
Teatro
GRIDO D’AMORE: EDITH PIAF – La recensione
Un telo bianco sulle spalle, un bouquet fra le mani; l’uomo si alza, guidato dall’armonica, invoca il suo canto. Nostalgia
Un telo bianco sulle spalle, un bouquet fra le mani; l’uomo si alza, guidato dall’armonica, invoca il suo canto. Nostalgia
Si direbbe una forsennata pantomima, l’iterazione spasmodica di un quotidiano deformato, serigrafato. Tre sagome si muovono pervase da un’intermittenza totalizzante, ripetono
Candidi, i lenzuoli tradiscono il lento orchestrarsi delle ombre; si muovono le sagome in un sincrono di frenesia e d’attesa:
a cura della Redazione Si è conclusa ieri sera all’ Auditorium MACRO ASILO di Via Nizza, la II Edizione