LA BISBETICA DOMATA: La recensione

“Signore! Mi si dice che qui ho sognato per cinque anni e più!”

E’ una ghirlanda illusoria a scatenare lo sbigottimento di Cristoforo Volpe, è attraverso lo sguardo barcollante di un abituale ubriacone che si apre la storia, e su di essa un’altra storia.

Si dimena l’imbrogliato in un abito di velluto rosso; corre, barcolla, ancora folgorato dalla presunta trasmutazione del proprio ceto sociale: spinto a credere di essere un ricco nobile, si appresta ad assistere a “La bisbetica domata”, pièce inedita di attori girovaghi.

Questa è solo la cornice di “La bisbetica domata” che, tratta dalla commedia di William Shakespeare, oggi in scena al Globe Theatre di Roma per la regia di Loredana Scaramella.

Proiettato temporalmente all’inizio degli anni Trenta, il testo si fa grammofono di una nuova eloquenza che si mostra efficace e arguta al di là del ribaltamento epocale.

Se il contesto cambia, non muta però la struttura del racconto: pensata come opera metateatrale essa vede nell’episodio iniziale solo il pretesto per o scioglimento di un’ulteriore vicenda che ne rappresenta il cuore pulsante.

Signori Sipario! – davanti agli occhi increduli dei due osservatori la commedia ha inizio: si articola davanti ai nostri occhi il cruccio di Battista Minola, il disperato tentativo di maritare le sue figlie nonostante il pessimo carattere della prima che per tal fatto assume la nomea di bisbetica.

Sullo sciame d’un dinamismo convulso, si rovesciano e si snaturano i meccanismi della vicenda fino a confluire in un limbo di contrari dove tutto assume le sembianze di ciò che non sembrava mai potesse essere.

Nel moltiplicarsi di quesiti sottile appare il filo che distanzia l’uomo dalla donna, l’orgoglio dall’umiliazione, il servilismo dall’amore tanto da farci immergere in un calderone di significanti oppositivi, di dualismi che convergono.

Dov’è la verità di fronte allo sconfinare di ruoli precostituiti? Cosa rappresenta la convenzione? Qual è il prezzo da pagare per la sua messa in discussione?

Non solo la storia dentro la storia ma il quesito dentro al quesito ci rende disarmati dinanzi all’abisso di presupposizioni che fino ad allora rientravano nell’ovvio.

Se la vivacità espressiva degli interpreti va a miscelarsi con la loro intima adesione al personaggio, parimenti incisiva e velata è il richiamo extradiegetico che ad intermittenza sembra richiamarci al nostro ruolo di spettatori.

D’altronde ci vien detto: “Chi ha il capogiro, crede che sia la terra a girare!”.

Con Giulio Benvenuti, Giulio Cavallini, Federigo Ceci, Tiziano Edini, Gianni Ferreri, Gabrio Gentilini, Paolo Giangrasso, Lorenzo Grilli, Roberto Mantovani, Ivan Olivieri, Loredana Piedimonte, Carlotta Proietti, Sara Putignano, Mauro Santopietro, Antonio Sapio, Federico Tolardo; una pièce roambolesca, una commedia variopinta in scena dal 19 Luglio al 4 Agosto 2019

Teatro Roma
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