Francesco Hayez, il pittore del vero

Dal 17 ottobre 2023 al 1° aprile 2024 alla GAM di Torino la mostra “Hayez. L’officina del pittore Romantico”.

La GAM (Galleria civica d’Arte Moderna e Contemporanea) si tinge di Romanticismo ospitando l’esposizione temporanea del celebre pittore italiano Francesco Hayez (Venezia 1791- Milano 1882) considerato emblema della pittura civile italiana. La mostra, articolata in dieci stanze suddivise per successione cronologica, vanta oltre 100 opere provenienti da collezioni pubbliche e private; tra queste importante la collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Brera da cui la mostra ha potuto prendere in prestito ben cinquanta disegni preparatori di alcuni dei dipinti esposti.

Galleria civica d’Arte Moderna e Contemporanea

Un percorso di vita lungo che ha fatto di Hayez il testimone e portavoce di cambiamenti epocali: dai moti risorgimentali alla nuova Unita d’Italia, al passaggio artistico tra Neoclassicismo e Romanticismo di cui l’artista era tra i principali esponenti . Nato a Venezia da una famiglia povera, Hayez ottiene la sua rivincita con l’ottenimento di una borsa di studio che gli permette di trasferirsi e studiare a Roma come allievo di Antonio Canova (Possagno 1757- Venezia 1822), esponente dello stile neoclassico. Qui l’influenza stilistica dell’insegnante è predominante sui lavori di Hayez, testimone l’opera Il vincitore, visibile nella prima stanza della mostra, dove le proporzioni fisiche dell’atleta rappresentato e quelle spaziali del contesto rispecchiano perfettamente i canoni neoclassici. Successivamente trasferito a Milano, dove vivrà per il resto della sua vita, Hayez si converte alla corrente romantica in uno stile che abbandona la correttezza stilistica e i temi mitologici tipici del neoclassico.

Un pittore romantico e civile, sempre più socialmente impegnato che si fa interprete tramite la sua arte dei mutamenti politici della storia italiana, spesso rappresentando e paragonando fatti storici passati alle vicende della sua attualità politica. Una scelta che lo consacra, da parte dello stesso Mazzini come “pittore della Nazione”. Una pittura nazionale, capace di farsi dimostrazione delle tensioni politiche degli anni dei moti rivoluzionari. In tal senso esemplari alcune sue opere come La congiura dei Lampugnani del 1826, dove la rappresentazione dell’uccisione del Duca di Milano Galezzo Maria Sforza creava una diretta e patriottica corrispondenza con l’attuale movimento della gioventù carbonara dell’epoca, all’indomani dei moti insurrezionali del 1821. Sulla stessa onda anche il dipinto I due Apostoli Giacomo e Filippo , dove vi è la rappresentazione dei fratelli Giacomo e Filippo Ciani, che coinvolti nei moti avevano scelto la via dell’esilio diventando veri e propri “apostoli” per la causa italiana.

I mutamenti stilistici accompagnano gli anni del pittore lasciando gradualmente andare il perfezionismo neoclassico appreso da Canova nei primi anni romani, ad un romanticismo sempre più svelato dalle tecniche, a cominciare dall’utilizzo di colori vivi ed accesi oltre che vari, capaci di donare potere e colore alle sue opere; tra queste evidente il rosso Tiziano utilizzato come colore per le vesti degli assassini nell’opera La congiura dei Lampugnani sopra citata. Anche lo sfondo del dipinto esprime l’applicazione di un realismo fedele, criterio tipico della pittura romantica, con la rappresentazione meticolosa e reale della chiesa di Santo Stefano, luogo in cui avvenne il crimine.

Tale realismo è applicato anche su persone ed animali: testimoni in tal senso le opere Studio di una testa spiccata dal busto (il Carmagnola) dove la testa decapitata dell’uomo è riprodotta con rigore quasi scientifico dal pittore, essendo frutto dello studio dello stesso sui corpi in obitorio. Su tale linea anche il dipinto Un leone e una tigre entro una gabbia con la riproduzione dei felini fedele alla realtà. I disegni preparatori che affiancano le opere sono espressione e testimonianza della meticolosità tecnica dell’artista che va oltre il talento istintuale.

Precisa e minuziosa anche la rappresentazione delle donne, presenza fondamentale nelle opere dell’artista dove queste hanno un ruolo predominante. Donne forti, fiere e libere quelle di Hayez rappresentate spesso svestite, decise e provocanti in un atteggiamento che all’epoca creava scalpore; bellissima in tal senso l’opera Bagnante con una delicatezza e sensualità disarmante e la sua Maddalena, da lui rappresentata completamente nuda, quasi provocatoria verso il suo pubblico. Il volto di Maddalena, Giulietta ed altri riferimenti è quello di Carolina Zucchi , amante prediletta e musa di Hayez; una donna forte, moderna ed indipendente, litografa e colta, che coltivava vivaci interessi nei suoi salotti culturali a cui lo stesso artista prendeva parte. Una donna ritratta anche in intimità, come nel dipinto Ritratto di Carolina a letto (L’ammalata), ritratto che destò grande scalpore dalla critica dell’epoca; essendo Hayez un uomo dalla vita sentimentale al di fuori delle regole sociali, una vita intima che non nascondeva, facendolo definire spesso artista scabroso e provocatore.

Un rapporto con il femminile intimo ma anche contrastato con la rappresentazione di donne spesso vendicative e crudeli, come nelle opere Il consiglio della vendetta e Accusa segreta dove Maria, la protagonista della storia rappresentata, ferita per il tradimento del marito viene mal consigliata dalla perfida amica Rachele a servirsi della delazione politica per fare ingiustamente accusare l’uomo. Nei due quadri amore e sofferenza contrastano, sentimenti evidenti nel volto di Maria, il cui sguardo esprime profonda indecisione e dolore sul suo agire.

Contrastata anche la sua visione dell’amore, Hayez, famoso in tutto il mondo per Il bacio, considerato manifesto dell’arte romantica italiana, subì non poche critiche per l’esplicita vicinanza fisica dei due innamorati. Intimità similare a quella ritrovata nei dipinti presenti all’esposizione, dove la passione amorosa dei protagonisti continuò a destare scalpore per l’epoca. Esemplare in tala senso L’ultimo addio di Giulietta e Romeo del 1833, dove la passione dei due é travolgente, con una Giulietta mostrata molto seducente ed intima, che indossa, addirittura, le pantofole domestiche. Una visione dell’amore sempre contrastato e difficile quello rappresentato da Hayez, dall’epilogo tragico, come in Imelda de’ Lambertazzi, rappresentazione dell’amore del 1273 tra Imelda della famiglia ghibellina dei Lambertazzi e Bonifazio, della famiglia guelfa dei Geremei, il dramma è preannunciato dalle figure dei fratelli di Imelda che si intravedono nell’ombra, pronti ad uccidere l’amato della donna. Una scena potente ed evocativa, dove i colori delicati dell’abito della donna e la tristezza sul suo volto sembrano già presagire il dolore futuro.

Un altro tema, quello del dolore, ridondante nelle opere del pittore, dal dolore amoroso a quello patriottico per la propria Nazione, una sofferenza quasi rassegnata negli ultimi anni di vita del pittore.Come nel suo Ecce Homo, opera iniziata nel 1867, all’indomani della Terza guerra d’indipendenza, dove la rappresentazione del Cristo flagellato e sofferente si fa interpretare del dolore universale, sia umano che divino, di fronte agli orrori della guerra; una sofferenza rivolta al genere umano e testimoniata dalla stessa posizione del Cristo, sollevato verso l’osservatore e rivolto ad esso.

Un Hayez sofferente, quello degli ultimi anni, che vede la fine delle speranze risorgimentali dei motti del 1848, un uomo in preda alla malinconia ma allo stesso tempo speranzoso per il futuro, La Meditazione del 1851 rappresenta in tal senso una delle immagini più simboliche del fallito Risorgimento italiano, protagonista una giovane donna sensuale dallo sguardo sicuro, in una mano un crocifisso con sopra incise le cinque giornate di Milano, poi il seno nudo… in un’immagine di patria “bella e perduta” pronta comunque a nutrire i suoi figli futuri.

HAYEZ. L'officina del pittore romantico | Galleria d'Arte Moderna Torino
Galleria civica d’Arte Moderna e Contemporanea

Una mostra che ci presenta non solo Hayez l’artista ma Hayez l’uomo, da pittore civile e romantico, tra credi patriottici e amori tragici e passionali. Un uomo con la sua vita, le sue imperfezioni e tecniche pittoriche, vivo e mutabile, come la vivacità e varietà dei suoi colori. Un ‘artista con un’unica costante: la ricerca del vero.

Hayez. L’officina del pittore romantico” è organizzata e promossa da Fondazione Torino MuseiGAM Torino e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, a cura di Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di BreraDal 17 ottobre 2023 al 1° aprile 2024.

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