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27 notti: liberi di essere

Uscito lo scorso 17 ottobre su Netflix la commedia dolce amara “27 notti” di Daniel Hendler riporta il pensiero su temi come l’anzianità e libertà di agire.

Marta Hoffmann ( Marilù Marini ) è una donna di 83 anni, dal carattere stravagante ed indipendente, oltre ad  una importante ricchezza ereditata dal marito. La sua indipendenza, fatta di molte spese per finanziare artisti e di una vita amorosa piuttosto frenetica,  viene ostacolata dalle figlie che la fanno ricoverare presso una clinica psichiatrica, sostenendo che la donna soffra di demenza senile. Sarà da qui che Marta conoscerà Leandro Casales ( Daniel Hendler ), perito giudiziario incaricato dal tribunale di valutare il suo  effettivo stato mentale.

Daniel Hander e Marilù Marini

Adattamento del romanzo Ventisiete noches di Natalia Zito,ispirato a sua volta ad una storia vera, il film 27 notti del regista argentino Daniel Hendler, qui nei panni dello stesso Casales,  affronta senza troppa banalità la vicenda di un’anziana e la sua volontà di autodeterminarsi, cosa  che entra in conflitto con le volontà parentali, in questo caso delle figlie della donna.

Man mano che l’indagine prosegue sarà sempre più difficile per Casales capire effettivamente come agire: da una parte Martha, lucida nella sua volontà di essere libera e poter disporre di sé, dall’altra le sue figlie, divise tra opportunismo e affetto, di cui non si comprende quale interesse prevalga. Contemporaneamente la trama si infittisce facendo scoprire i  lati nascosti della signora Martha che mettono ancora più in difficoltà e nel dubbio il lavoro di Casales.

Sullo sfondo di una commedia scandita da toni comici alternati ad altri più drammatici, si fanno strada temi importanti come libertà di scelta e autodeterminazione, bisogno di controllo travestito da eccessiva protezione, tutti elementi di cui è difficile definire i confini.

“Martha è sempre stata una persona eccentrica. Ma l’eccentricità non è sintomo di demenza no?” questo ciò che si dice nel film, lasciando trasparire quanto sia difficile definire una persona e i suoi comportamenti, ancora di più quando questa non agisce secondo canoni prestabiliti.

La regia di Hendler riesce a trovare il giusto equilibrio tra ironia brutale e dramma, elementi contrapposti volti a mettere in risalto le relazioni e le loro complicazioni e duplicità, tutti elementi che ben scandiscono il ritmo del film.

Con rispetto e senza eccedere il film porta volutamente ad una riflessione importante, quella sul diritto di una persona anziana di scegliere e di essere “libera di essere”, non dovendo necessariamente dare spiegazioni.  Una riflessione reale che non può che toccare il vissuto di molte persone nella stessa situazione.

La sceneggiatura, curata sempre da Hendler, Martin Mauregui e Agustina Liendo è lineare, chiara, a volte troppo sintetica, che purtroppo tende a cadere nel banale lasciando poco spazio a svolte di trama. Marilù Marini da grande grinta e personalità alla sua Marta, tramettendola tutta l’eccentricità e forza di cui ha bisogno, Daniel Hendler mantiene la compostezza e professionalità  del suo personaggio.

Marilù Marini

Lungo i suoi cento  minuti, 27 notti  affronta con rispetto un tema sicuramente attuale, in un’unione tra tragicomedy e tematiche sociali che poteva essere decisamente rivelante. Tuttavia la critica sociale resta sempre sottintesa e non tocca la profondità e il potenziale che questo film poteva ottenere.

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27 notti. Regia di Daniel Hendler.  Soggetto tratto dal romanzo Ventisiete noches di Natalia Zito. Con Marilù Marini, Daniel Hendler; sceneggiatura di Daniel Hendler, Martin Mauregui e Agustina Liendo. Con Marilù Marini, Daniel Hendler. Distribuzione Netflix.

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