“Cosa posso sperare?”: a questa domanda posta alla fine del ‘600 da uno dei più importanti filosofi della storia come Immanuel Kant, non bisognerebbe sforzarsi molto, alle soglie del nuovo anno che si apre e nel ricordo di quello che finisce. La risposta è “Non molto”!.
La congiuntura economica planetaria, da qualunque angolazione la si osservi, non rende esattamente ottimisti. E c’è un grande rischio che gli auguri appropriati in questa stagione siano più, una questione di correttezza, la forza dell’abitudine e se vogliamo anche un incantesimo un po’ vuoto, che una profonda, sincera e comunicativa convinzione, che il 2023 ha in serbo per noi cose grandi e belle dopo gli incommensurabili drammi dei mesi scorsi.
Per molti il capodanno sarà l’occasione per scacciare i ricordi del Covid, poiché il virus lascia si la mente delle persone, ma senza scomparire. Slega anche la borsa e mette da parte mesi di sobrietà forzata dalla pandemia e dai record dell’inflazione in tutto il mondo.
Qualcosa in contrasto con la sensazione lasciata dal 2022, che ha visto scomparire la regina Elisabetta II, Mikhail Gorbaciov, Shinzo Abe, il “nostro” Piero Angela, Mihajlović, Pelé (il nostro tributo al Dio pallone) e in ordine di tempo anche il Papa emerito Joseph Ratzinger , che ci ha lasciato proprio oggi. Quest’anno ha fatto rima anche con le “Grandi Dimissioni”, fenomeno di allontanamento massiccio dei dipendenti dal posto di lavoro dopo la pandemia, con uno schiaffo alla cerimonia degli Oscar e la rovina dei miliardari, travolti dal crac delle criptovalute.
Ma soprattutto sarà per sempre associato al ritorno della guerra in Europa con l’invasione russa dell’Ucraina, in un continente già segnato da due guerre mondiali. Sedici milioni di ucraini sono stati costretti a fuggire dalle loro case. Per quelli che restano, la vita quotidiana è scandita da interruzioni di corrente, bombardamenti russi e coprifuoco. Ognuno attraversa questo conflitto a modo suo: una preghiera silenziosa, una celebrazione, in un comune moto di resistenza ma anche tanta ipocrisia occidentale che continua a investire in una guerra per procura senza pensare alle conseguenze i cui effetti già si stanno facendo pesantemente sentire.
Più a est, la Russia di Vladimir Putin non ha voglia di divertirsi. Mosca ha cancellato i suoi tradizionali spettacoli pirotecnici dopo che il sindaco della città, Sergei Sobyanin, ha chiesto ai residenti come vorrebbero celebrare l’inizio del nuovo anno. Coro unanime: “Un cielo sereno sopra le nostre teste” è l’unico desiderio.
Ancora a est, alla fine del continente, il Covid ha fatto un clamoroso ritorno in Cina, mentre la vaccinazione permette al resto del mondo di ritrovare una parvenza di vita normale. Pechino ha improvvisamente abbandonato la sua politica “zero Covid” all’inizio di questo mese, un’inversione immediatamente seguita da un’esplosione del numero di contagi. Gli ospedali, come i crematori, possono essere sopraffatti, comunque sia non mancheremo di festeggiare il passaggio al 2023.
Non disperiamo del genere umano. In un mondo pieno di incertezze, pericoli di ogni tipo, crisi multiformi, sofferenze abominevoli e quindi comprensibili motivi di rinuncia, abbiamo bisogno di sperare ancora di più! Con lucidità, coraggio e moderazione, ma ricordando con Dante che rinunciare a ogni speranza è il peggior supplizio.
Nelle “piccole” cose come in quelle grandi che fanno il sale della vita, uno spettacolo teatrale, una mostra, una cena o un evento sportivo, il sorriso di uno sconosciuto, il fascino ineguagliabile dell’amicizia, la creatività potere dell’amore o dell’arte, il calore di una casa, e l’utile bagliore di un’innovazione sociale…, non c’è dubbio che il 2023 porterà la sua parte di gioie semplici e tonificanti, gioie commoventi, gioie assolute, risate senza malizia, imprese senza arroganza, eroismo alla portata del maggior numero e rivolto a un’umanità un po’ più responsabile, un po’ più amorevole, e soprattutto(speriamo) un po’ più solidale.
Come direttore di Quarta Parete, saluto quest’anno con gratitudine a cominciare dai miei collaboratori che hanno consentito al giornale di crescere con quell’autorevolezza e quella professionalità che ci consentiranno di gettare le basi per tanti nuovi progetti che presto disveleremo, agli addetti ai lavori per la loro affezione e riconoscenza per il nostro quotidiano e certosino lavoro e infine ai nostri lettori per averci sempre sostenuto. Buon 2023 a tutti!