La compagnia toscana Sotterraneo ha portato in scena, al Teatro India di Roma, dal 6 al 10 novembre, L’Angelo della storia. Uno spettacolo anti-convenzionale e interattivo, un incrocio tra passaggi significativi della storia dell’umanità e microstorie particolari. Del senso degli eventi e di letture alternative e laterali che si possono, se si vuole, costruire. Storie sospese gli opposti del conformismo e della rivoluzione. Tra lento e rock’n roll.
Nel mezzo una balena gigante e i suoi cuccioli, i gesti perentori e maldestri delle katane, la lotta per la sopravvivenza e per la prosecuzione di una dinastia, i tempi dilatati dell’isolamento forzato. Decine di smartphone sincronizzati sullo stesso count-down, fino a quel secondo 0 che sblocca sveglie e ferma del tutto lo slow-motion di una pallottola in traiettoria. Innocenti conigli che avanzano in un prato.
Qualcosa non torna, le previsioni non funzionano. L’ordine più o meno necessario, il caos primigenio.
Che si ripete e si riavvolge.
Un pannello, sul fondo, fa da orologio, descrive corsi e ricorsi, definisce una geografia del paradosso. Il lavoro fa chiaro riferimento alla filosofia di Walter Benjamin, alle costellazioni dell’assurdo, a quell’angelo che vola con lo sguardo rivolto al passato. Alla tempesta chiamata progresso che tutto fagocita e senza battere ciglio. Una centrifuga che tutto trita e nulla pulisce.
Interpretazione elettrizzante, vibrante. Intensa per drammaturgia, dinamismo, tensione corporea. A riprova, il forte entusiasmo suscitato tra il pubblico. Presente numeroso in tutte e quattro le serate capitoline.
Idea e regia sono opera di Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa (autore del testo), encomiabili sul palcoscenico insieme a Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini. Per un progetto che Sotterraneo ha prodotto insieme a Marche Teatro, ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Teatro Nacional de Lisboa D. Maria II – contributo Centrale Fies, La Corte Ospitale e Armunia.