di Laura Dotta Rosso
Una soubrette, un quiz, i premi per gli ospiti, gli anni novanta, uno specchio girevole, degli appendini per i vestiti: così ci accoglie lo spettacolo “7 psicosi ¿” scritto e diretto da Valentina Ghetti con Martina Palmitesta andato in scena al Teatrosophia dal 6 all’ 8 dicembre. Dalla locandina del testo, il pubblico immagina uno spettacolo drammatico che affronta con coraggio il sottile tema delle psicosi; in realtà ha di fronte a se quella che sembra essere una trasmissione in televisione, dove ci si aspetta da un momento all’altro, di essere in una candid camera . 7 buste sparse sotto ai sedili della platea, racchiudono un oggetto, un simbolo, spunto per argomentare la scena successiva. Si tratta l’ironia dei social, l’ansia del cibo, delle calorie, dei life coach, degli hastag, delle convinzioni che ci auto imponiamo nella vita, dei limiti della società, del desiderio che abbiamo di non soffrire, della paura di poter cambiare pensiero, di poter essere diversi “perchè il nero e il bianco, insieme, fanno il tutto”. Gli spunti sono presenti ma fanno fatica a decollare, grandi vuoti drammaturgici e poco collante tra una scena e l’altra, i cambi di costume a vista risultano lunghi, noiosi, ripetitivi, come anche le musiche e la procedura per accogliere l’ospite del pubblico ( busta, notaio, scena, premio finale), un meccanismo prevedibile che non aiuta a far rimanere alta l’attenzione. Un buio eterno fa credere allo spettatore che debba accadere qualcosa di interessante, in verità l’attrice deve, per l’ennesima volta, cambiarsi di abito.
La regista e l’attrice, a fine spettacolo, trasmettono gioia, entusiasmo,raccontano la nascita dello spettacolo e il pubblico si emoziona e riesce facilmente ad empatizzare con la loro giovane grinta. “7 PSICOSI ¿” deve crescere, deve velocizzare i tempi ed approfondire tematiche che non possono essere trattate con superficialità, la profondità del testo non può essere circoscritta a poche battute. 7 sono le psicosi, ma i modi in cui ognuno di noi può scoprire se stesso sono molti di più.