A 96 anni lascia il suo pubblico il grande Enzo Garinei, fratello di Pietro, che aveva esordito con il grande Totò
Il sipario si chiude. Con la scomparsa del maestro Enzo Garinei avvenuta ieri a Roma, si può affermare che la commedia musicale italiana è arrivata al culmine della sua epoca. Quel roseo periodo in cui il fratello Pietro, con l’immancabile Giovannini, hanno riempito i teatri di successi. Nato a Roma il 4 Maggio 1926, figlio di farmacista, viene attratto dal sacro fuoco dell’arte iniziando con il varietà carnevaleschi al Teatro Valle di Roma, esordendo successivamente al cinema con il principe della risata Antonio De Curtis, in arte Totò, con il film di Carlo Ludovico Bragaglia “Totò le Mokò” del 1949.
La carriera di quel generoso uomo che era Enzo, vanta una lista di oltre 70 film, numerosi spettacoli teatrali primeggiando soprattutto in “Alleluja brava gente” del 1970 e “Aggiungi un posto a tavola” del 1974, entrambi targati dall’invincibile duo Garinei e Giovannini. All’anagrafe Vincenzo, è stato uno dei più grandi caratteristi del cinema e del teatro italiano. Nel libro scritto di proprio pugno “1926 – io c’ero”, egli sottolinea l’importanza di questo ruolo, spesso sottovalutato, ma invece è proprio il caratterista a rendere grande il protagonista. Un grande uomo e un grande artista che con la sua eleganza ha fatto da “spalla” per anni ai più grandi attori italiani.
Anche dietro “l’acquario” delle sale di doppiaggio è stato un re. Da Stan Lurel a “Spugna” del Peter Pan della Disney, da Sherman Hemsley de “I Jefferson” alla voce di Dio (non a caso) nel musical del fratello Pietro “Aggiungi un posto a tavola”.
Il periodo d’oro della commedia all’italiana non poteva non chiamarlo a rapporto. Ha partecipato a cast di successo come “Arrivano i nostri” del 1951 di Mario Mattoli o anche ne “Il nemico di mia moglie” del 1959 di Gianni Puccini e tantissimi altri, non disdegnando mai i ruoli “seri”: come “Delfini” di Citto Maselli e “Oh, Serafina” di Alberto Lattuada del 1976 con Renato Pozzerro e Dalila Di Lazzaro.
Teatro, Cinema, Doppiaggio, non poteva mancare la Televisione in cui negli anni 2000 ha partecipato a vari episodi della serie “Don Matteo” della Rai o in “Io e la mamma”, battezzando all’esordio televisivo Gerry Scotti con l’immensa Delia Scala.
Enzo Garinei però è nel musical che riesce ad esprimere interamente tutto il suo raro talento. Dai lontani anni 50 in “Bisarca” con Mario Riva e Riccardo Billi, o nella rivista con la grande Wanda Osiris “Gran Baraonda”. Poi con Renato Rascel in “Tobia la candida spia” del 1954, con Pagnani e Calindri in “La padrona di Raggio di Luna” del 1955 fino ad “Alleluja, brava gente” con Gigi Proietti. Ha anche partecipato al musical “orientale” “Accendiamo la lampada”, spettacolo che ha coronato la coppia amorosa Johnny Dorelli e Gloria Guida.
Nell’immensa carriera durata tutta una vita ha incontrato anche la prosa brillante con Gino Bramieri, Sandra Mondaini e Paolo Ferrari, riscuotendo uno scontato successo anche con generi apparentemente lontani dai suoi.
Prima di veder chiudersi il sipario, prima di lasciare il suo pubblico, Enzo Garinei ha scritto una piccola biografia (“1926 – Io c’ero”), considerata come un ultimo regalo che ha fatto ai suoi fan. Una piccola eredità scritta su carta, una grande eredità lasciata a tanti.