Tutto chiede salvezza: la catarsi di cui abbiamo bisogno

Tutto chiede salvezza è uno dei prodotti migliori che si possono trovare su Netflix in questo periodo, rilasciata in piattaforma lo scorso 14 ottobre 2022 è la serie tratta dall’omonimo romanzo vincitore del Premio Strega 2020, di Daniele Mencarelli. La serie è prodotta da Picomedia e racconta in modo onesto, diretto ma anche romantico lo stigma sociale delle malattie mentali e il percorso di crescita di un ragazzo che viene sottoposto suo malgrado al TSO.

Il mondo in cui viviamo è diventato sempre più veloce e caotico ed è davvero complesso riuscire ad affrontarlo e provare a capirci qualcosa, anzi, se ci si prova si viene presi per matti. È questo il pensiero espresso dal protagonista di questa storia, Daniele che a un certo punto riassume a mio avviso l’essenza di tutta la serie:

“Che cura c’è? Per com’è la vita, dico? Che cura c’è? Voglio di’ è tutto senza senso, no? Poi se te metti a cerca’ el senso, te pijano pe’ matto”.  

Ed è proprio ai così detti “matti” che è dedicata questa serie Tv e la vita di questi emarginati e dell’ospedale psichiatrico viene vista attraverso gli occhi del protagonista Daniele (Federico Cesari) che si sveglia una mattina in un letto d’ospedale sottoposto a TSO confuso e arrabbiato dopo una notte di bagordi con i suoi amici durante la quale ha anche assunto delle droghe. È agosto, fa caldo, la famiglia non gli vuole parlare e in stanza con lui ci sono altre cinque persone, anche loro malati e sottoposti a cura, ciascuno con la sua storia e un passato doloroso come il suo.

Come affrontare questa settimana di TSO? Daniele poco alla volta conosce meglio se stesso e comprende i suoi errori e allo stesso tempo si lega tanto ai compagni di stanza, anche loro avranno il loro destino al termine di questa lunga settimana. Una settimana resa più sopportabile dalla presenza di Nina (Fotinì Peluso) una sua vecchia compagna di scuola ora diventata un’attrice e influencer con evidenti problemi di gestione della rabbia e un conflitto con la mamma.

Daniele non sa quale sia la cura per la vita, perché vivere è talmente difficile e doloroso che a volte tutto questo dolore è ingestibile. La serie è ben scritta e ben girata, con una regia che non si mette semplicemente al servizio della storia ma ha una sua personalità con uno sguardo onesto e crudo ma allo stesso tempo caratterizzato da una sua sensibilità e ciò lo dobbiamo a Francesco Bruni, regista e sceneggiatore del progetto, già regista di Cosa sarà, Scialla e sceneggiatore di alcuni dei film più importanti di Paolo Virzì.

Nel romanzo Mencarelli racconta un’esperienza autobiografica ambientata, infatti, nel 1994. Il cast scelto per questa storia è uno dei fiori all’occhiello dell’ottimo prodotto audiovisivo che è Tutto chiede salvezza.

Basti pensare che tra i compagni di stanza di Daniele e gli stessi medici e infermieri troviamo volti come Ricky Memphis, Vincenzo Nemolato, Filippo Nigro, Bianca Nappi, Vincenzo Crea, Carolina Crescentini e molti altri che insieme contribuiscono a un lavoro corale commovente e pieno di poesia.

Daniele vive una settimana che per intensità e crescita sembra lunga una vita e una volta uscito non è lo stesso che vi è entrato. Il protagonista impara una cosa fondamentale che non esistono i matti e le persone sane e che nessuno è completamente risolto nella vita ma che, appunto, tutto chiede salvezza.

In un vero e proprio viaggio dell’eroe Daniele perderà giocoforza dei pezzi sulla strada e queste perdite saranno dolore ma serviranno anche a crescere. Solo l’amore alla fine di tutto potrà salvare non solo Daniele ma i suoi stessi compagni che comprenderanno insieme a lui che volersi bene e restare uniti è fondamentale.

Per altro va detto che la storia d’amore tra Daniele e Nina viene raccontata in modo non banale e mai sdolcinato ma anzi con tutto il dolore del mondo. La risoluzione del personaggio di lei forse appare un po’ frettolosa nel finale ma non per questo meno apprezzabile vista la dinamica con gli altri personaggi.

Nella stanza dell’ospedale psichiatrico il tempo diventa una bolla e lo spazio una sorta di microcosmo all’interno del quale si muovono le anime in pena degli ammalati, come una sorta di purgatorio dantesco.

Tutto chiede salvezza ci permette di osservare l’altra faccia della medaglia nella vita di tutti noi, un mondo con regole proprie, diverse da quelle alle quali siamo abituati, un mondo sottosopra.

Allora Daniele e tutti i suoi amici, con Nina e i professionisti dell’ospedale psichiatrico diventano i nuovi cardini, punti di riferimento che si riferiscono ai labili confini di giusto e sbagliato, lotta e rassegnazione, amore e dolore, oscillando come pendoli da un estremo all’altro e noi con loro.

Dopo la visione di questa serie Tv anche noi non saremo gli stessi, ci sentiremo svuotati e allo stesso tempo liberati, frutto di una catarsi che ci farà tirare un felice sospiro di sollievo e soddisfazione.