Il 23 e il 24 Luglio, Massimo Andrei porta in scena un testo celeberrimo di Samuel Beckett al Teatro Tor Bella Monaca di Roma, con Lello Arena.
Il Teatro Tor Bella Monaca di Roma (nella zona esterna dove è allestita una moderna arena) ha ospitato per due serate un testo teatrale del drammaturgo irlandese Samuel Beckett: “Aspettando Godot”. Questo capolavoro dell’assurdo ha avuto negli anni più revisioni e riletture drammaturgiche anche dallo stesso autore. Il testo, nato per “suscitare noia”, come per protestare contro quell’aristocrazia ricca di privilegi e pregiudizi, tutto suscita eccetto che noia se alla regia di questa versione c’è Massimo Andrei, che trasferisce la scena nella sua elegante Napoli, sotto una chiave remissiva verso un destino bramoso di un miracolo non meglio identificato.
Come se non bastasse la grandiosità del regista – protagonista anche in scena – lo spettatore viene piacevolmente travolto dalla presenza di un grande attore napoletano come Lello Arena, che con Andrei crea una coppia esplosiva, divertente e complice di quell’attesa verso chi o verso cosa. Il tono squillante dell’ex membro de “La smorfia” e quello basso della penna de “Il cane di fuoco” accompagnano il pubblico a quella malinconica comicità campana caratteristica dei bei tempi lontani.
Samuel Beckett, nel 1975, decide di “dare forma alla confusione” del testo originale e inizia un’attenta riscrittura, producendo un risultato visivo potente e coerente. Massimo Andrei ha come scopo quello di dare importanza all’azione scenica, scenografica e testuale di questo capolavoro dell’autore irlandese, estrapolandone le intenzioni più segrete. Inizia con dare sonorità alla T del nome Godot, come voleva lo stesso Beckett, poi si respira un’aria nuova quando rapisce l’anima dei protagonisti che interpretano dei figli di una città che ha imparato ad aspettare da subito. L’attesa come speranza, come paura, come salvezza…
Il Godot di Massimo Andrei e Lello Arena combacia come due metà di una mela con il Godot di Samuel Beckett: la stessa tragicomicità appartenente ad ogni individuo che vive in una realtà vittima di un criminoso pregiudizio, che la racconta senza speranza e la presenta al mondo con una fallimentare idea di successo di quegli improvvisati influencer.
La minuziosa attenzione del regista napoletano per la scrittura di questo testo non poteva venire meno per la scelta di un cast ricco di talenti come Biagio Musella nel ruolo di un “Pozzo” eccelso quanto spietatamente divertente. Poi la voce delicatissima di Elisabetta Romano e il talento di Esmeraldo Napodano nello zelante ruolo di “Ragazzo“. Carmine Basolillo che nel ruolo di “Nello” è compagno apprensivo della sua donna. Angelo Pepe che interpreta “Fortunato” – non di nome e di fatto – che irrompe in un monologo “assurdo” che fa esplodere la platea in un applauso divertito e in ultimi, ma non certo per importanza, “Vladimiro” interpretato da Lello Arena e “Estragone“, portato in vita da Massimo Andrei, garanzie sul palco.
Tutto il cast è perfetto nei propri ruoli e la coppia Andrei-Arena funziona e porta in scena con sintonica esperienza ed eccellenza questo “Aspettando Godot”, che se nasce come dramma dell’assurdo dove l’umanità si ritrova a rispecchiarsi nella continua attesa e talvolta anche nella passiva attesa, in questa versione “made in Napoli” assume un aspetto ancor più realistica poichè la città partenopea è socialmente dotata di un senso di attesa perenne. Facendo un ideale viaggio tra musica e poesia tornano in mente le parole di Pino Daniele: “...e ognuno aspetta ‘a ciorta”.
Alla fine lo spettacolo risulta essere, oltre che una riscrittura del testo originale del 1952, un vero e proprio omaggio a quel Samuel Beckett che avrebbe sicuramente apprezzato e sarebbe stato in prima fila ad applaudire questa versione di Massimo Andrei.