“Dont’worry darling” e il bel docufilm verità di Mark Cousins accendono Venezia.

«Sono stato una donna, oggi rinasco grazie anche a un film L’immensità, che non è un film sulla transizione e sul coming out ma soltanto fortemente autobiografico». Questa la confessione ufficializzata sui giornali del regista Emanuele Crialese, protagonista in queste ultime ore alla Mostra del Cinema di Venezia accolto da pareri discordi dalla critica, ma da un lungo applauso dal pubblico in sala, che conferma il valore di un autore affermato da anni con opere come Respiro (vincitore a Cannes della settimana della critica) e Nuovo mondo che proprio qui a Venezia nel 2006 vinse il Leone d’argento e la candidatura all’Oscar. Consensi unanimi per l’interpretazione di Penelope Cruz che ipoteca la Coppa Volpi e che Crialese ha definito l’archetipo della donna, della madre e dell’amante.

Oggi tocca alla popstar Harry Styles, protagonista del film fuori concorso Don’t worry darling diretto dalla regista Olivia Wilde che ne è anche una delle interpreti.  «Siete pronti a vivere la vita che meritate?» É la domanda che pone il film ambientato nel deserto dell’Arizona negli anni ’50 nella cittadina utopica di Victory, dove il bel Harry Style con moglie e altre coppie selezionate vivono in una misteriosa comunità tra lussi e agi in una sorta di recinto virtuale protetto e guardato a vista che ricorda un po’ il The Truman show di Peter Weir con Jim Carrey, protagonista ignaro che nasce e cresce in una cittadina ma che in realtà è un gigantesco set televisivo di una soap opera. Pellicola alla quale si è ispirata per ammissione della stessa regista.

Ma al di la del film, l’attesa morbosa  di migliaia di fans al lido di Venezia è tutta per Harry Styles l’ex componente degli One Direction,  un’attesa alimentata dalle news  che girano in rete  legate alla causa d’affidamento dei figli della regista Olivia Wilde sua nuova compagna  e di una lunga intervista rilasciata dallo stesso Styles a Rolling Stone,  nel quale il divo inglese parla anche della sua posizione nei confronti della fluidità di genere, un tema che ricorre in questa edizione della Mostra come dimostrano  Monica di Pallaoro e lo stesso L’iimmensita’ di Crialese.

Presentato in concorso, abbiamo visto diretto da Martin Mc Donagh e interpretato da Colin Farrell e Brendan Gleeson l’ottimo Gli spiriti dell’isola, spaccato di vita fra misteri e contrasti in un’isola al largo della costa irlandese ai margini della guerra per l’indipendenza dell’Irlanda, il tutto attraverso la solitudine e l’amicizia tra due amici che si interrompe per motivi oscuri. Un film profondo sui valori, sul tempo che passa, sulla solitudine, quarto film del regista e autore del pregiatissimo Tre manifesti a Ebbing Missouri, il film presentato proprio a Venezia nel 2017 vincitore di un’Osella d’argento per la sceneggiatura e ben due premi Oscar per gli attori Frances Mc Dormand e  Sam Rockwell.

Mosso dal desiderio di raccontare il mondo visto da Papa Francesco nel corso dei suoi viaggi, abbiamo visto anche In viaggio, un film di 80 minuti realizzato da Gianfranco Rosi il regista di Sacro Gra che proprio alla Mostra vinse il Leone d’oro nel 2016 e che con questo film fotografa i 37 viaggi che Papa Francesco ha effettuato in 9 anni di Pontificato visitando 59 paesi dal Brasile a Cuba dagli Stati Uniti al continente africano fino al sud est asiatico.

Infine una nota di colore e una curiosità. Dopo Penelope Cruz, sicuramente la più bella, brava ed elegante del reame cinematografico vista finora, ecco Elodie che ha debuttato nel film di Pippo Mezzapesa Ti mangio il cuore, nel difficile ruolo della moglie di un boss.

Fra le mille righe di una mostra impossibile da seguire nella sua totalità, presentato alle Giornate degli Autori abbiamo seguito Marcia su Roma dell’irlandese Mark Cousins un film sui codici di propaganda che mette alla berlina le falsità di certo cinema come il film A noi di Umberto Paradisi del 1922, considerato il reportage ufficiale di quel evento  che alimentò il falso mito della marcia, amplificandone  le dimensioni oltre il plauso popolare. Un documentario creativo, ampio, ed elegante che traccia l’ascesa e la caduta di Mussolini e del fascismo europeo.

Teatro Roma
Flaminia Zacchilli

Amanti: in terapia si piange

Una commedia forse troppo leggera, dedita a fare luce sulla controversa figura degli “amanti” e sul peso delle relazioni extraconiugali 

Leggi Tutto »