Ragazza senza prefazione. Istantanea di una generazione

Ragazza senza prefazione è l’esordio letterario di Luca Tosi edito da Terrarossa edizioni ed è la storia di Marcello (anche se il suo nome viene pronunciato una volta sola) un tipico trentenne di oggi che vive a Sant’Arcangelo di Romagna e sta facendo una passeggiata da solo e mentre passeggia ripensa a lei, la ragazza dei suoi sogni, quella che ha sognato per anni e che è stata sua per pochi attimi prima di diventare un fantasma dal quale non riesce a liberarsi.

Il libro scorre veloce e per poco più di ottanta pagine riassume l’inabilità allo stare al mondo del protagonista, la sua disabilità sociale, la misantropia che lo attanaglia. La società, prima di tutto nella figura dei suoi genitori, lo vuole attivo, inserito nel mondo del lavoro e produttivo invece lui oggi i Tg lo chiamerebbero “bamboccione”, non lavora, non studia più e vive ancora a casa dei suoi e ogni giorno è una nuova discussione, soprattutto con suo padre che non perde occasione di ricordargli che è un fallito. Vi suona familiare? Di certo la storia di Marcello è la storia di tante persone della stessa età che in questo periodo storico sono spiazzate, disorientate, senza energie e senza una direzione. Potremmo definirla la sindrome del Laureato.

E se avete visto il film sapete di cosa sto parlando, Benjamin è fresco di laurea appunto e tornato a casa improvvisamente sente che tutto ciò che lo ha portato fino a lì è privo di significato e che in realtà lui una direzione non l’ha mai avuta, perché quello che credeva essere il suo obiettivo in realtà era solo un ingranaggio andato avanti per automatismi e di cui lui era un pezzo. E allora cosa fa il protagonista del film? Si ossessiona con qualcos’altro, o meglio con qualcun altro, per non pensare a se stesso. Marcello di Luca Tosi non è un personaggio differente dal Laureato, o almeno, è stato quello che mi ha ricordato il protagonista di questo romanzo.

Veniamo ora a Lei, la “ragazza senza prefazione”, definita così dal protagonista che non la comprende perché appunto non c’è la prefazione, come in quei libri che ne sono muniti e essa ti da gli strumenti per comprendere quanto ti stai apprestando a leggere. Ma in questo caso la ragazza in questione non ha una spiegazione allegata, o un libretto di istruzioni e Marcello ci si raccapezza. Intanto la cosa che colpisce di questa giovane donna sotto i trenta è che di lei possiamo salvare davvero poco, non è certamente un esempio di simpatia, anzi potremmo dire il contrario. Fin dal primo momento sembra fare le sue scelte totalmente a caso e tutto il tempo sembra vagamente annoiata, insomma a un certo punto le vuoi solo dare un pugno anche perché dirà cinque frasi in tutto.

Forse era proprio questa l’intenzione di Luca Tosi, far passare la ragazza senza prefazione e senza nome come un fantasma, un’entità semi sconosciuta e quindi darle troppa tridimensionalità le avrebbe dato un ruolo superiore a quello che le è stato affidato, ma in questo modo la personalità più ingombrante del narratore che per altro parla in prima persona tutto il tempo, come un flusso di coscienza, la mette decisamente in ombra e la rende una funzione che serve a spiegare la solitudine del personaggio.

Cosa condivide, dunque, Marcello con la ragazza in questione? In realtà poco e niente, un’avventura che dura il tempo di un battito di ciglia, ma sufficiente per lui per fermare il tempo. Ripeto, evidentemente, si sofferma su di lei per non affrontare i suoi veri fantasmi e tutto ruota intorno a una sola domanda, le scrivo o non le scrivo? Sono passati mesi dall’ultima volta che si sono visti e da allora nessuna comunicazione continuativa.

A fare da sfondo perfetto di questa storia quale luogo migliore della provincia italiana? Quell’Italia che non ha mai smesso di esistere malgrado il progredire della tecnologia e dell’evoluzione umana, quell’agglomerato di paesi in cui ci si conosce tutti per nome e ci si chiama ancora giù dal balcone. Questo è sicuramente un punto a favore del romanzo che è tutto italiano e, si sa, ai lettori italiani piace riconoscersi nei romanzi e ritrovare quegli elementi di conforto e di riconoscimento che sono tutti nostri.

In generale possiamo dire che si respira un tono leggero e mai veramente drammatico, malinconico ma certamente non doloroso e non vi è alcuna fatica nella lettura. Alcuni drammi d’amore sono sofferenza allo stato puro, nelle stesse pagine che li costituiscono ma non è questo il caso perché non si tratta, per altro di un dramma d’amore, piuttosto di un canto lirico sulla sospensione temporale dei 30 di oggi.

Di sicuro quello che lascia al termine della lettura, Ragazza senza prefazione è lo stesso senso di sospensione con cui si apre la storia e alla fine ci si domanda inevitabilmente: Che ne sarà di Marcello? Cosa resterà di questa generazione?