Applausi a scena aperta al Teatro Vittoria a Roma per la Turandò, in cartellone fino al 16 febbraio, in tournée in tutta Italia. In scena Petra Magoni, voce straordinaria di una cantante, attrice veramente eccezionale; tanto cinema, tanta televisione, tanti dischi, e ora uno spettacolo elettrizzante che prende spunto dalla celebre opera di Puccini eliminando la “t”, per un viaggio emozionante e coinvolgente. Un testo e un sound pieno di pungente ironia sulla Cina e sul mondo insieme a Ferruccio Spinetti contrabbassista di grande talento, già Avion Travel. La regia è firmata da Marta Della Via. Ma com’è questa Turandò? Lo abbiamo chiesto a lei, Petra Magoni, da questa settimana anche in televisione su Rai 3 nell’attesissimo show di Filippo Timi “Schianto”.
D. Questo spettacolo come nasce?
R. Per questo spettacolo la drammaturga e regista Marta Dalla Via si è ispirata alla commedia di Carlo Gozzi, la storia parte da lì, poi c’è anche qualcosa di Puccini. E’ una storia, una fiaba che è stata raccontata anche da Brecht, Schiller e Busoni. Facciamo come nella musica con le cover: ci siamo divertiti a raccontarlo a modo nostro. La sfida vera è che per la prima volta io e Ferruccio siamo anche attori sul palco, -che non c’era mai successo- e quindi una scommessa di cui ancora non abbiamo la percezione. Però la cosa importante che ha saputo creare Marta Dalla Via è rispettare intanto le nostre dinamiche che sono quelle presenti nei nostri concerti. Una dinamica da Stanlio e Ollio o da Sandra e Raimondo e anche questo fatto che si parla di Cina – guarda cosa sta succedendo adesso in questo preciso momento – è incredibile; però è anche vero che coronavirus è il virus delle principesse. E Turandò è una principessa. E poi si ride, si ride tanto, ci sono un sacco di battute, si scherza, ma a un certo punto ci sono necessariamente dei momenti dove arriva una critica, una denuncia, anche verso un certo tipo di regime.
D. A proposito di passato e di musica lei ha partecipato a due edizioni del Festival di Sanremo.
R. Sì, molto tempo fa, nel ’96 e nel ’97.
D. Come è andata?
R. Bene, mi sono molto divertita e adesso vivo di musica.
D. Non ci sono dubbi, ma quel palcoscenico secondo Lei, ha un suo valore nel futuro di un’artista?
R. Sicuramente. Anche Ferruccio Spinetti, mio partner in “Musica Nuda”, ha partecipato due volte e ha pure vinto Sanremo con gli Avion Travel nel 2000. E’ un palcoscenico importante. Purtroppo la musica, quella vera, quella del “lavoro” sta da un’altra parte; poi non è detto che tanti di quegli artisti che calcano il palco del Festival sono artisti che fanno musica nella vita. Per esempio anche Diodato. Qualche anno fa, sono stata a un suo concerto bellissimo e avevo scritto anche un post su Facebook dove dicevo che la musica italiana gode di ottima salute. Questo ragazzo qualche anno fa aveva aperto i nostri concerti di “Musica Nuda” e sono stata contenta di averlo visto trionfare. Però quello che mi piace raccontare è che non c’è un solo percorso, così come nella vita anche nella musica, non c’è un solo modo di fare le cose. Mi piace se posso trasmettere un messaggio: che si può vivere di quello che si ama fare, facendo il proprio percorso. Per esempio il duo contrabbasso e voce è un progetto su cui nessuno avrebbe scommesso all’inizio e invece sono 17 anni che suoniamo insieme in tutto il mondo.
D. Ci sono musicisti e musicisti, artisti che amano la musica come Lei e soprattutto la intendono come Lei. Mi viene in mente la polemica su Morgan, che sta avendo un suo epilogo positivo per fortuna, ma che mette in risalto soprattutto il fatto che Morgan è un musicista, in quel contesto di Sanremo di cui dicevamo prima.
R. Voglio molto bene a Marco e lo stimo moltissimo come artista, abbiamo anche collaborato in più occasioni. Sinceramente non ho seguito il Festival perché avevamo spettacoli tutte le sere. Ho visto quello che è successo, mi hanno detto che avrà avuto i suoi motivi per fare quello che ha fatto, ma mi chiedo anche se il rispetto per il pubblico dovrebbe imporre di mettere da parte quello che succede dietro le quint; e il pubblico dovrebbe meritarsi altro. E in ogni caso è una vicenda che non ho seguito, sulla quale non posso pronunciarmi, ripeto: è un musicista straordinario, un genio della musica e gli auguro il meglio.
D. In questa nostra Italia, che sta cercando delle nuove strade a livello cinematografico, che ha smarrito un certo tipo di qualità a livello televisivo, ma ci sta provando, si cerca sempre di più l’artisticità pura, invece abbiamo dei grandi artisti. Lei che è un’artista che ha girato tutto il mondo, che idea si è fatta del nostro pubblico, di questo nostro Paese?
R. Non si può generalizzare ovviamente. Non si può dire il pubblico è cosi; il pubblico è fatto di tante persone e le persone sono fortunatamente tutte diverse. Per quanto riguarda la televisione, è un mondo che mi mette a disagio, non la so fare, non mi ci trovo bene e non mi interessa nemmeno. Però devo dire che proprio giovedì 13 febbraio –e quello successivo– sarò su RAI3 in prima serata con Filippo Timi – che è un genio!– in questo suo spettacolo che si chiama “Schianto”. Lui è un mio grande fan, mi ha voluta a tutti i costi. Nella prima puntata farò un solo pezzo, mentre nella seconda ne farò sette/otto. Sarò sempre in scena, con questa sua visionarietà: devo cantare un pezzo, in cima a una scala di sei metri. Tutta una serie di cose molto, molto particolari e in questo senso la televisione mi piace farla, perché con Filippo. E’ stato un momento di grande creatività.
D. Abbiamo preso nota di questo appuntamento che non mancheremo di vedere. E come me immagino tantissime persone che ci seguono. A me non resta che augurarLe un gigantesco, immenso “in bocca in lupo” per lo spettacolo che rimarrà in scena al Teatro Vittoria fino a domenica 16 febbraio e soprattutto per la sua carriera, che credo sia soltanto all’inizio.
R. Crepi il lupo intanto! E poi anche io credo che sia solo all’inizio. Anche perché ho ancora un sacco di cose da fare. E chi dice che si affida solo all’anagrafe, non ha capito niente…..