60 ANNI E NON DIMOSTRARLI: AUGURI AI FLINTSTONES

 di Andrea Cavazzini

Era il 30 settembre 1960 quando Fred e Wilma Flintstone apparvero per la prima volta sul piccolo schermo grazie alla storica emittente statunitense ABC, e ci sarebbero voluti altri tre anni, prima che Gli Antenati, arrivassero sugli schermi italiani, anticipando di 30 anni i Simpson. Gli uomini delle caverne creati da Hanna e Barbera (insieme a successi come Tom & Jerry, Yoghi, Scooby-Doo e tanti altri), approdarono sulla Rai nell’agosto 1963, caratterizzati da quell’inconfondibile urlo di Fred “Yabba-Dabba-Doo”(nato da un improvvisazione del primo doppiatore americano, l’attore Alan Reed), e dal tormentone tutto italiano “Wilma dammi il clava“(che non era presente nella versione originale). Un mondo così lontano  ma anche così vicino. La serie si basò su un’idea semplice, ma geniale: raccontare come sarebbero vissuti i nostri antenati in un mondo tra l’età della pietra e il boom economico americano, riuscendo nella non facile impresa di intrattenere per sei decenni una generazione dopo l’altra.

Fred e Wilma Flintstone, lui arrogante operaio in una cava di pietra e lei moglie dal cuore tenero ma dalla lingua tagliente e i loro vicini, Barney e Betty Rubble, vivono a Bedrock durante il 10.000 a.c. Fred e Barney lavorano in una cava, e Betty e Wilma sono casalinghe costantemente in disaccordo con i loro mariti, specchio fedele di matrimoni realistici e riconoscibili rispetto ad unioni considerate perfette ed apparentemente impeccabili. La serie ha avuto un tale successo che ha consacrato Hanna e Barbera come i più grandi produttori di film d’animazione tanto che nel 2013, la rivista TV Guide ha classificato i Flintstones come il secondo miglior fumetto televisivo di tutti i tempi dopo i Simpson. A dispetto delle 60 primavere compiute, le gesta degli Antenati continua ad avere una grande seguito di fans e per i più accaniti, sono diventati un vero e proprio oggetto di culto che difficilmente si estinguerà a causa del forte impatto sulla cultura pop.

Nel mondo immaginario dei Flintstones non c’è molto in termini di comodità contemporanee e l’intuizione di Joseph Anna e William Barbera è stata quella di trasportare elementi del mondo moderno in un’ambientazione preistorica. Vuoi guidare una macchina? Nessun problema, preparati ad usare i piedi per farla muovere, perché i motori a benzina non esistono. Vuoi ascoltare della musica? Prendi un disco scolpito nella pietra e utilizza il becco di un uccello come una puntina di un giradischi per suonarlo. Hai fame? Come lo vorresti cucinare il tuo hamburger di brontosauro? Vuoi volare da una città all’altra? Siediti su uno dei sedili attaccati alla parte superiore di un pterodattile e naturalmente non dimenticare di allacciare la cintura di sicurezza non prima di aver fatto i necessari scongiuri…. Il mondo è un sogno tecnologico per i nostri eroi.

Hanna e Barbera partirono dall’idea di realizzare una serie animata progettata più per gli adulti che per i bambini come era successo qualche anno prima con Tom & Jerry. Agli inizi pensarono ad una famiglia dell’antica Roma, ma da li a poco intuirono che il successo sarebbe arrivato concentrandosi sulla preistoria e traendo soprattutto ispirazione dalla serie televisiva “The Hooneymooners” andata in onda 4 anni prima, dove i protagonisti della sitcom a ben guardare, avevano molto in comune con la strampalata coppia Fred e Wilma.

I Flintstones, nel corso della loro rivoluzionaria serie, aprirono la strada a situazioni impensabili per l’epoca e che non erano state mai realizzate nell’animazione, come il fatto che Fred e Wilma dormissero nello stesso letto rispetto a programmi dove le coppie nella pudica America degli anni ’50 solitamente riposavano in letti separati. Ma sono stati anche uno dei primi cartoni animati a realizzare un’attenzione particolare sui divi in voga in quegli anni, presenti in qualità di ospiti delle prime serie che apparivano in versione vocale di sè stesse, tutte con nomi a tema rock. Come ad esempio Ed Sullivan (“Ed Sullystone”), Tony Curtis (“Stony Curtis”), Rock Hudson (“Rock Hudstone”), Cary Grant (“Cary Granite”) e la più famosa Ann-Margret (“Ann- Margrock “). Essere una “special guest” nei Flintstones era considerato un segno di prestigio.

Storie di vita quotidiana, sceneggiature efficaci che si focalizzavano soprattutto sull’umanità e sulla personalità dei personaggi e naturalmente l’elemento caratterizzante della voce, che ha rappresentato un marchio di fabbrica di questa fortunata serie, basta pensare che Wilma in Italia è stata doppiata da attrici del calibro di Isa di Marzio e Paola Quattrini.

I Flintstones non sono stati  solo un cartone animato popolare, ma hanno rappresentato senza ombra di dubbio una parte iconica della storia della televisione. I cartoni animati in prima serata (con rare eccezioni) sono in gran parte scomparsi durante gli anni ’70 e ’80, ma sono tornati prepotentemente in auge all’inizio degli anni ’90 grazie ai Simpson, che sono stati direttamente influenzati dai Flintstones e la loro eredità si continua ancora a percepire.