Il TEATRO DELL’OPERA DI ROMA PRESENTA “IL LAGO DEI CIGNI” AL CIRCO MASSIMO: LA RECENSIONE.

 di Ilaria Sambucci

 

Il Teatro dell’Opera di Roma ha inaugurato la stagione estiva riportando l’arte nella suggestiva cornice del Circo Massimo. Proprio qui, la sera di venerdì 2 luglio, si è tenuta l’ultima rappresentazione del balletto Il lago dei cigni con le coreografie di Benjamin Pech da Marius Petipa e Lev Ivanov.  Ha diretto l’orchestra il Maestro Andriy Yurkevych che ha accompagnato Étoiles, primi ballerini, solisti e corpo di ballo sulle sublimi musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

Questo magico “lago” a cielo aperto sulla Capitale è stato impreziosito dalle scene di Aldo Buti che si sono amalgamate perfettamente con le sorprendenti immagini e animazioni digitali a cura di Ignasi Monreal e con le luci di Vinicio Cheli. Le diverse esecuzioni a canone hanno reso dinamici e coinvolgenti i disegni coreografici proposti da Pech. Ciliegina sulla torta i costumi con i quali Aldo Buti ha fatto letteralmente splendere tutto il corpo di ballo.

“La scelta de Il lago dei cigni per questa riapertura è coraggiosa in quanto questo balletto di repertorio classico richiede una compagnia in massima forma”.

Queste le parole della direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, Eleonora Abbagnato. Ottima invece è stata la risposta degli artisti che in questo spettacolo hanno saputo mostrare tutta la loro grande preparazione. Un’entusiasmante ripartenza quindi, carica di entusiasmo e gioia di calcare nuovamente il palcoscenico.

Il balletto diviso in prologo, due atti e quattro scene ha trasportato il pubblico in una delle storie più travolgenti del repertorio classico, nella rilettura coreografica di Benjamin Pech. Protagonista assoluta del balletto è la principessa Odette, costretta a vivere le ore del giorno sotto le sembianze di un cigno a causa di un sortilegio lanciato da una strana creatura metà uomo e metà uccello. Questo maleficio può essere annullato solo da un giuramento d’amore.

Una sera il principe Siegfried, dopo aver tenuto una festa nel suo palazzo in occasione del suo 18esimo compleanno, decide di fare una battuta di caccia nella foresta insieme al suo fidato amico Benno. Nella foresta il principe incontra la fanciulla di nome Odette della quale si innamora perdutamente. La giovane donna-cigno racconta al principe Siegfried del sortilegio di cui è stata vittima e lui le promette di salvarla dalla maledizione.

Al rientro nel suo palazzo, il principe, viene raggiunto all’improvviso da Benno, accompagnato da una donna misteriosa (Odile), che ha assunto le sembianze di Odette. Siegfried convinto di trovarsi al cospetto della sua amata, le giura amore eterno. Successivamente Il principe, caduto nella trappola di Benno, si reca al lago  alla ricerca di Odette,  che delusa  e affranta dal dolore cerca di evitarlo.

Poco dopo li raggiunge Benno intento a provocare il principe con la balestra, ma Siegfried accecato dalla rabbia se ne impossessa tentando di colpirlo ma l’uomo schiva il colpo che intercetta e trafigge invece la principessa Odette. L’opera si conclude con la struggente morte del cigno accompagnata, di riflesso, dalla disperazione del principe Siegfried.

Nel doppio ruolo di Odette/Odile la splendida Étoile Rebecca Bianchi che ancora una volta ha dato modo di mostrare la sua eleganza oltre che la sua grande precisione tecnica e versatilità, interpretando brillantemente sia il ruolo del cigno bianco sia il suo alter ego. Il ballerino solista Michele Satriano ha invece interpretato il personaggio del Principe Siegfried con maestosità, notevoli le sue abilità di porter. Nei pas de deux è stata apprezzata una sintonia tecnica ed espressiva notevole tra i due protagonisti capace di incantare lo spettatore. Infine nei panni di Benno abbiamo potuto apprezzare il temperamento del danzatore Walter Maimone .

Nonostante qualche piccola défaillance il corpo di ballo ha svolto una buona performance.  Tra i performer sono spiccati nel primo atto Simone Agrò e il ballerino solista Giacomo Castellana per tecnica, musicalità e interpretazione. Con questa rappresentazione il Teatro dell’Opera di Roma è riuscito ancora una volta a mettere d’accordo pubblico e critica portando in scena uno spettacolo che risulta nel suo complesso molto ben riuscito.