Dalla lirica ai concerti, la nuova stagione del Teatro dell’Opera di Roma

Un programma sempre più ampio quello previsto dal cartellone 2024/2025 del Costanzi, che vuol essere casa di tutti, romani, turisti, appassionati e neofiti

Mentre sta svolgendo al termine la stagione 2023/2024, il Teatro dell’Opera di Roma ha presentato in conferenza stampa martedì 18 giugno il cartellone del nuovo anno, che si aprirà il 27 Novembre con Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi. Al tavolo delle autorità, posto di fronte al palco del teatro di piazza Gigli, il sovrintendente Francesco Giambrone, il Maestro Michele Mariotti, direttore musicale del teatro, Eleonora Abbagnato, il Maestro Paolo Arcà, nuovo direttore artistico dell’Opera di Roma e i rappresentati delle Istituzioni, dal Sindaco di Roma Roberto Gualtieri all’assessore regionale alla cultura Simona Baldassare.

Il Maestro Michele Mariotti

Poco meno di un’ora e mezza di conferenza stampa per presentare la stagione in arrivo, dal titolo I volti del potere, che echeggia un’idea ben diversa rispetto agli Sconfinamenti dello scorso anno. Parola d’ordine aumentare per un Teatro che ha chiuso il bilancio in attivo per il decimo anno consecutivo. 
Aumentare le produzioni e aumentare le date, venendo incontro alle richieste del pubblico di casa e dei turisti, anche nell’ottica di farsi istituzione fiore all’occhiello della città in vista del Giubileo del 2025, che investirà non solo la Roma di Fede. 

Nasce su questi presupposti un programma che conta dodici opere, sette balletti e sei concerti, e che si è mantenuto silente sui progetti per la prossima estate, eccezion fatta per l’anticipazione della nuova produzione di West Side Story diretta da Mariotti e per la regia di Damiano Michieletto, che di quella stagione estiva sarà responsabile della programmazione.  Ciò che si preannuncia per il 2024-2025 è un anno ricco, che vuol essere coinvolgente e parlare a un pubblico il più ampio possibile, non solo ad appassionati e addetti ai lavori. 


Un progetto che vuol essere corale, grazie anche alle diverse collaborazioni intessute dal teatro, prima fra tutti quella con il MAXXI, e l’artista Francesco Vezzoli, che ha curato la parte artistica del programma unendo iconografia classica e arte contemporanea. Un richiamo estetico, immediato durante questa presentazione, a quel continuo andare e venire nel tempo che vuole essere questa stagione, sia nella lirica che nella danza. 
La stagione operistica punta ad abbracciare quattro secoli, dal Barocco all’età contemporanea. E se l’apertura è affidata appunto al Simon Boccanera di Giuseppe Verdi, diretto ancora da MariottiPuccini sarà ancora punta di diamante con la Tosca, di cui ricorrono i centoventicinque anni dalla prima rappresentazione romana.  L’opera nel corso dei primi mesi del nuovo anno vedrà tredici repliche con l’alternarsi di quattro direttori differenti.

E se un solo Puccini non basta ecco anche Suor Angelica, che si accompagnerà aIl prigioniero di Dellapiccola nell’ultima tappa del Trittico ricomposto, fiore all’occhiello della direzione musicale di Mariotti, che ne sarà direttore, e che vedrà alla regia lo spagnolo Calixto Bieito. Ma è anche un anno di grandi ritorni a Roma quello che si preannuncia, come la Lucrezia Borgia di Donizetti, in scena grazie alla regia di Valentina Carrasco. Quarantacinque anni sono passati dall’ultima rappresentazione sul palco romano, mentre “solo” cinque dall’ultimo passaggio di Carrasco nella capitale.

E tornano anche le scenografie e i costumi storici, con L’Italiana in Algeri, che riprende le scene di Emanuele Luzzati e i costumi di Santuzza Calì, portando per la prima volta a Roma la direzione di Sesto Quatrini. Ma un ritorno scenografico è anche quello della Carmen, che dopo cinquantacinque anni viene riproposta con le scene e i costumi di Renato Guttuso. Il binomio tradizione e novità è al centro della stagione ed è stato al centro degli interventi in conferenza stampa, soprattutto quello del Maestro Arcà, che ha sottolineato l’importanza di cercare un terza via capace di coniugare le due anime, senza porle come assolute rivali. 

Così accanto ad Alcinadi Händel, in collaborazione con De Nationale Opera di Amsterdam per la regia di Pierre Audi, e lo Stabat Mater di Pergolesi, tutto in mano a Romeo Castellucci, troviamo Adriana Mater di Kaija Saariaho, compositrice finlandese scomparsa lo scorso anno. Un gradito ritorno al Costanzi anche per la registra inglese Deborah Warner che torna con The Turn of the Screw (Il giro di vite) di Britten, dal romanzo di Henry James

Mozart sì, ma un Mozart giovane, poco conosciuto, il Mozart diciannovenne de Il re pastore, con un allestimento tutto nuovo nelle mani di Cecilia Ligorio, anche lei tra le nuove debuttanti sul palco dell’Opera di Roma.  Correndo fino alla fine della stagione, ormai a ottobre 2025, si incontra il secondo dittico, con Il diario di uno scomparsodi Janáček e La voix humaine di Poulenc.

Tutta la stagione d’Opera, coi suoi viaggi tra Barocco e contemporaneità, è attraversata da registi e voci di caratura internazionale. Diversi ritorni, dalla soprano Angela Meade, che sarà protagonista in Lucrezia Borgia, già interprete nel 2022 e impegnata prossimamente a Caracalla con la Turandot, a Ekaterina Semenchuck, che dalla Amneris dell’Aida 2023 sarà chiamata ora nelle vesti della madre de Il prigioniero, nel dittico con Suor Angelica. Molti anche i debutti, tra cui quello di Gaëlle Arquez, che per la sua prima al Costanzi sarà Carmen. 

Grande spazio sarà riservato anche alla danza, con massima soddisfazione di Eleonora Abbagnato che ha presentato il programma relativo al balletto. Sette titoli, un numero in aumento in un paese che ancora fatica, come in aumento sono i ballerini del Corpo di Ballo dell’Opera di Roma, ora arrivati a sessanta. 

Si comincia a Natale con il canonico Schiaccianoci di Čajkovksij riprendendo la coreografia di Chalmer, ma subito dopo si passa a Il Pipistrello, balletto di Roland Petit de 1979 ispirato all’operetta di Johann Strauss Jr., con cui il Costanzi festeggerà capodanno.  Tra il repertorio classico sarà presente anche la Carmen, che quest’anno arriverà quindi all’Opera sia come lirica che come balletto, e Onegin di Cranko, tratto dal romanzo di Puškin, che porterà al Costanzi per la prima volta l’étoile del Teatro alla Scala Nicoletta Manni accompagnata da Friedemann Vogel

Anche quest’anno ampio spazio alla danza contemporanea con due i trittici, nella consolidata formula del Teatro dell’Opera, dedicati a questa disciplina. Il primo per l’occasione in scena alla Nuvola, con In Esistodi Vittoria Girellidi Philipphe Kratz e Creature di Francesco Annarumma. Tutte novità per il pubblico italiano, che, come ha sottolineato Abbagnato durante la conferenza stampa, soffre la difficile stagione che vivono i ballerini e non solo, spesso formatisi qui per poi dover lavorare fuori. 

Il secondo trittico contemporaneo, questa volta di nuovo al Costanzi, racchiude Four Last Songs di David DowsonSubject to Changedi Paul Lightfoot e Sol León e Cacti di Alexander Ekman, tutte fiirme conosciute e consolidate del mondo del contemporaneo.
Ancora balletto, sul finire di stagione. È la volta del Marco Spada già messo in scena da Lacotte a Roma nel 1981, un omaggio all’artista che vedrà sul palco diversi ballerini di caratura internazionale. 

La scuola di Danza dell’Opera di Roma

Ultima ma non per importanza la stagione concertistica, che conterà cinque appuntamenti, più quello con l’Orchestra Nazionale Barocca, e si aprirà con la Philharmonia Orchestra di Londra. 
A seguire saranno due le direzioni di Mariotti, la prima delle quali sarà composta da Entr’acte n. 3 di Franz Schubert dal dramma Rosamunde, il ciclo dei Kindertotenlieder di Mahler e la Sinfonia n. 3 Eroica di Beethoven, intervallate da alcune letture di testi Leopardiani a cura di Sergio Rubini, mentre la seconda serata di Mariotti sarà dedicata a Ein deutsches Requiem di Brahms.
Ultimi due podi concertistici per James Conlon, che ricorderà Šostakovič nel cinquantesimo della morte, e il giovanissimo Diego Ceretta, il cui debutto al Costanzi è previsto per settembre 2025.

Foto di @Fabrizio Sansoni