Fra i corridoi più reconditi del secondo piano della Galleria Nazionale di Roma è stata allestita la mostra “Quanto Ben – / ti voglio?” per celebrare i 100 anni di Mirella Bentivoglio (Klagenfurt 1922 – Roma 2017). Dal 17 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023 si può fare una full immersion nell’inventiva di una donna che ha saputo accostare con una sottigliezza visiva, arte, linguaggio e ribellione, i punti cardine di questo lavoro espositivo di tutto rispetto.
Bentivoglio comunica l’esigenza di erigere l’emancipazione femminile artistica a un livello culturale che la onori senza usare retoriche poco dilettevoli. Le lotte femministe per la libertà di pensiero passano il timone a manufatti che ne esaltino le prese di posizioni nette, decise. Lo si desume dalle combinazioni ambigue di lettere apposte su quadri, le quali si modellano in giochi di parole e anagrammi che vanno controcorrente per essere sovversivi. Si vede la produzione di collages semantici, strutturati su oggetti fisici, che avviano riflessioni critiche inaspettate.
Nelle tre stampe denominate “Successo” (1969) la prima “c” è stilizzata graficamente, cosicché si rimarchi “cesso”, indicando che in certi casi la fama risulti deviante e svilente. Lo stesso per lo slogan “Divano” originariamente fissato su un cuscino, i cui fonemi “diva” sono distaccati dalla sillaba “no”.
Continua il crescere della sorpresa mediata dalla caduta della “o” in “L’incompiut” (1966). La superficie bianca, invece che il carattere finale, riporta un’assenza in cui si localizza la concentrazione dell’osservatore.
Fra le composizioni ce n’è una che sa il fatto suo perché non solo è anticonvenzionale ma è anche paradossale. Nella sagoma di una mano si legge “è una mano scritta non è un manoscritto”. I più attenti possono ipotizzare un rimando al “Ceci nest pas une pipe” di René Magritte, primo pittore surrealista che marcò la differenza tra la rappresentazione e l’evidenza. Ciò che parrebbe usuale viene riproposto affinché non ci si limiti a considerare esclusivamente i significati letterali, come si insegna anche in linguistica.
L’artista e poetessa contemporanea ribalta i canoni estetici catturando l’interesse del visitatore, desideroso di conoscere gli stratagemmi delle rivelazioni d’autrice. L’esposizione raccoglie cinismo e disillusione, trascinando con sé disinvoltura. È difficile non rimanere colpiti dalle tele così ben architettate e distribuite sui muri. Il catalogo comprende inoltre i racconti personali di Mirella su carta e video, prose e poesie in versi, libri, bibliografia dei contributi autografi e un elenco delle mostre personali, performance e interventi sul territorio.
Galleria Nazionale:
Ingresso accessibile
Via Gramsci 71
Orari di apertura
dal martedì alla domenica:
9.00 – 19.00