Il Simbolismo cromatico ed allegorico di Federico García Lorca

I colori e simboli nelle poesie e nel teatro del poeta e drammaturgo spagnolo

Federico García Lorca ha sempre voluto decantare la sua Spagna nel percorso più allegorico che potesse esistere, plasmando una componente letteraria differente dalla scrittura dei suoi tempi.

Andaluso di origine e figlio della Generazione del’27, (gruppo letterario che ha dato vita a una tipologia di poesia e a una scrittura interpretativa e stilistica che osava molto nella sperimentazione), García Lorca ha voluto lasciare tracce della sua espressione artistica nella poesia, ovvero nei suoi romances e nella drammaturgia spagnola.

Sebbene siano due stili completamente differenti, hanno comunque qualcosa che li accomuna: entrambi raccontano la Gitanería, ovvero la storia straziante dei gitani che vivevano in Andalusia e che per lungo tempo sono stati perseguitati e condannati a vivere in isolamento e lontano dai centri urbani, costretti a nascondersi costantemente tra le montagne e a viaggiare di notte, lontano dalla luce della Luna, di modo che quest’ultima non li tradisse e non rivelasse agli spagnoli purosangue gli spostamenti dei gitani.

I gitani sono l’espressione emblematica della cultura e della tradizione spagnola rappresentata soprattutto dal ballo straziante e drammatico del flamenco, la danza dei gitani che racchiude il dolore e le sofferenze di un popolo a lungo emarginato. Questi sono dunque le espressioni artistiche che si sono rivelate nel futuro da un testamento tramandato dai gitani stessi.

La prima simbologia incontrata è proprio la figura della Luna, un’immagine negativa e per lo più nemica dei gitani. È una figura mitica molto spesso correlata alla morte e al destino dell’uomo. Gli altri richiami simbolici che traspaiono nella letteratura lorquiana sono senz’altro il Toro, allegoria della forza e figura rappresentativa della Spagna, la stessa immagine che utilizzerà Pablo Picasso nel suo Guernica del 1937. Il Cavallo è l’iconografia costante e principale delle poesie e delle drammaturgie teatrali di García Lorca: per i gitani, il cavallo è il simbolo della loro realizzazione vitale, figura positiva e dinamica in contrapposizione alla figura della Luna. Il Pesce e il Coltello sono due elementi minori ma senz’altro essenziali per la narrazione, poiché il primo ha una valenza cosmica ed è la raffigurazione dell’alba mentre il secondo è uno strumento di morte per eccellenza. Il coltello è lo stesso che verrà sfoderato dai due protagonisti gitani nell’opera teatrale Nozze di Sangue per sfidarsi in un duello all’ultimo sangue. Infine, l’Acqua, elemento naturale associato alla figura femminile che si manifesta in due distinte sembianze: la prima è correlata all’acqua corrente dei fiumi e dei mari ed è una simbologia legata alla fertilità, la seconda invece è legata all’acqua stagnante di un pozzo o racchiusa in un bicchiere d’acqua che indica la morte e la costrizione delle donne a vivere nelle mura domestiche. Quest’ultima rappresentazione è facilmente riconducibile alla drammaturgia de La casa di Bernarda Alba.

La morte ricorre sempre nelle opere di García Lorca per evidenziare il destino tragico dei gitani e compare come un’ombra sotto altre sembianze cromatiche, come il Verde delle limonate delle estati torridi spagnole, simbolo di presagio di morte dei personaggi ed il Rosso, il colore del sangue. Il Giallo, sfumatura positiva che richiama il Sole, soprattutto l’arco temporale dell’alba, mentre il Bianco richiama la Luna ed il poeta racchiude tutta la drammaticità riconducibile alla presenza dell’astro, simbolo del male. Immancabile è il Blu della notte in cui i gitani sono costretti a fuggire ed è un richiamo a tutti gli elementi naturali.

Qualora capitasse una lettura di uno dei componimenti del giovane poeta e drammaturgo spagnolo, rimarrebbe incantato dall’infinita bellezza delle suggestioni raccontate che andrebbero solo che decifrate.

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