Storia di un mecenate del cinema italiano: Riccardo Gualino

Mentre si cerca di dimenticare solo per un attimo le atrocità’ della guerra e l’angoscia di un virus lontano a morire, il vecchio mondo del cinema, quello che i fratelli Lumiere ci hanno regalato per “sognare”, si celebrano in questi giorni bui a pochi giorni dalla notte degli Oscar  i premi del BAFTA, quelli che tutti gli anni la Royal Albert Hall di Londra  attribuisce ai migliori film, interpreti e registi della passata stagione cinematografica “ammaccata” dalla pandemia globale,  come  quelli che hanno costruito il colossal fantascientifico Dune con Timothèe Chalamet e Zendaya Coleman  o come il catastrofico Don’t Look Up con Leonardo Di Caprio o il bellissimo “Belfast con Jennifer Lawrence in cui il regista Kenneth Branagh racconta la sua infanzia in Irlanda e naturalmente E’ Stata la mano di Dio del nostro amatissimo Paolo Sorrentino che con questo film corre ufficialmente anche per gli Oscar. Quarta Parete sensibile al Cinema di sempre e di tutti, rende omaggio a modo suo a tutto il cinema, quello Italiano in particolare ricordando al pubblico la storia della grande Lux Film di Riccardo Gualino.

La sua collezione di quadri del valore di miliardi di dollari oggi è un patrimonio una parte del quale costituisce la “Collezione Gualino” donato e custodito presso la Galleria Sabauda di Torino. Una collezione firmata da artisti immortali: da Chagall a Degas, da Mirò a Modigliani, da Picasso a Kandisky, fino a Renoir. Amico nell’epoca d’oro della “belle époque” di miliardari e mecenati come lui da Joseph Kennedy il padre del futuro Presidente John Fiztgerald o come Solomon Guggheim, poderoso collezionista d’arte i cui eredi poi negli anni cinquanta si stabilirono anche a Venezia e New York dove ancora oggi la Galleria con il loro nome è uno dei miti universali della cultura.

E fu sempre lui grazie all’avvento dell’automobile a creare con Giovanni Agnelli la futura FIAT diventandone azionista di riferimento e vicepresidente e a costruire per amore della cultura uno dei teatri più belli di Torino, dove solo nel foyer erano esposti ben sette Modigliani. Joseph Kennedy negli anni trenta gli consigliò di entrare nel mondo magico del cinema come distributore per l’Italia e la Francia dei favolosi film dell’americana RKO che poi comprò il miliardario petroliere pilota Howard Huggs (ricordate il film con Leonardo Di Caprio?).

Riccardo Gualino il miliardario, industriale, banchiere, fondatore della Snia Viscosa, proprietario immobiliare di case e palazzi in tutto il mondo, collezionista d’arte fra i più’ noti nei cinque continenti, biellese e piemontese doc, fondò la Lux Film con sede inizialmente a Parigi in Rue de Rivoli 242 a un passo dall’ingresso del Louvre, come ci ricorda nel suo bellissimo libro Giorgio Caponetti.

Un marchio quello della Lux Film che ha fatto la storia anche del cinema italiano fondata nel 1926 con un capitale sociale di centomila lire. Oggetto sociale: produzione e distribuzione di pellicole cinematografiche e gestione di sale cinematografiche. Uno dei soci di Gualino fu l’industriale della lana Rivetti mentre a Roma in quel periodo si cominciava a costruire Cinecittà’ e sugli schermi attraverso la RKO arrivarono capolavori come King Kong, Cimarron di Anthony Mann, il western che vinse l’Oscar, Piccole donne con Katherine Hepburn e Carioca, il celebre musical con Fred Astaire e Ginger Rogers che ebbi la fortuna di intervistare a Palm Springs  che mi confessò ormai novantenne,  come quel film gli «aveva segnato tutta la vita».

Così’ con la Lux Film di Gualino e l’apertura degli studi di Cinecittà, la capitale del cinema in Italia non fu più Torino ma Roma dove nella sua casa all’Esquilino erano di casa anche gli Agnelli.

Il primo film prodotto dalla Lux Film fu Don Bosco di Goffredo Alessandrini.«Con Don Bosco», raccontava Gualino, nel libro a lui dedicato da Caponetti, “non si sbaglia di sicuro, non ci sono problemi di censura, fa piacere ai preti e a Mussolini”.

Poi la Lux Film produce e distribuisce Due milioni con un sorriso per la regia di Carlo Borghesio con l’aiuto di un giovanissimo Mario Soldati.

Riccardo Gualino aveva sostenuto la lotta partigiana e dopo il confino a Lipari in cui lo aveva condannato il fascismo, aveva incontrato più volte a Torino ospite del suo teatro il giovane regista Luchino Visconti con il suo amico il Principe Umberto di Savoia prima del suo matrimonio con Maria Jose a Parigi, quando Visconti già si stava affermando come aiuto regista di Jean Renoir.

Con la Lux Film Visconti realizzerà Senso, un capolavoro che fa parte della storia stessa del cinema Italiano e in tutte le grandi città’ italiane, crebbero come funghi le sale cinematografiche Lux, i cui uffici romani erano collocati in una lussuosa sede in via Po a due passi da Via Veneto e Villa Borghese. Fu lì che Gualino incontrò per la prima volta un giovane Pietro Germi che gli propose di realizzare “Il cammino della speranza con Elena Varzi e Raf Vallone che dopo quel film si sposarono. Era il 1950!

«Dopo le bombe, dopo la miseria, dopo la fame», disse Gualino, approvando quel film «la gente ha bisogno di speranza» e il successo fu tale che ancora oggi è considerato uno dei più bei film della storia del cinema italiano del dopoguerra. Fra i film realizzati dalla Lux ricordiamo Riso amaro di Giuseppe De Santis con la stupenda Silvana Mangano e con Vittorio Gassman e poi In nome della legge, Non c’è pace fra gli ulivi, fino ad arrivare alla fine degli anni cinquanta a I Soliti ignoti di Mario Monicelli, che diventerà un oggetto di culto per tutte le generazioni.

Cosi come Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, geniale inventore di ricchezze e di mode, Riccardo Gualino, industriale, banchiere e mecenate, grazie alla Lux Film aveva ideato una formula geniale copiandola dalle grandi majors di Hollywood, quella della figura dei cosiddetti produttori esecutivi. Molti dei suoi film furono realizzati da giovani produttori, due di questi che si fecero le ossa con la Lux e che poi si associarono affermandosi in tutto il mondo furono Dino De Laurentiis e Carlo Ponti, che, complice il set, si innamorarono prima e sposarono dopo rispettivamente con Silvano Mangano e Sophia Loren.

Dalle forze produttive della Lux film sono usciti tanti film fra questi Europa 51 di Roberto Rossellini e alla Lux comincio a collaborare come sceneggiatore anche un giovanissimo Federico Fellini. E poi film come Senza pietà di Alberto Lattuada, Proibito rubare di Luigi Comencini, Anna di Lattuada, Siamo uomini o caporali con Totò diretto da Camillo Mastrocinque, Le ragazze di San Frediano di Valerio Zurlini, senza dimenticare grandi star come Sophia Loren Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Anna Magnani, Alida Valli, Marina Vlady e perfino Audrey Hepburn che si innamorò’ e si sposò con un medico romano.

Forse il film più costoso fu proprio Senso, un affresco storico di un’epoca realizzato da uno dei registi che ha avuto più di tutti un rapporto costante e profondo con la letteratura e le altre arti in quegli anni ruggenti: Luchino Visconti, che con quel film portò al successo mondiale anche la bellissima e giovanissima Alida Valli, la prima attrice italiana a conquistare anche l’industria di Hollywood dove lavorò con Gregory Peck, Frank Sinatra e Orson Wells con cui girò Il terzo uomo.

Alla prima di Senso alla Mostra del Cinema di Venezia c’era tutto il mondo del cinema internazionale da Rock Hudson ad Alfred Hitchcock da Jean Gabin ad Akira Kurosawa. Ancora oggi i film della Lux Film “vivono” immortali nel tempo, testimoni di un’Italia cinematografica grazie a un geniale produttore senza tempo.