“Jukebox” fa tappa a Roma con una strepitosa Monica Demuru

Il format Jukebox approda e sbanca anche a Roma. Apprezzatissima, dal numeroso pubblico accorso a Teatro Quarticciolo lunedì 12 settembre, la performance interattiva proposta da Encyclopedie de la Parole, collettivo artistico internazionale e multidisciplinare che da diversi anni esplora l’affascinante mondo del parlato in tutte le sue forme e peculiarità. Come? Raccogliendo prove sul campo, registrazioni che vengono poi canalizzate tramite filtri come il ritmo, la coralità, il timbro, l’indirizzo, l’enfasi, la spaziatura, il residuo, la saturazione o la melodia. Materiale denso e dall’enorme potenziale, che EdlP sintetizza in opere d’arte sonora, performance, spettacoli, conferenze, concerti e installazioni.

Per l’appuntamento capitolino, inserito nel cartellone di Short Theatre, l’esibizione ha avuto per protagonista Monica Demuru. Attrice e ballerina navigata che ha letteralmente spaccato la scena, riuscendo a intrattenere, a divertire, ad emozionare, a suggerire spunti di pensiero.
Allegra e scanzonata, si è presentata in scena enunciando le regole del gioco – perché Jukebox è anzitutto un esercizio ludico offerto agli spettatori – per poi chiedere, ripetutamente, di aprire e leggere le descrizioni elencate nel foglietto assegnato ad ogni poltrona.


Fase successiva: i presenti – in una sala calda e gremitissima – hanno ricevuto indicazione di alzare la mano e chiedere all’interprete di riprodurre un brano, a scelta tra un elenco di 40 soggetti/tracce: intercettazioni radiofoniche, telefoniche, televisive, audiovisive, sceneggiate estrapolate da Internet, da WhatsApp, e ancora scampoli di vita vissuta girovagando per le strade, e poi negozi, le aule di scuola, la caciara, i ritrovi nelle case, dal parrucchiere e al circolo. Roma e non solo. Situation comedy quotidiana e quotidiane nevrosi.


Giovani, adulti e anziani, sbobinati e poi impressi con inchiostro e parole sui fogli di un raccoglitore.
Tutti, insieme, indistintamente, nel caleidoscopio emotivo e situazionale a cui Demuru ha conferito colore, movimento e tono. Mettendo in mostra abilità espressiva, ampiezza vocale, dinamismo. Nelle sue corde la capacità di seguire con ogni parte del corpo la musica delle parole. Riprodotte, scandite e interpretate con sapienza, tecnica e talento. In piedi, da seduta, in estensione muscolare.
Ironia, insieme a un rigore stilistico dal sapore di Estremo Oriente.

Il pubblico romano, sulle prime un po’ timido nel farsi avanti, in pochi minuti ci ha preso gusto, ha sorriso e si è sorpreso. Stupore. Hanno familiarizzato, i 200 presenti, con un vero e proprio paesaggio acustico e orale. Sono entrati nel gioco, hanno chiesto e richiesto sempre di più.
Al Jukebox del Quarticciolo le alzate di mano si sono moltiplicate e sovrapposte, è finita che hanno prevalso i più lesti a gridare la propria richiesta. Tempus fugit e improvvisamente la clessidra dei 45 minuti a disposizione ha esaurito anche l’ultimo granello. Demuru ha regalato un bis straordinario e chiuso in trionfo.

Encyclopedie de la Parole e le infinite potenzialità della voce hanno colpito nel segno.
Ci auguriamo che Jukebox venga presto riproposto nella Capitale e anche in altre città italiane.