L’intervista alla direttrice artistica del Teatro Olimpico di Roma, Lucia Bocca Montefoschi

 di Andrea Cavazzini

Il Teatro Olimpico, il salotto buono che si affaccia sul Ponte della Musica a Roma, nella sua lunga storia ultratrentennale di direzione artistica curata da Lucia Bocca Montefoschi, ha sempre realizzato le sue stagioni con l’obiettivo preciso di coniugare qualità e leggerezza, più che mai dopo quasi un anno e mezzo di fermo totale,  grazie anche alla presenza di artisti apprezzati dal grande pubblico. Una scelta che continua a premiare il teatro di piazza Gentile da Fabriano, che ha presentato lo scorso 23 giugno il nuovo cartellone della stagione 2021/2022 e che vedrà quest’anno alcune importanti riconferme, qualche ritorno e  piacevoli novità.

Direttrice Montefoschi, usciamo da oltre un anno di pandemia che ha imposto il fermo forzato del comparto cultura e spettacolo che ha vissuto e sta ancora vivendo una crisi importante. Come vede il futuro?

Con grande fiducia. Ho fiducia nel vaccino. Non nego che a volte mi prende la paura di una nuova chiusura, ma sono certa che se tutti ci comporteremo bene e se tutti ci vaccineremo, le cose andranno molto meglio. Tutti i teatri, riaprendo, daranno il massimo in termini di garanzia per la sicurezza del pubblico.

Guardano la ripartenza del post pandemia come dovrà essere ripensato lo spettacolo dal vivo?

 Io non credo che vada ripensato. Sicuramente abbiamo avuto momenti di grande confusione, soprattutto durante il primo lockdown. Ma una cosa è certa: lo spettacolo dal vivo è un’altra storia. Andare a teatro e assistere ad uno spettacolo in presenza, è come fare un viaggio vero al posto di un viaggio virtuale. Il teatro non va ripensato in altri termini. Ma va aiutato, sicuramente.

In risposta al periodo di “sospensione”, moltissime realtà teatrali hanno elaborato delle proposte sui social. Qual è il suo giudizio su questa alternativa al teatro, alla quale il  teatro Olimpico non ha aderito.

Non vorrei ripetermi. Ma il teatro va vissuto dal vivo. È un’ esperienza che si vive direttamente tra pubblico e palcoscenico.

Quali sono i punti di forza della programmazione del Teatro Olimpico per il prossimo anno e mi sembra che da parte vostra si confermi la scelta di offrire al pubblico discipline diverse tra teatro, danza, musica e cultura. Una scelta ragionata?

É una scelta che da sempre facciamo. Il nostro teatro è grande e per questo dobbiamo inserire in cartellone un programma ampio che possa piacere a tutti. Ovvio, al primo posto c’è l’eccellenza.

La scelta di questa stagione è legata al concetto di leggerezza. Vogliamo avvicinare le persone alla gioia di trascorrere una serata a teatro. La leggerezza, quindi, è il comune denominatore di tutti gli spettacoli della stagione, che si tratti di danza, musica, one-man show. L’altro comune denominatore è l’eccellenza. Tante cose diverse, quindi, ma con un solo obiettivo: divertire e stupire.

Guardando al cartellone ci sono sicuramente piacevoli conferme ma anche qualche novità ce ne vuole parlare?

Le novità sono diverse. Uccio De Santis, Francesca Reggiani, Parsons Dancesono tutti artisti che non hanno mai calcato le tavole del Teatro Olimpico. I ritorni di alcuni attori sono per noi importantissimi come Maurizio Battista, Antonello Costa,  Sonics, Supermagic, Lillo & Greg, Vittorio Sgarbi e Vincenzo Salemme che torna da noi dopo tanti anni.

Mi rende particolarmente orgogliosa la decisione dell’Accademia Filarmonica Romana nell’aver scelto il Teatro Olimpico per festeggiare il bicentenario della sua nascita. Ci saranno grandissimi spettacoli e aspettiamo come sempre il nostro pubblico. Sono nomi di grande spessore che ci rendono orgogliosi delle scelte fatte. Vi aspettiamo!