“Pops” al Belli. Un lutto in famiglia e la tempesta che scatena.

L’incomunicabilità tra generazioni, tra un padre e una figlia. Ma anche la de-generazione che segue alla priv-azione di un pezzo di cuore. La scomparsa di un pilastro, del metronomo di una famiglia. Di una moglie, di una madre. Stella polare, punto focale, centro nevralgico delle emozioni.


“Pops”, spettacolo proposto a Roma, al Teatro Belli, dal 4 al 6 novembre, affronta il terremoto che consegue a un lutto famigliare. Elaborato sì, ma incapace di infrangere le gabbie di vetro che un padre e sua figlia nel frattempo hanno costruito intorno a sé stessi. Dello stesso vetro sono i tanti bicchieri che impilati e vuoti sono disposti agli antipodi del palcoscenico. A rappresentare l’interno di una casa dall’elettricità latente.  Corrente che condensa tensioni, disprezzo, delusione. Rancore e rimorsi. Ricordi vaghi, illusori, distorti.


Ne scende parecchio, di alcool, giù per l’esofago di Massimo Di Michele e Eleonora Bernazza. Protagonisti dell’adattamento del testo di Charlie Josephine, tradotto da Natalia di Giammarco e Enrico Luttmann, prodotto da Smart It per la direzione firmata sempre da Di Michele. L’ alcool diventa un sostituto della solitudine, ma non lenisce. Piuttosto confonde e acuisce le distanze tra i superstiti del trio. Artefici di una prestazione attoriale perfetta nell’esecuzione e nel climax dell’esasperazione. Che, senza riuscire, cerca copertura e leggerezza in passaggi musicali ad alto volume, Si balla ma è un ballo disperato. Negli spazi troppo ristretti di un interno domestico. Il trauma rimane, così come la mancanza di fiducia tra padre e figlia. Vagano, come mine vaganti, senza mai risolvere le proprie nevrosi.

Forse si poteva osare ancor più, nella personalizzazione dei personaggi, ma i roboanti applausi del pubblico hanno certificato la riuscita del lavoro. Soprattutto si riflette, ed è uno dei plus di “Trend – Nuove frontiere della scena britannica”, la rassegna che Teatro Belli propone in esclusiva per la 21esima edizione. Con coraggio, visione e capacità di individuare nella scena anglosassone tematiche di forte attualità.