Silvano Spada racconta la ricerca del sé e il conflitto tra autodeterminazione e fatalità.
Un giovane manager di successo è intento ad allenarsi a casa, quando sente il citofono e va ad aprire, trovandosi di fronte l’anziana vicina, un tempo famosa attrice teatrale, preoccupata per la sua pianta soffocata dalla buganvillea del giovane uomo. Con l’occasione la signora indaga e curiosa nella vita del suo condomino, acquisendo sempre più confidenza. Un’occasione per lui di conoscere meglio se stesso, prendendo consapevolezza di parti di sé da cui sta scappando e interrogandosi sul vero senso della vita.

Sulle note della più celebre canzone di Amy Winehouse, si consuma un incontro che sempre più assume i connotati di una seduta psicoanalitica imprevista e dall’aura metafisica. Di impatto la scenografia, che evoca la stanza completamente bianca e asettica di 2001:Odissea nello Spazio. Un ambiente quasi indefinito, embrionale. Sulla destra dello spettatore è posizionato il letto, simile a un lettino da psicoterapeuta, e a sinistra un divano basso e quadrato senza schienale. Tutto rigorosamente bianco, tranne delle finestre luminescenti fucsia e verdi, colori che irrompono sulla scena con una forza ipnotica.
Back to Black, un “ritorno all’oscurità”, un “ritorno al nero”. 2001:Odissea nello spazio inizia con un monolite nero parallelepipedo, il divino che comunica una sapienza ancestrale. Lo spettacolo di Spada rappresenta un ritorno al vero sapere, quello primordiale, depositato nell’inconscio stesso, realtà psichica custode di una saggezza segreta.
Sulla musica a tutto volume che dà nome all’opera teatrale, il giovane uomo si allena con un fisico scultoreo e una sicurezza che fanno pensare al superuomo nietzschiano, guardando davanti a sé come se ci fosse uno specchio, in un atto di lieve narcisismo, uno specchiarsi nello stagno della disgrazia come Narciso. Poi però il campanello suona e l’anziana signora fa il suo ingresso. Dietro i toni di una commedia dolce amara, si affrontano temi complessi e filosofici dal risvolto imprevisto. L’elegante attrice porta con sé dubbi e desideri già presenti ma ora espressi e oggetto di un processo di autoconsapevolezza. All’inizio recalcitrante, l’uomo si lascia andare, confidandosi a cuore aperto. Una la domanda più amara a cui si trova a dover rispondere: ”Lei e sua moglie siete felici?” Gli occhi parlano dice l’anziana e gli occhi del giovane tradiscono insoddisfazione e confusione, il peso di una finzione portata avanti giorno dopo giorno. Lei con la sua gentilezza affonda una lama nel cuore, sollecita un desiderio di “altro” già presente. I due sono molto diversi. Lui conforme ai criteri della società, vive nell’equilibrio con superficialità e porta avanti un matrimonio fondato su premesse razionali e non romantiche. È attraente, sportivo, all’apparenza invidiabile. Lei vive, invece, in un mondo di poesia e nostalgia, arte e profondità. Incarna la grazia e raffinatezza del divismo, gli ideali del teatro e il fascino del mondo artistico. I suoi movimenti sembrano contenere un accenno di pose sceniche, suscita simpatia e tenerezza per la sua malinconica dolcezza e l’umorismo delicato ed elegante. Il volto è austero, dallo sguardo così intenso e fisso da bucare una telecamera. L’interpretazione di Elena Croce è estremamente seducente e ammaliante, la sua espressione alle volte sembra una maschera che porta con sé una forza mistica, come l’irrompere di una dimensione metafisica nel contingente. Nella scena del ballo è presente e assorta allo stesso tempo nei propri pensieri, concreta ed evanescente, viva e dall’alone spettrale. Viene il sospetto che sia una messaggera dell’ignoto, che trascende l’umanità stessa.
“Nessuno è un’isola” dice. Tra i due si crea un legame, una verità che porta a un risveglio. Il giovane, si troverà a fare i conti con la propria natura interiore in una repentina uscita dal letargo dell’anima. Farà i conti con la disperazione della condizione umana e spiccherà il volo con l’anziana signora verso l’orizzonte della verità.
Tuttavia i copioni della vita sono imprevedibili, come ci urlerà il finale.
Nel bianco e luminoso appartamento penetra la divinità, l’inconoscibile. Non a caso si cita il Libro Rosso di Jung, dove misticismo, filosofia e psicoanalisi si intrecciano in un mistero suggestivo e criptico.
Back to black. Un ritorno all’inconscio, all’identità, alla verità della natura e del divino. Back to black, uno spettacolo estremamente evocativo che richiama allegorie e archetipi. Un viaggio interiore verso una nuova consapevolezza, oscillando tra Eros e Thanatos e squarciando il velo di Maya di una vita che in sè contiene la morte, condizione imprescindibile della vita stessa.
Insieme a Elena Croce sul palco anche Lorenzo Balducci, attore di talento di teatro e cinema. Se lei è lenta nei movimenti, divistica, detentrice di saggezza ed evoca l’idea di una presenza quasi soprannaturale, lui è frenetico e dinamico, dalla dirompente fisicità e suggerisce concretezza e pragmatismo, ma anche difensiva e freddezza. Nel corso del loro conversare il personaggio di Balducci si apre alla riflessione, inizia a esplorare se stesso, tentennando, confessando timidamente desideri repressi e insicurezze, addolcendosi.

Silvano Spada, direttore artistico dell’Off/Off Theatre e alla guida nuovamente del Todi Festival, racconta con questo lavoro pieno di fascino e introspezione una ricerca del sé tormentata, stimolata dall’incontro con l’altro, un viaggio interiore di autodeterminazione che dovrà confrontarsi con l’ineluttabile. Nel testo si parla inoltre della verità del teatro, specchio della vita, di recitazione, divismo e antidivismo, della vita come finzione teatrale in cui si recita una parte. Una scrittura potente e “psicoanalitica”, un lavoro di reminiscenza su chi si è davvero e l’entità del proprio passato. Spada fa recitare ai due attori L’aquilone di Giovanni Pascoli, dove il poeta dalla contemplazione del presente passa al ricordo di un passato traumatico di morte, intrecciando e sovrapponendo i due piani temporali. Nel finale di Back to Black, viene il dubbio che sia attuato uno stratagemma simile e che la poesia di Pascoli contenga non solo un contenuto di libertà ma la struttura stessa dello spettacolo. Questa è una delle spiazzanti interpretazioni che quest’opera teatrale, scorrevole e in bilico tra commedia e dramma, suscita.
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Back to Black (Un viaggio verso la libertà) – scritto e diretto da Silvano Spada – Con Lorenzo Balducci e Elena Croce – Costumi Valter Azzini – Spazio scenico e luci Umberto Fiore – Assistente regia Orazio Rotolo Schifone – Assistenza tecnica Gloria Mancuso – Off Off Theatre Da venerdì 28 febbraio a domenica 2 marzo 2025