Per le date del 14, 15 e 16 febbraio Casa Shakespeare ha presentato il proprio riadattamento del capolavoro tragico shakesperiano.
“E poi vita poi morte e poi di nuovo vita” inizia così l’amina di Giulietta (Sabrina Modenini) nuovo personaggio e voce narrante di questa storia. La storia dei più celebri ed amati innamorati veronesi Romeo e Giulietta, narrazione che la compagnia attoriale di Casa Shakespeare mette in scena con profonda originalità.
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Il dramma di William Shakespeare è celebre, quella dei due giovanissimi amanti Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti, figli delle due rivali e nobili famiglie della città di Verona e per questo destinati ad un amore segreto, contrastato che non ha altro epilogo se non la loro morte.
Sullo sfondo di una Verona senza tempo, “la bella Verona”, come da citazione del Bardo, vediamo vita, gioventù, feste e amore per poi lasciare spazio al contrasto, il dolore e alla morte. Una morte giovane, che da sempre commuove il mondo intero e rende la stessa città un luogo di amore e al contempo tragedia.
Sul palco di Casa Shakespeare al teatro Satiro Off c’è tutto: il balcone a lato, immancabile in questa rappresentazione, un tavolo ben allestito che funge da altare per il matrimonio dei giovani e infine da tomba e morte per il loro triste epilogo.
Ed è proprio su questo equilibrato ed armonioso gioco degli spazi che la regia di Solimano Pontarollo si esprime, qui Giulietta (Giulia Lacorte) incontra il suo Romeo ( Riccardo Bodini), i due si dedicano amore sullo sfondo della notte, qui evocata da una potente luce blu.
Infine si fa strada la rivalità, quella espressa da padre Capuleti ( Solimano Pontarollo ) dalla morte prima di Mercuzio, poi di Tebaldo e infine degli sfortunati innamorati.
Ed è forse su questo che Casa Shakespeare ripone l’accento e il dolore della tragedia. Un dramma in cui a perdere la vita sono i giovani per i contrasti e il volere dei vecchi, dei genitori, coloro che i giovani avrebbero dovuto proteggerli; i padri e le madri, restano vivi ed osservatori delle conseguenze del proprio male.
Un significato, se si vuole, non troppo lontano dalla storia dell’umanità oltre che nostro attuale presente. Guerre sancite a tavolino per interessi economici e nazionalistici, conflitti dove i giovani muoiono ed è difficile trovare un senso.
L’adattamento bilingue vede l’uso della lingua italiana nelle parti di narrazione ma resta l’inglese shakespeariano originale per quanto riguarda il testo. Della scrittura riviviamo il celebre dialogo tra i due innamorati al balcone e tutta la crudeltà che padre Capuleti riversa sulla figlia, un eco che solo il verso shakespeariano può riprodurre con così forte suono ed impatto.
La regia è flessibile, fresca, sfrutta a pieno gli spazi, la messa in scena prevede rotture di quarta parete con il pubblico; non è un caso che lo stesso Romeo cerchi la sua Giulietta nascosto tra gli spettatori e che Giulietta e padre Capuleti ci diano caldamente il benvenuto nella loro casa nella prima scena.
Il riadattamento di Andrea de Manincor dona in particolar modo a Giulietta una sorta di coscienza, l’anima di Giulietta appunto, qui interpretata da Sabrina Modenini; una voce interna della stessa giovane che sembra già sapere ciò che avverrà e in qualche modo avvisa e cerca di placarla.
“Cuore di serpente sotto un volto fiorito?” chiede sbalordita l’anima ripetendo una esclamazione di rabbia di Giulietta per l’amato, replicando “ma dopo allo sposo sopraggiunge il perdono”. Con dolce sorellanza sostiene la giovane che cerca di addolcire e condurre verso la giusta via. Una via che poi si rivela a senso univoco, in quanto forse la storia è così potente e bella perché forse era proprio così che doveva andare.
Gli attori reggono con carisma i loro personaggi, in particolar modo Solimano Pontarollo che, rappresentando padre Capuleti, frate Lorenzo e lo stesso principe di Verona riesce a donare una buona interpretazione a tutti i suoi personaggi. L’attore interpetra anche Mercuzio e Tebaldo durante il loro stesso scontro mortale, passando tramite il tocco delle due spade da un personaggio ad un altro, in un gioco scenico che rende il tutto più riuscito e funzionale.
Le stesse luci assumono significati diversi, dai colore blu utilizzato ad indicare le scene notturne, ad una luce bianca più evocativa la dove subentra il contrasto e poi la morte.
“Io mi faccio memoria di tutto e tutti” dice l’anima di Giulietta e come una memoria si fa strada questa rivisitazione, una rilettura che nei suoi sessanta minuti concentra il dramma ed è forse proprio in questa tempistica che la messa in scena si esprime ancora più impattante, con tutta la passionalità e brutalità che questa storia evoca.
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Ancora oggi la rivisitazione di un classico come questo, con la sua espressione di sacrificio giovanile ritorna sempre perfettamente attuale. “ For never was a story of more woe, then this of Juliet and her Romeo”.
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Romeo and Juliet di William Shakespeare. Regia di Solimano Pontarollo; adattamento testo di Andrea de Manincor. Con Giulia Lacorte, Riccardo Bodini, Solimano Pontarollo e Sabrina Modenini. Produzione di Casa Shakespeare e On View di Ornella Naccari.
Foto e copertina di Casa Shakespeare.