti Rosario D’Aniello e Alessandro Mannini, molto abilmente, dosano la recitazione tra la realtà e la finzione, riuscendo ad ingannare più volte l’attenzione dello spettatore.
Loro sul palco litigano più volte, si stuzzicano, si offendono; ciascuno mette alla prova la remissività dell’altro. Come? In ogni modo, con le parole e con l’arma. Anzi, l’arma stretta in pugno diventa la bacchetta in mano al direttore d’orchestra: con la pistola puntata sull’altro si può dirigere meglio la propria rabbia offensiva sferrata con parole di sottomissione, si possono scandire meglio le invettive nate dalle proprie repressioni, si può minacciare persino con la delicatezza di un sorriso, o impartire ordini contro l’altrui dignità. Avere il coltello dalla parte del manico è un antico proverbio popolare che molto insegna! La finzione teatrale, lo spettacolo delle…, appunto, dimostra che quel che conta è conquistare il manico del coltello per poter salire sul podio dell’aguzzino. Un momento di distrazione e l’arma passa nelle mani dell’altro che da vittima diventa carnefice. Un cambio di ruoli talmente repentino che soltanto il teatro può giustificare.
In un gioco tragico dai colori grotteschi si assiste al delirio di tanti automobilisti che usano il clacson come fosse un mitra per liberarsi di colui che rallenta la corsa o che taglia loro la strada; si osserva al litigio tra marito e moglie che in un attimo passa dal serio al faceto o che dalla semplice parola sbagliata potrebbe sfociare in un atroce delitto.
Un altro proverbio, però, dice che il gioco è bello quando dura poco. Basta un attimo in più per far crollare il muro della finzione e cadere nel baratro della realtà. La nostra realtà, quella che viviamo ogni giorno senza più le parole che ci aiutano, senza più i sorrisi che ci riscaldano, gli abbracci che ristorano le solitudini. Sopravviviamo senza nemmeno più la dolcezza di una musica.
Tuttavia Lo spettacolo delle_ è uno di quegli eventi teatrali in cui è davvero troppo vistosa la differenza tra l’acume e la profondità del testo rispetto alla povertà e alla superficialità della messa in scena. Quando un regista sceglie di lavorare in un ambiente totalmente spoglio, o quasi, dovrebbe avere l’obbligo di rivestire lo spazio scenico con un disegno luci accurato e minuzioso (la foto pubblicata non corrisponde allo spettacolo visto, ma a una edizione precedente), con spolverate impercettibili di illuminazione che creino con dolcezza i cambiamenti d’atmosfera, determinanti per conquistare la sensibilità del pubblico. In teatro un proiettore acceso è molto più dannoso di una pistola. E finanche della parola!
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Lo spettacolo delle_ scritto e diretto da Marica Roberto; con Rosario D’Aniello e Alessandro Mannini. Teatro Trastevere, oggi ultima replica, ore 17.30