Morgane Tschiember è in mostra a Palazzo Riso con In contact while burned opere site specific, dal 25 maggio al 31 Agosto 2022, presentano al pubblico un mondo in stretta correlazione con il territorio siciliano.
L’artista tedesca Morgane da febbraio a maggio 2022 ha partecipato al programma di residenza e di produzione e ricerca dell’ « Atelier Panormus – La Bottega ». Inaugurato a settembre presso i Cantieri culturali della Zisa e sostenuto dall’istituto culturale franco- tedesco Kultur ensemble di Palermo, ha aperto la mostra in collaborazione con il Museo Palazzo Riso.
Nata a Brest in Francia, nel 1976, Morgane si è formata all’ Accademia di Belle Arti di Quimper, ed è arrivata a Palermo a Febbraio 2022. Qui visita il Museo Riso e ne trova ispirazione, fortemente influenzata anche dagli artisti come Boltanski e Weiner, presenti nel palazzo e scomparsi recentemente.
In contact while burned è un opera composta da grandi ceri votivi ritorti a mano, utilizzati durante le processioni di Sant’Agata e realizzati appositamente per quest’opera. La frase incisa sui ceri, si riferisce ad un rituale: accendere una candela quando si pensa a qualcuno, esserne connessi, mentre il fuoco ne consuma la cera. In quest’opera sono presenti gli elementi del fuoco, punti cardini nel lavoro dell’artista, e legati alla storia dei rituali della Sicilia; basti pensare alla Vampa di S. Giuseppe che celebra il passaggio tra le stagioni.
Nella seconda installazione dell’artista, troviamo l’ elemento delle catene, anche queste, come le corde, presenti nel lavoro di Morgane, anche in questo caso, sono elementi che l’artista ha ritrovato anche in Sicilia, in particolare nella città portuale di Palermo, Palermo tutto porto. Nell’ultima installazione l’artista dispone le catene, in ceramica e marmo, per terra. Le catene che sono state immerse in liquidi come l’olio d’arancia, il petrolio, il nero di seppia, il succo di melograno e il vino, legati alla cultura della Sicilia.
I liquidi utilizzati dall’artista, hanno risonanze simboliche con la Sicilia e con la cultura di questa terra e ne hanno anche nel lavoro dell’artista. L’innocenza è rappresentata dai fiori d’arancio, l’ebrezza dal vino, la natura dal succo di melograno, la chimica dal petrolio. La ceramica è stata prima imbevuta di succo di melograno, comprato al mercato del capo di Palermo; l’argilla, altro materiale con il quale sono state realizzate le catene, è stata imbevuta dello stesso succo ed ha assunto il colore del vino, con significati nuovi e inaspettati, anche per l’occhio dell’artista stesso.
Le due installazione della Tschiember sono state d’impatto, il lavoro che si è portato avanti sia sull’esposizione che sulla ricerca è fondamentale soprattutto in Sicilia, una regione che troppo spesso resta ancorata all’idea che l’arte contemporanea sia per pochi eletti e a tratti enigmatica.
Si potrebbe certamente spingere un po’ di più su questo meraviglioso Palazzo, Museo Riso, che ospita opere di artisti come Boltanski, Weiner, Kunellis, Accardi, Anselmo e altri importantissimi. Ma finché non cambieranno le teste di molti, forse, si arriverà davvero a fare poco, ci vorrebbe un briciolo di coraggio in più per uno spazio che meriterebbe maggiore attenzione da parte della Città di Palermo.