Dal 19 al 29 gennaio 2023 è andata in scena al Teatro Marconi, la commedia Central Park West per la regia di Antonello Avallone con Elettra Zeppi, Flaminia Fegarotti, Claudio Morici e Maria Angelica Duccilli.
Direttamente dal libro di Woody Allen abbiamo assistito alla divertentissima commedia Central Park West. La storia è ingarbugliata quanto basta, ci sono tradimenti e bugie che con ironia si svelano a poco a poco.
L’ambientazione è una ricca casa newyorkese, e i protagonisti sono la buona borghesia della Grande Mela. Complici la noia, i successi – o insuccessi – lavorativi, una moglie scopre che il marito la tradisce. Da qui parte la storia con dialoghi brillanti e trovate originali.
In questa comicità ironica e tutt’altro che scontata ho apprezzato il sempre più raro politicamente scorretto che qua e là guizzava, per fare capolino nella scena. Ma d’altronde, per far ridere, è necessario e doveroso toccare certi temi in uno spazio, quello del “corretto” che ho idea sia sempre più stretto.
Ma l’angusto limite che ci imponiamo – o ci viene imposto – ha il vantaggio di rendere tabù (cioè «vietato» o «proibito») quello che probabilmente fino a qualche anno fa era scontato e ovvio.
Non avendo letto il libro di Woody Allen non sappiamo quante invenzioni siano state create appositamente per il palcoscenico e la lingua italiana. In ogni caso il tutto risultava scorrevole e armonioso.
Degne di nota le selezioni musicali con Sing, Sing, Sing (With a Swing) di Louis Prima e The Man I Love
di George Gershwin, che ricreavano l’atmosfera di New York con i grattaceli e le scale antincendio.
Oltre a curare la regia Antonello Avallone si è cimentato nel ruolo di Howard. La sua entrata in scena è stata subito accolta da un grande applauso: e la mia giovane memoria mi ha riportato senza troppo sforzo ad alcune commedie di Peppino de Filippo.
Elettra Zeppi ha interpretato la psicologa Phyllis, Claudio Morici il marito “traditore” Sam, Flaminia Fegarotti l’amante Carol e M. Angelica Duccilli la timida Juliet.
Ma Sam non è proprio un “traditore” classico, o meglio, non solo. È un traditore che tradisce sia la moglie che l’amante; e Juliet, l’amante dell’amante, non è proprio timida, benché andasse in terapia da Phyllis e abbia tutte le insicurezze della prima età adulta.
In questi ruoli sfumanti, tutti egregiamente interpretati, Howard è la vetta comica per eccellenza. Piccoli tormentoni nel parlare, gesti ripetuti e stereotipati, pause mozzafiato, quel tocco di surreale che a tratti fa vacillare la sospensione di incredulità.
Ovviamente questo limite è giusto sfiorato, il tutto risulta credibile quel tanto che basta per potersi godere la commedia.
È proprio felice l’espressione che si legge sul cartellone dello spettacolo «Un grattacelo di risate!». I testi di Woody Allen continuano a far ridere. Ma dal ventesimo piano, o più, i problemi e le vicende narrate hanno il sapore dei “telefoni bianchi”, del più frivolo disimpegno.
Dico questo considerandone la sua accezione positiva. Central Park West è stato il miglior tepore in queste giornate fredde e pareva veramente di sentirle quelle eccentriche nuvole di calore che caratterizzano il paesaggio urbano della Grande Mela.