“Nel Bosco” dell’adolescenza al Teatro India

Nel Bosco è in scena al Teatro India dal 5 al 17 ottobre 2021, con Jacopo Bicocchi, Elsa Bossi, Lia Grieco, Aram Kian, Francesco Bolo Rossini, Romana Maggiora Vergano, Giulia Weber. La produzione è del Teatro Stabile di Bolzano in coproduzione con Teatro di Roma, Romaeuropa Festival e Riccione Teatro.

Lo spettacolo trae spunto dal caso di cronaca delle “Baby Squillo” avvenuto a Roma nel 2013 nel quartiere Parioli. Il testo, di Carlotta Corradi, è scandito da una scrittura cruda nella sua lealtà. A partire dalla favola di Cappuccetto Rosso dei Fratelli Grimm, con una grigia ma acuta innovazione, si risalta la somiglianza che persiste fra i lati oscuri delle due storie.

Se l’adolescenza non è un periodo semplice per nessuno, lo è ancor meno per Manu e Chiara, di appena quindici e sedici anni. Entrambe, accecate da una perdizione morale, si prostituiscono. Lo fanno per soldi, per solitudine, per cercare di controllare un mondo che però gli sfuggirà rapidamente dalle mani.

Il bosco è sinonimo di smarrimento, al suo interno Cappuccetto Rosso si perde. Quando pensa di aver ritrovato la strada di casa viene divorata viva dal lupo. D’altro canto, i lupi metaforicamente hanno molto in comune con i clienti, i quali più che da esseri umani si comportano da animali, approfittando dell’inconsapevolezza delle minori.

L’avvicinamento nocivo tra i corpi delle ragazze e gli uomini, va a ledere non soltanto le loro interiorità, ma anche i legami con le famiglie.

Le protagoniste, poco più che bambine credono di agire da donne. Le madri, invece di essere un punto di riferimento per le figlie, riversano su di esse una serie di frustrazioni. La nonna di Manu per l’età avanzata non riconosce più la nipote, confondendola spesso per altre persone. Le nuove conoscenze della coppia di amiche, si professano favorevoli, ma sono le stesse che le incoraggiano a entrare nel brutto giro di incontri, o per meglio dire nel bosco dei conflitti interiori.

Ridurre le personalità dei personaggi a identità lineari risulta impossibile. I mutamenti repentini dei ruoli si riflettono sulla percezione dello spettatore, che prova altrettante emozioni contemporaneamente: rabbia, sconcerto e afflizione. Sul palco l’unica presenza fissa è la complessità degli animi.

Gli attori, diretti da Andrea Collavino, prima di prendere la parola, si siedono e si alzano su delle panche, in modo frettoloso, improvviso. Fermarsi a pensare a ciò che si è fatto sarebbe troppo pericoloso.

I rari momenti in cui si sprigiona un tripudio di allegria nascono dall’intonazione di vecchie canzoni, come “Comprami”, “Riderà”, “Questo piccolo grande amore” e “24mila baci”. Le popolari melodie danno tregua a tutti i problemi, rappresentando la nota positiva di una vicenda che di lieto ha veramente poco. Gli sbagli di ognuno solo così perdono momentaneamente la capacità di farsi sentire.

Suono Hubert Westkemper

Disegno luci Luigi Biondi

Costumi e scene Anusc Castiglioni

Fonica Gianluca Agostini

Luci Francesca Zerilli

Foto di Filiberto Signorello