Il titolo originale recita Cette musique ne joue pour personne (Questa musica non viene suonata per nessuno), una specie di manifesto del film alla Magritte che avverte lo spettatore di scavare nelle profondità della narrazione.
La pellicola è per altro impregnata di surrealismo – una tradizione che in Francia si maneggia con maestria – e se si aggiunge una buona dose di comicità d’oltralpe, – le migliori e più copiate commedie degli ultimi anni sono francesi – si crea un connubio originale e avanguardistico.
L’ambientazione è quella malinconica e riflessiva della Francia del Nord, in particolare di una cittadina portuale non specificata, in cui una famiglia comandata dal boss locale Jeff (François Damiens) svolge tranquillamente la propria attività di spaccio insieme ai suoi fedeli scagnozzi Poussin (Bouli Lanners) e Jesus (Joey Starr).
I due bravi manzoniani hanno l’arduo compito di organizzare la festa della figlia emarginata del boss. Iniziano dunque una campagna intimidatoria nei confronti delle compagne di scuola che odiano la ragazza, ma soprattutto cercano con metodi corruttivi di coinvolgere il bad boy di cui la giovane è innamorata.
A latere, il terzo sicario Jacky (Gustav Kervern) mandato a riscuotere un’ingente somma di denaro, si imbatte in una donna che ha la necessità di interpretare Simone de Beauvoir in una pièce teatrale sulla controversa vita sessuale di Sartre. Per amore della donna, Jacky fa di tutto pur di avere la parte di Sartre.
In realtà la criminalità è un elemento sullo sfondo e quel che domina la narrazione è la potenza espressiva, rivoluzionaria e pedagogica delle arti. Pur potendo immaginare che Jeff dedichi la maggior parte del suo tempo alla sua attività criminale, in realtà gran parte di quel che vediamo è la ricerca di conquistare una giovane cassiera di supermercato attraverso il più romantico degli strumenti: la poesia. Anche in quest’occasione Jeff si avvale dell’aiuto di un altro suo compare, che, vedendo l’incapacità del boss nel conquistare la donna, interviene nella simile dinamica di Cyrano e Rossana.
Nel marasma di personaggi della storia orchestrata dal regista Samuel Benchetrit, si ritaglia un ruolo aulico anche la nostra Valeria Bruni Tedeschi, nelle vesti della moglie trascurata dal marito Jeff. Sembra paradossalmente la più francese delle attrici, con la sua consueta eleganza interpretativa che si rispecchia anche nei suoi tratti somatici.
L’elemento di ilarità all’interno del film è un supporto al tema portante della storia: l’amore. L’amore che si manifesta nelle sue forme più alte nelle arti che da secoli regolano i sentimenti come il teatro e la poesia.
Anche i più duri talvolta hanno un cuore tenero.