Dal 20 Ottobre al 20 Novembre 2022 è in mostra l’opera dell’artista messicano Calixto Ramirez “Una Otra Cosa”, a cura di Adalberto Abbate, presso lo Spazio Rivoluzione a Palermo. L’opera, site specific e dal forte impatto visivo, è stata pensata proprio all’interno dello Spazio Rivoluzione ed è dedicata alla città di Palermo. “Y replantearse… hasta dónde se podría Ilegar?”.
“Io lavoro sempre nel contesto del paese nel quale mi trovo” sostiene Calixto Ramirez, intervistato durante l’innaugurazione della mostra. “Quando si fa il giro in città, ad esempio al mercato di Ballarò, si trovano oggetti anche assurdi, ma dal grande valore. Devo dire che, per questa opera, ho trovato tutto in strada. Io lavoro sia con gli oggetti che con lo spazio dove mi trovo, e in questo senso tutto è connesso. Devo ancora riflettere sul messaggio politico della mia opera ma, socialmente e in maniera involontaria, qui allo Spazio Rivoluzione, l’idea è quella di riappropriarsi della città, parlare di tutti senza che loro lo sappiano.”
“Lo spazio nasce nel 2018, dopo la fine di Manifesta 12” racconta Adalberto Abbate, curatore dell’ esposizione e artista contemporaneo, che ho intervistato. “Io e Calixto sorridevamo quando vedevamo questa specie di fiera della vanità, Manifesta 12 creava situazioni allucinanti e la città ne era totalmente tagliata fuori. Questo spazio è dunque nato dopo Manifesta 12, perché non volevamo nascesse come il risultato del passaggio della manifestazione in città, bensì come risposta affinché il passaggio di Manifesta venisse dimenticato.”
La prima mostra che ha inaugurato lo spazio, nel 2018, è stata “Fango”. Una collettiva indipendente di FrankoB, Jota Castro, Mario Consiglio, Sandro Mele, Calixto Ramirez, Adalberto Abbate e Santiago Sierra, a tema politico-sociale. “E’ nata la necessità di avere uno spazio per poter fare esprimere gli artisti, che non riescono molte volte ad avere il giusto spazio, e per avere un confronto su quella che è l’arte politica internazionale. Con questo spazio, Spazio Rivoluzione, si vuole creare un centro di discussione in Sicilia, visto che la nostra terra ha avuto questa posizione da sempre, da Sciascia a Guttuso, per esempio.“
Spazio Rivoluzione è uno spazio che lavora con gli artisti in maniera naturale, con i loro tempi e anche con i miei” continua Abbate, “nello Spazio Rivoluzione non si insegue né il tempo né la programmazione, bensì, si mette una certa distanza dalla parte commerciale. Il discorso d’affari, naturalmente, modifica l’artista. Il problema è riuscire a distanziarsi da certe dinamiche, per potersi esprimere in totale libertà e dire veramente ciò che si vuole. Di solito le gallerie sono delle quadrerie, servono per arredare casa, mentre questo è un posto per discutere e conoscersi. Calixto ha sostenuto che, solo nello Spazio Rivoluzione ha potuto fare una cosa del genere.” Ma come nasce questo spazio? ho domandato ad Abbate: “Questo luogo, dove nasce lo Spazio espositivo Rivoluzione, era il mio studio. Prende il nome dalla piazza che lo ospita, Piazza Rivoluzione. Facendo alcune ricerche, ho trovato che rientrava nelle fotografie d’epoca pre 1860. Sicuramente avrà conservato armi per la rivoluzione, nel mio immaginario lo penso come un piccolo deposito, uno spazio che ha visto personaggi di quel periodo riunirsi, e questo lo sento anche attraverso la tensione che mi trasmette. Il problema è che l’uomo piano piano dimentica” continua Abbate “dà un valore secondario alle cose e infine, anche per ignoranza, comincia a sconoscere tutto, persino il valore della rivoluzione. Così un luogo simbolo della storia, come Piazza della Rivoluzione, che ospita lo Spazio Rivoluzione, diventa un posto dove andare giusto per bere una birra.”
“La parola più adatta per definirmi” continua Abbate “non è curatore, ma figura che si prende cura degli artisti, ne aggiusta il tiro magari, cercando sempre di farli esprimere al meglio. Molti artisti sono bloccati da esperienze precedenti e da dinamiche restrittive, io sentivo dunque la necessità di aprire uno spazio di riflessione, che possa concorrere con le figure delle gallerie dalle quali mi sono distaccato. Con questo progetto, vorrei far conoscere certi artisti al collezionismo già presente in Italia, creandone magari uno nuovo.” Riguardo al lavoro di Calixto, oggi qui in mostra, Abbate sostiene che; “ la mostra è nata con una discussione davanti ad una birra, abbiamo discusso riguardo le problematiche della città, che Calixto vedeva cambiata, con alcuni problemi evidenti legati alle persone e alla povertà. Si discuteva di questo e anche di cosa non fare, proprio dal discutere è nata l’opera. Quest’idea della distruzione, Calixto voleva realizzarla in esterno, gli ho proposto, allora, di proiettare tutto questo in un luogo e farlo diventare la stanza di uno sfogo. Sicuramente quest’opera “UNA OTRA COSA”, non è la fotografia incorniciata, o il video di una certa dimensione, ma è un operazione che cerca di portarti verso un altra direzione.”
In ultimo ho chiesto all’ artista cosa rappresentasse questo spazio per lui e come è nato il dialogo con Adalberto Abbate, che gestisce lo Spazio Rivoluzione dal 2018? “Ho conosciuto Adalberto a Trieste, perché avevamo fatto una collettiva assieme. Il suo lavoro mi aveva molto interessato e così è iniziato il nostro dialogo. Abbiamo cominciato a parlare, tutto è nato in maniera naturale, dal contatto umano, e in seguito mi ha invitato a partecipare ad un progetto qui a Palermo, quattro anni fa. Ho detto a mia moglie Sandra, di provare ad andare a Palermo, in primis perché è una tra le città più a sud dell’ Europa e poi perché le nostre economie ce lo consentivano. Il primo mese ho affittato un airbnb, in seguito Adalberto, assieme alla sua compagna, ci hanno aiutato a trovare un posto dove vivere. Palermo è una scena piccola ma ricca, con molti artisti, molti dei quali sono qui oggi. Ciò che mi ha colpito della città è anche la sua scena culturale, dunque dopo quattro anni sono tornato a Palermo. Questa volta non pensavo di realizzare un opera, ma di vivere la città. Sono abituato a lavorare direttamente nello spazio, in maniera site specific, così Adalberto conoscendo il mio lavoro, mi ha chiesto se mi andasse di realizzare qualcosa per lo spazio. L’ opera “UNA OTRA COSA” è nata dal dialogo.”
La Mostra è visitabile tutti i giovedì dalle 18 alle 20, per concordare una visita, al di fuori da questi orari e giorni, si può inviare richiesta su Instagram @spaziorivoluzione. Potete supportare lo spazio con donazioni, travate tutte le informazioni sul sito: https://www.spaziorivoluzione.com