La fiaccola olimpica illumina il Festival di Cannes e il cinema italiano

Dopo la premiere di Partenope, spazio alla cinematografia portoghese e al colossal su un classico della letteratura come Montecristo.

Il Festival di Cannes a due giorni dal termine accolta dalle star del cinema, si infiamma per lo scenografico arrivo sul red carpet della fiaccola olimpica in viaggio verso Parigi per l’apertura delle Olimpiadi. Ma il Festival si infiamma anche per il consenso di pubblico e buona parte della critica per il bel film di Paolo Sorrentino Partenope, unico italiano in concorso che potrebbe candidarsi a qualche premio che alla domanda cosa significhi per lui questo film ha risposto: «Come ogni ultimo film che faccio, per me è tutto».

Pierre Nivey nel ruolo di Edmond Dantés

Entusiasmo anche per Marcello Mastroianni, si proprio lui che più italiano di così non c’è. Al Festival in concorso lo ha fatto rivivere nei suoi panni, imitandolo alla perfezione con ironia e amore la figlia Chiara, attrice sensibile e brava, protagonista del film Marcello mio, diretto con intelligenza dal francese Cristophe Honoré e interpretato anche dalla madre Catherine Deneuve.

Oggi in gara ci sono due film portoghesi: Grand tour di Miguel Gomes con Gonçalo Waddington insieme a Crista Alfaiate e Teresa Madruga, ambientato nel 1917 in Birmania che narra le peripezie amorose e politiche di un funzionario d’ambasciata dell’impero britannico. A seguire Motel destino di Karim Aïnouz,regista noto per il suo approccio critico e personale alle questioni sociali, con un film girato nello Stato del Cear nel nordest avventuroso del Brasile, terra difficile caratterizzata da un caldo costante di 30 gradi e dove si scontrano senza regole vite e destini come nei romanzi di Borges.

Fuori concorso il colossal francese Il conte di Montecristo, un classico senza tempo firmato da Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patelliére, ambientato nella Francia del 1815 con le avventure del fuggiasco giustiziere Edmond Dantés interpretato da Pierre Niney. Un film che strizza l’occhio agli appassionati di thriller d’avventura affascinati dalle storie di vendetta. Il film piacerà sicuramente anche a Leonardo Di Caprio che in quella Francia di intrighi reali, interpretò La maschera di ferro evento di qualche anno fa al Festival che disertò, costringendoci a scoprire la vera prigione dove fu rinchiuso per 11 anni a Fort Royal sull’isola Sainte Marguerite al largo di Cannes.

Alla critica e al pubblico ma anche a chi scrive infine è piaciuto e divertito fra gli ultimi film in concorso, Anora diretto da Sean Baker con Ivan Zakharov Mikey Madison. Commedia spassosa che vede protagonisti nella caotica New York il figlio ventenne di un oligarca russo che si innamora di una ballerina di lap dance a pagamento, fuggendo fra mille paradossali peripezie a Las Vegas e scatenando l’ira dei genitori di lui.

Valeria Golino, regista de L’arte della gioia

Ma al Festival a parte Sorrentino, sventolano ancora i colori italiani del nostro cinema anche per l’arrivo ieri sera di Valeria Golino più ‘volte in concorso a Cannes con Miele nel 2013 ed Euforia nel 2018, che in veste di regista presenzierà oggi alla prima de L’arte della gioia, adattamento dell’omonimo romanzo scritto da Goliarda Sapienza e interpretato per lo schermo da Jasmine TrincaTecla Insolia e Valeria Bruni Tedeschi.  Una serie che sarà lanciata nei cinema italiani in due parti la prima dal 30 maggio e la seconda dal 13 giugno. L’arte della gioia racconta di una ragazzina nella Sicilia di inizio ‘900 che scopre la sessualità e con esso il desiderio di una vita migliore.

Come dite? Le previsioni sul Palmares? Ne parleremo domani!

Foto di copertina: Red carpet per il cast di Partenope

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