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7 ANNI alla Cometa: La recensione

Attese… silenzi… sgomento… telefonate ripetute…. Ancora silenzi…

Potrebbe sembrare un qualunque conflitto, quello in scena da mercoledì 13 novembre al teatro della Cometa fino al 1 dicembre: quattro soci in affari, uno di loro una donna, e un mediatore venuto da fuori a cercare di trovare un quadro di sintesi tra i confliggenti.

Curiosamente, l’attore che incarna il mediatore porta la voce del nostro attuale Presidente del Consiglio e il personaggio si chiama Giuseppe, proprio come lui. Ma il gioco metaforico (anche se chissà quali mediazioni è chiamato a svolgere il Presidente Conte dentro il rissoso quadro della sua maggioranza) finisce qui.

In ballo c’è ben altro, e quello non è un conflitto come tanti: c’è il rischio che l’azienda di cui i quattro personaggi sono titolari -pur con differenti mansioni- vada in malora. E che tutti vadano in galera per 7 anni, appunto, per via di certi fondi neri accumulati in terra svizzera.

L’azienda, infatti, è nel mirino dell’Agenzia delle Entrate e la Guardia di finanza sta facendo tintinnare le manette, avviando –secondo dritta dei soliti bene informati- una imminentissima perquisizione degli uffici.

 Per scongiurare il tracollo dell’azienda e soprattutto per scegliere chi tra loro dovrà sacrificarsi avviandosi a 7 anni nelle patrie galere, salvando gli altri, i quattro (apparenti) amici si sono dati frettoloso convegno una sera per la scelta del sacrificato, sotto la supervisione di un ineffabile mediatore, non disposto a farsi contaminare dal clima surriscaldato che presto comincia a serpeggiare.

Questa la leva narrativa per scardinare la trama di apparenze che corre tra i quattro: l’amicizia si rivela ben presto un legame assai rivedibile e così la stima e la considerazione reciproca. Emergono conflitti e idiosincrasie fin lì sommerse, nessuno pare offrirsi di buon grado al sacrificio, ciascuno accampando il salvacondotto di una superiore esigenza, e quando dalla votazione emerge un nominativo, il conflitto si sposta sulla sostanza del corrispettivo. Quale potrebbe essere la giusta contropartita in favore del designato? E sarà mai esosa e contendibile la sua richiesta?

In scena Giorgio Marchesi, Massimiliano Vado, Pierpaolo De Mejo, Serena Iansiti e Arcangelo Iannace.  Lospettacolo, tratto dalla sceneggiatura dell’omonimo film spagnolo del 2016 (prima produzione in Spagna di Netflix) è stato tradotto e adattato per il teatro da Enrico Ianniello. La regia è di Francesco Frangipane, produzione Argot.

Teatro Roma
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