Mercoledì 17 maggio 2023 presso la Biblioteca Casanatense è stato presentato il nuovo libro della matematica Elisabetta Strickland dal titolo Le madri di idee: le donne scienziate e il Premio Nobel per i tipi di Nemapress Edizioni.
Nella grande sala della Biblioteca Casanatense, di recente restaurata, abbiamo assistito alla presentazione del nuovo libro della matematica Elisabetta Strickland. Ad aprire l’incontro è stata la Direttrice della Biblioteca Cristina Aresti.
In dialogo con l’autrice sono intervenute la Vice-Presidente dell’ANVUR Alessandra Celletti, la Direttrice della collana editoriale “Il Sextante Casanatense” Lucia Marchi, Francesca Brezzi dell’Osservatorio Interuniversitario di Genere e la Presidente CUG Ministero della Cultura Maria Concetta Cassata.
Il libo Le madri di idee: le donne scienziate e il Premio Nobel è uno studio che affronta il divario di genere nelle discipline scientifiche: nonostante il grande contributo delle donne – infatti – a vincere il Premio Nobel sono state solo sessantuno ricercatrici. Per dare una misura della sproporzione basti pensare che, al 2022, i vincitori dell’ambito premio sono stati in totale quasi novecento.
Nel libro sono presentate le vite di queste poche vincitrici del Nobel. Dalla presentazione è emerso, nel dialogo con le relatrici, un mosaico di biografie tutte interessanti e diverse tra loro.
Vedendoci presentate queste biografie abbiamo osservato come il Nobel sia stato vinto da donne provenienti da diversi ceti sociali e da varie parti del mondo. Molte di queste donne hanno in comune l’aver studiato in Europa e soprattutto negli Stati Uniti.
Ma l’eccezione a questa dinamica è stata la farmacista cinese Tu Youyou di cui ci è stata presentata la vita. Tu Youyou infatti, non è mai uscita dalla Cina (tranne per ritirare il Nobel); in effetti si può dire che l’abbia praticamente girata tutta, incaricata dalla Repubblica Popolare Cinese di Mao Zedong di trovare una cura significativa per salvare dalla malaria il Vietnam del Nord.
Tu Youyou ha così studiato la medicina tradizionale cinese arrivando ad estrarre dall’artemisia annuale un principio attivo utile alla lotta contro la malaria. È stata questa scoperta, tenuta segreta per molto tempo per cause politiche, a farle meritare il Nobel nel 2015.
L’indagine di Elisabetta Strickland ha così da una parte fatto conoscere le vite di queste vincitrici, attraverso la spiegazione delle loro ricerche e della loro carriere. Ma dall’altra ha inteso “smitizzarle”, ovvero rimuovere quella cornice mitica e a tratti retorica delle “vite illustri”.
Infatti molte delle vincitrici del Nobel sono oggi soprattutto anche delle donne imprenditrici, capaci di affiancare alla ricerca la fondazione e lo sviluppo di startup in grado di diffondere i brevetti nati proprio dalle loro ricerche.
Oltre a questo, molte di loro sono anche madri, musiciste e atlete. Insomma, apparentemente come possiamo essere tutti noi.
Ma allora da dove nasce lo “straordinario” in queste donne? Cosa le ha portate a vincere l’ambito premio? Ma soprattutto, perché così poche donne lo vincono?
Queste solo state le domande al centro del lungo dibattito seguito con attenzione dal pubblico presente. Ne è nata una profonda riflessione sulla società di oggi, immaginando un futuro migliore che possa offrire, finalmente, anche alle donne un ruolo da protagoniste.