San Gregorio Armeno, tra Totò, Maradona e Sorrentino: la mano di Dio su Napoli!

Buon Natale! Buon Natale da San Gregorio Armeno la strada dei presepi della Napoli cara a Libero Bovio ai lettori di Quarta Parete.

E proprio da questi vicoli i cui artigiani fra statuette riproducenti personaggi che appartengono alla città come Maradona ed Eduardo e gli immancabili politici, quest’anno spiccano i Re Magi che ironicamente esibiscono il Green Pass, salta agli occhi la piastrella ricordo di Totò con una sua celebre frase incisa sul lato sinistro di quella faccia diventata un simbolo come Pulcinella che dice: «L’ignorante parla a vanvera. L’intelligente parla poco. ‘O fesso parla sempre.»

A leggere la nostra contemporaneità’ viene proprio da pensare, visto l’edonismo di certi personaggi, che pur di apparire sono disposti a qualsiasi compromesso a discapito della qualità’, dello stile e dell’eleganza e se permettete del garbo. «Con i classici parlando di televisione si può’ e si deve fare di tutto: riscriverli, stropicciarli, rovesciarli, con aggiunte e sottrazioni tenendo presente”, scrive il critico Marco Ciriello su allMattino, tenendo presente due regole: se si aggiunge si deve reggere il vertice», parlando dello sceneggiato Sabato, Domenica e Lunedì di Eduardo De Filippo; se si sottrae si deve conservare l’equilibrio. Però’ Eduardo non si può’ ridicolizzare.

Ma per fortuna in difesa del giusto equilibrio con buon gusto, stile e spettacolo, proprio a Napoli è stato accolto da applausi a scena aperta in sala È stata la mano di Dio, il film del napoletanissimo Paolo Sorrentino presentato in anteprima alla vigilia della visione sulle reti televisive targate Netflix,  in corsa da gennaio per i  Golden Globe ad Hollywood in attesa di sapere se riceverà anche la nomination agli Oscar. Dopo l’affermazione alla Mostra del Cinema di Venezia e nelle sale in America, il film di Sorrentino a Napoli ha riportato il pubblico al cinema (Covid permettendo), riscuotendo un successo da tutto esaurito.

In America il critico Anthony Oliver Scott del New York Times ha coniato per Sorrentino addirittura un neologismo “Estetizzatore”, definendo il film del regista napoletano «un dramma autobiografico sensuale, triste,  occasionalmente sublime, un’estetizzatore capace di redimere l’orrore della realtà’ alchimizzandola in bellezza.” Con questo film” scrive Maurizio De Giovanni in un suo editoriale, «torna una Napoli che non c’è più. Questa anteprima è stata un’esperienza di coinvolgimento collettivo difficile da dimenticare». Una cornice emotiva arricchita dalla presenza in sala di  una parte del cast con Toni Servillo e dall’esibizione dal vivo di Pietra Montecorvino, una delle voci più riconoscibili della città che ha ricamato, scrive De Giovanni,” una Napule é  di Pino Daniele molto significativa”.

Insomma una serata che ha lasciato in chi c’era un segno e in chi ama il cinema la speranza di un ritorno alla qualità’ e alla sala. «vedere questo bel film è stato», chiosa De Giovanni, «come pescare vecchie e care foto da una scatola dimenticata di biscotti».

A Paolo Sorrentino bisogna dire soltanto grazie! “Una persona intelligente” che sarebbe piaciuta al grande Totò, come grazie bisogna dire ai tanti bottegai e maestri artigiani anonimi di quei presepi ritrovati di San Gregorio Armeno, custodi di una tradizione secolare, ancorchè alle casse di un turismo avvilito fa bene al cuore, proprio come un bel film!

* Critico cinematografico e letterario, giornalista, dal 1976 inviato speciale RAI (TG1, TG2, TG3, TG3 Regionale, Rete Uno, Rete Due, Rete Tre) per Cinema, Spettacolo, Costume.