Il raccolto Teatrosophia accoglie il pubblico che impaziente, attende di potersi accomodare in sala, per assistere allo spettacolo “La Particina (il vero protagonista di Romeo e Giulietta)” che Giuseppe Manfridi ha portato in scena da venerdì 7 a domenica 9 ottobre. Le persone continuano ad attendere, ma è stato annunciato un ritardo. Ecco che le loro speranze sembrano infrangersi quando Manfridi stesso si presenta scusandosi. É successo qualcosa? Lo spettacolo dovrà tardare ancora molto?
E invece no, lo spettacolo era già iniziato. Manfridi coinvolge gli spettatori in questa assoluta novità e si presenta come una curiosa guida turistica che li condurrà alla scoperta della tinca. Spiega al suo auditorio che in gergo teatrale con questa parola si intende una parte piccola, magari anche impegnativa, ma che non regala soddisfazioni all’attore che la interpreta. La guida traghetta il pubblico oltre la quarta parete alla scoperta di un raro esemplare di tinca. La scenografia formidabile di Antonella Rebecchini ricrea l’habitat della tinca come un non-luogo onirico colmo di libri, pianeti e lune. Un’atmosfera surreale e familiare allo stesso tempo.
Gli spettatori restano incuriositi da questa figura e la guida finalmente spiega di chi si tratti: un personaggio di poco conto ma senza il quale “Romeo e Giulietta” avrebbe avuto tutt’altro finale.
Manfridi sfrutta il suo pass che gli consente di entrare nella quarta parete dove risveglia il misterioso personaggio per intervistarlo, capire la sua psicologia e la sua storia.
Durante il divertente incontro il personaggio capirà di essere per la prima volta al centro di uno spettacolo di cui è il protagonista indiscusso. Toni leggeri e ironici addolciscono le pillole amare riguardanti le particine, nel teatro e nella vita.
Il pubblico se, dapprima, ride della tinca, piano piano ne comprende il dramma. La sensazione di ingiustizia che si prova nell’essere relegati a ruoli marginali, che non vengono mai approfonditi. Ruoli e attori fondamentali per la narrazione, certo, ma nessuno si ricorderà di loro quando i drappi rossi del teatro sigilleranno la storia. Nessuno saprà mai qual è la loro storia. Anche nel quotidiano non è sempre possibile emergere come protagonisti delle proprie storie, spesso circostanze e fattori esterni, ci spingono ai margini.
Uno spettacolo innovativo, divertente e fresco. Un nuovo modo di fare teatro.
La regia di Claudio Boccaccini coadiuvata dal prezioso aiuto di Sonia Remoli , si sposa alla perfezione con le interpretazioni ironiche e azzeccate di Giuseppe Manfridi e del figlio Lorenzo Manfridi.
Consiglio a tutti di lasciarsi traghettare in questo mondo per vivere l’esperienza di spettatore come mai prima alla scoperta del segreto di questa tinca. In fondo “non esistono piccoli ruoli, solo piccoli attori”