Originale e convincente la messa in scena che la Compagnia “Lacasadargilla” ha proposto sul palco di Teatro India a Roma il 3 e 4 agosto. Il titolo dello spettacolo, “Gli Uccelli”, è adattamento dell’omonimo racconto che Daphne Du Maurier scrisse nel 1952 e che fu fonte d’ispirazione per uno dei più grandi successi della produzione cinematografica di Alfred Hitchcock.
Un reading multimediale – parte del progetto IF Invasioni (dal) Futuro_New Era 2022 – arredi e ambiente di sfondo a suggerire gli interni e i cieli grigi di una Londra nel pieno della ripresa post-bellica.
Sul palco gli attori sono schierati ai lati in due formazioni: da un lato chi attacca dal cielo, con perfida eleganza e subdola presunzione. Gli implacabili uccelli, a cui la drammaturgia di Roberto Scarpetti dà voce umana. Dall’altra parte del palco i deboli (umani), impreparati all’invasione dal cielo e condannati all’estinzione. Nessuno si capacita del reale motivo di tutto ciò, né tantomeno è chiara la causa scatenante. Ambiguo e controverso anche l’atteggiamento di chi governa, tra il rassegnato e il complice del disastro. Radio Londra, in diffusione, a un certo punto toglie ogni tipo di certezza.
Forze occulte o strategie pianificate, ma da chi? Fantascienza pura, ecofobia, la normalità di vite borghesi improvvisamente interrotta da un’apocalisse che vien dal cielo. Angosciante, inesorabile. Metafora, anche, tra le righe dell’autrice, di quell’atomica che qualche anno prima aveva dimostrato il proprio potenziale devastante.
Lorenzo Frediani, Tania Garribba, Fortunato Leccese, Anna Mallamaci, Stefano Scialanga, Camilla Semino Favro. Un pool di interpreti affiatati, espressivi. Ciascuno di loro è ben riconoscibile, per stile di lettura, gestualità del corpo, e per i riusciti costumi – creati da Camilla Carè. Intorno l’inquietudine è amplificata dalle sensibili corde elettriche di Fabio Percivalli e dalle sorde pulsazioni elettroniche guidate da Alessandro Ferroni. Con quel sincopato crescendo di colpi alle porte e alle serrande che chiudono magistralmente lo spettacolo.
Sullo sfondo la proiezione di piume d’uccello a dimensioni monstre.
Il quadro è tremendamente attuale, richiama velatamente alla sottile linea che demarca diritti e prevaricazione, equilibrio uomo-natura e imprevedibilità degli eventi. O prevedibilità degli stessi, a giudicare dalla sicurezza sghignazzante degli “uccelli” visti all’India.