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L’Oreste di Francesco Niccolini : il dolore è un viaggio interstellare
Nel fondale di “L’Oreste” uno spazio interstellare, nel proscenio un uomo che piange. Si muovono le stelle, i pianeti, le
Nel fondale di “L’Oreste” uno spazio interstellare, nel proscenio un uomo che piange. Si muovono le stelle, i pianeti, le
Mazùt si offre nel suo farsi, nel suo realizzarsi come composizione stratificata. Nella sovrapposizione di materiali, nel loro continuo riallestimento,
Il viaggio per l’inferno inizia da un marciapiede, non attende che il pubblico vi si predisponga: è un richiamo, quello
Sul palcoscenico l’unica fonte di luce che è quella di uno schermo bianco, illumina un uomo avviluppato fra le pareti
“La Nature est un temple où de vivants piliers, laissent parfois sortir de confuses paroles; L’homme y passe à travers
Un percorso caleidoscopico tanto eterogeneo quanto capace di dedicare il giusto spazio a ognuna delle molteplici declinazioni di cui si
La festa prima del naufragio, il naufragio: la folla indistinta si dimena nella traiettoria circolare, caracolla a terra trasformandosi in
Luogo rappresentativo, dall’inesauribile valore simbolico, è Piazza Vittorio ad aver ospitato lo scorso 30 Luglio la Conferenza Stampa di “Notti
Massimo Izzo, attore romano nella compagnia teatrale “Fuori Tempo Massimo”, racconta in modo toccante la storia di dipendenza da giochi
Tunnel come spazio di mezzo, come antro che nega la percezione dell’esterno, come stasi vissuta tra le mura di una
Sgargiante, silenzioso, grottesco: nella penombra della piccola sala verticale, un respiro sembra aleggiare dalle pareti, dal lungo corridoio di oggetti
Una luce diffusa illumina il palco quasi del tutto spoglio, un grande piano sulla sinistra l’unico oggetto ad occuparne la