Si torna a parlare di un doloroso fatto di cronaca che nel 2006 fece scalpore in Italia: la scomparsa di due piccoli fratellini ed il loro ritrovamento due anni dopo in un casolare abbandonato. L’occasione è l’uscita del libro “Ciccio e Tore. Il Mistero di Gravina” (Armando Editore), il libro-inchiesta scritto a quattro mani dal giornalista e scrittore Mauro Valentini e da Luciano Garofano, già comandante dei RIS di Parma e Generale dei Carabinieri in congedo, consulente tecnico della famiglia Pappalardi. Il Generale Garofano – dopo il macabro ritrovamento dei corpi mummificati dei bambini – ha lavorato come consulente della famiglia svolgendo sopralluoghi all’interno di quel casolare abbandonato in cui precipitarono i due fratellini; luogo ribattezzato “casa delle Cento Stanze” dagli abitanti della cittadina. Valentini e Garofano ripercorrono insieme questa dolorosa e terribile vicenda umana e giudiziaria, attraverso testimonianze e documenti ed in particolare attraverso la narrazione del padre dei due bambini, Filippo Pappalardi, vittima di un grave errore giudiziario: fu accusato ingiustamente per l’omicidio dei due figli ed in seguito scarcerato. Una tragedia che ha commosso l’Italia intera.
Un libro che vuole essere un invito alla riflessione con l’obiettivo di restituire e ristabilire la verità:
«Questo libro vuole essere un invito alla riflessione per l’Autorità Giudiziaria di
Bari e per tutti coloro che direttamente ed indirettamente furono coinvolti in
questa tragica vicenda, come inquirenti o come protagonisti. C’è una verità che,
nonostante il tempo trascorso, è tuttora individuabile negli Atti a disposizione e
può essere ancora scritta se si avrà la volontà di riaprire le indagini. E’ la mia
speranza ed è quella di Filippo Pappalardi che non chiede nulla di più se non
conoscere cosa avvenne realmente quella maledetta sera del 5 giugno
2006 ” Generale Luciano Garofano
La vicenda dei fratellini Pappalardi è una storia amara, molto triste, dolorosa, fatta di sospetti, dubbi e ombre:
“Va individuata e ristabilita la verità”. Come ci ricorda il giornalista d’inchiesta e scrittore Mauro Valentini, durante l’intervista “Con questo libro abbiamo riportato simbolicamente fuori da quel pozzo i due fratellini, vittime due volte: prima della caduta e poi dell’abbandono da parte di chi poteva chiamare i soccorsi e non lo ha fatto”
E ancora – “Volevamo restituire dignità a un padre: Filippo, accusato ingiustamente del
delitto più atroce che si possa immaginare e anch’egli vittima prima della
perdita di due figli adorati e poi della stessa omertà di qualcuno che non ha
mosso un dito neanche quando per lui si erano aperte le porte del carcere.
Un’opera di ricostruzione della memoria familiare, oltre la grande opera di
controinchiesta, un libro che abbraccia e condivide il desiderio che verità di tutti
quelli che in Italia, e sono tanti, hanno voluto bene a Ciccio e Tore”
Facciamo un passo indietro e torniamo ai fatti di cronaca:
Sono passati ben quattordici anni dal ritrovamento di Francesco e Salvatore Pappalardi, il primo detto Ciccio di 13 anni ed il secondo detto Tore, di due anni più piccolo, i due fratellini di Gravina in Puglia, borgo storico dell’alta Murgia in provincia di Bari, scomparsi il 5 giugno del 2006 e ritrovati per caso nel febbraio 2008, quando un altro bambino, il piccolo Michele, giocando con altri bambini cade accidentalmente in una cisterna dentro a un casolare abbandonato. Un incidente del tutto casuale che permette però ai suoi soccorritori di scoprire in quello stesso luogo i resti dei due fratellini scomparsi due anni prima.
Abbiamo raggiunto ed intervistato Mauro Valentini:
Parliamo del tuo ultimo libro-inchiesta, scritto a quattro mani con il Generale Garofano. Innanzitutto, come è nata la vostra collaborazione?
Luciano mi onora della sua amicizia da dieci anni ormai. C’è stima reciproca e io ho una grande ammirazione per il lavoro immenso che lui fa nel contribuire nelle aule di tribunale nella ricerca della verità e della Giustizia. E siamo lettori appassionati e reciproci dei nostri libri.
È stato naturale quindi, sapendo del suo coinvolgimento come perito tecnico scientifico per la famiglia Pappalardi, decidere di raccontare insieme la storia di Ciccio e Tore, una storia che ci è entrata nel cuore.
Una vicenda di cronaca che ha sconvolto il nostro Paese intero: due fratellini a Gravina di Puglia scomparsi nel 2006 e ritrovati nel febbraio 2008. E questo solo per un fatto accidentale accaduto, un bambino che cade in una cisterna, dentro ad un casolare abbandonato; lo stesso in cui verranno ritrovati i due fratellini scomparsi due anni prima. Ma come è potuto accadere? Come sono caduti lì e chi ha condiviso con loro gli ultimi istanti, dalla caduta?
Questo è il grande mistero, il “mistero di Gravina” come titoliamo il libro. È accaduto qualcosa certamente di molto simile a quello che è accaduto a Michele, quel ragazzo che con la sua caduta per fortuna senza conseguenze mortali, ha permesso di ritrovare Ciccio e Tore. Un gioco? Una prova di coraggio? Una sfida, o qualcosa di criminale da parte di qualcuno magari più grande dei due fratellini Pappalardi?
Non si esce da questo quadrilatero di ipotesi.
Insieme al generale Luciano Garofano, già Comandante dei RIS di Parma, consulente tecnico della famiglia Pappalardi, ripercorri questa incredibile quanto dolorosa vicenda umana e giudiziaria; vi siete avvalsi di documenti, testimonianze, anche della narrazione del padre dei due fratellini, Filippo, vittima di errore giudiziario. E’ corretto? Come è nata l’esigenza narrativa del libro?
Come detto, Ciccio e Tore meritavano il ricordo. E non solo lui, perché noi crediamo che questo libro restituisca quella dignitàò violata a papà Filippo, ingiustamente accusato e che sarebbe stato quasi certamente condannato se non si fossero trovati i corpi dei suoi figli.
Un uomo accusato del delitto peggiore e travolto da insensate indagini da parte degli inquirenti.
Il libro offre dei percorsi e delle riflessioni importanti: qual è il suo obiettivo?
L’obiettivo, senza girarci attorno, è consentire di rilanciare con una grande discussione sui fatti una riapertura del caso e cercare di scrivere finalmente la verità sul destino dei due ragazzini. Lo dobbiamo a Filippo, alla mamma dei bambini e a tutti quelli, e sono tanti, che hanno amato questi due meravigliosi fratelli.
Non è stato possibile riaprire il caso, sarà mai possibile secondo il tuo pensiero, da giornalista d’inchiesta pregiato quale sei?
Sì. Si può, e si deve. Ci sono elementi importanti che andrebbero solo rileggere, intrecciare testimonianze chiaramente reticenti e depistanti e poi sperare in un ritorno di coscienza di qualcuno dei protagonisti di quella sera che, dopo tanto tacere, potrebbero e dovrebbero finalmente liberarsi la coscienza.
Sarebbe l’unico modo per far finalmente riposare in pace Ciccio e Tore.