A Porte Chiuse: L’inferno della nostra prigione interiore e il tormento delle relazioni umane

Al Teatro Lo Spazio di Roma, la compagnia Nike Teatro diretta da Alessia Tona, ha portato in scena  il testo di Jean-Paul Sartre

Sartre, filosofo, scrittore e drammaturgo francese, è considerato uno dei più importanti esponenti dell’esistenzialismo. Nel 1944 scrive A porte chiuse, un’opera che si sviluppa in un contesto sociale drammatico, in cui il bisogno di definire sé stessi e di aderire a un’identità imposta può mettere a rischio la propria esistenza e libertà. Con straordinaria lucidità, Sartre riesce a descrivere un inferno interiore che agisce come una telecamera puntata sul vero sé di ciascun individuo.

La regia di Alessia Tona risulta particolarmente efficace, per la capacità di restituire il messaggio diretto e implacabile dell’autore. L’essenzialità scenografica amplifica il significato dell’opera: un palco rivestito di bianco, pareti nere e tre sedute trasparenti, come a suggerire la loro stessa inconsistenza. Una porta bianca, un tagliacarte e un campanello rotto sono gli unici elementi in scena. Non serve altro: sono gli attori i veri protagonisti che, con un’interpretazione eccellente, sono capaci di trasmettere intensità espressiva, trascinante e coinvolgente.

Oggi, più che mai, A porte chiuse risuona con forza nel nostro tempo, dominato dall’illusione dell’apparenza e dall’incessante ricerca di validazione nel mondo digitale. L’opera incarna il dramma dell’essere e dell’apparire, dell’annullamento della propria verità interiore a favore di un’identità costruita per essere accettati. In questa dinamica, gli individui si trasformano al contempo in vittime e carnefici, in un ciclo di sofferenza che riflette perfettamente l’inferno interiore teorizzato da Sartre.

I tre protagonisti entrano in scena portando con sé il peso delle proprie colpe, rinchiusi in una stanza infernale dove sono destinati a scontare le pene dei loro errori umani. Inizialmente cercano di difendersi l’uno dall’altro, nascondendo le proprie malefatte, ma nel corso della narrazione le loro verità emergono inesorabilmente. Si tormentano a vicenda, osservano da lontano la vita che hanno lasciato e a cui non possono più tornare, incapaci di modificare il corso degli eventi. Questa frustrazione si trasforma in aggressività, in un gioco di potere e manipolazione reciproca. Quando la porta finalmente si apre, nessuno di loro trova la forza di varcarla: sono troppo immersi nel loro tormento per concepire la possibilità della salvezza. Rimangono, scegliendo inconsapevolmente l’unica condizione che conoscono: il dolore condiviso.

La forza vitale che gli attori imprimono alla loro interpretazione è straordinaria e toccante. Espressioni, gestualità e tensione scenica si combinano in un crescendo drammatico di grande impatto. Il loro passato viene rievocato attraverso proiezioni video sul fondale, immagini tormentose che amplificano il loro senso di perdita e di impotenza. Qui risiede il vero messaggio di Sartre: la possibilità di cambiare il proprio destino esiste nel corso della vita, attraverso una presa di coscienza autentica di sé, al di là del giudizio altrui.

Alla fine, i protagonisti accettano il loro eterno tormento con una macabra risata. Noi, invece, abbiamo ancora una scelta: possiamo vivere nella libertà del nostro vero sé, imparando a non ferire e a non ferirci. A porte chiuse ci ricorda che l’inferno non è altro che lo sguardo dell’altro, della società che ci circonda, quando ci costringiamo a esistere secondo aspettative che non ci appartengono.

Una bellissima messa in scena, di grande qualità registica e interpretativa, una riflessione profonda che vale la pena andare a vedere. 

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A porte chiuse di Jean-Paul Sartre – regia di Alessia Tona – Carlo Falconetti, Eleonora Lipuma, Marco Masiello, Maddalena Serratore e con Antonio Bandiera, Agnese Breda, Anna Bucci, Chiara Caporali, Maurizio Canforini, Federico Diana, Federica Lipuma, Andrea Mastrotto, Antonello Orfano, Federico Orfano, Alessia Tona, Simonetta Trippini – Regia Video: Davide Alario – Musiche: Lorenzo Capelli – Fonica e Luce: Marco Bertone – Produzione: Nike Teatro – Teatro Lo Spazio Roma 21-22-23 febbraio 2025

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