Il cinema di Nolan dal primo all’ultimo


Oggi uscirà al cinema Oppenheimer di Christopher Nolan, film che con tutta probabilità sarà il film dell’anno, sicuramente il più atteso a pari merito con Barbie (nonostante due campagne di promozione praticamente opposte e soprattutto il film di Greta Gerwig con Margot Robbie e Ryan Gosling è un argomento molto più attenzionato dalla massa) 

In virtù di questo, è necessario fare un breve recap dell’altrettanto breve filmografia di Nolan. Da Following a Tenet, passando per Interstellar, Batman, Inception e altri, ripercorriamo le tappe della sua filmografia.

A partire da Following si evidenziano le sue peculiarità stilistiche come la gestione del tempo, la psicologia perversa dei personaggi e l’intreccio di trama intricato. Con il suo unico film del secolo scorso, Christopher Nolan già pone le basi per il suo futuro. Per questo film si possono utilizzare le categorie tarantiniane dell’influenza di un film su un altro.

Cobb, coprotagonista di Following è un ladro. Ricordate chi è Cobb? Quel Leonardo Di Caprio, protagonista di Inception che, di fatto, plagia le menti come il Cobb di Following. Il coprotagonista Jeremy Theobald (tra le altre cose fa un cameo in Batman Begins e Tenet) è un appassionato di Batman, tanto da avere una targa in casa con il famoso simbolo stilizzato del pipistrello. Coincidenze? Io non credo.

Le prime impressioni di Following mostrano un nuovo originale modo di trattare la materia filmica. Ma Memento sarà il vero salto nel 2000. Un thriller costruito temporalmente al contrario, con differenziazione cromatica in bianco e nero e a colori a seconda della contemporaneità o del passato. Ne viene fuori un film geniale, in cui l’originalità del tempo del racconto è il vero capolavoro, coadiuvato dal fratello Jonathan. 

Due anni dopo il grande successo di memento dirige due mostri sacri come Al Pacino e Robin Williams in Insomnia. Un thriller che tiene svegli sia il pubblico sia Al Pacino, pieno di contraddizioni, alter ego e scambi di colpe e responsabilità. La realtà è sempre più complessa di come sembra. 

Nel 2005 poi si apre l’unica (per ora) saga marchiata a fuoco Nolan. I suoi tre Batman saranno la più importante resa filmica della storia di un supereroe mai registrata. Non solo. Il Cavaliere Oscuro (la cui ambiguità è già dal titolo evidente) mostra tutte le contraddizioni dell’uomo ancor prima che del superuomo. L’unico supereroe di cui si poteva occupare era il più umano possibile, quello con più traumi, con la difficile conciliazione tra il ricchissimo Bruce Wayne e il suo alter ego Batman.

In mezzo tra i Batman (perché non ha mai ragionato commercialmente come “ora ho da fare la trilogia e non faccio altro” perchè sarebbe una costrizione alla costruzione di un film) c’è il suo manifesto filmico: The Prestige. È il suo modo di agire, l’illusionismo. L’intera produzione di Christopher Nolan parla con lo spettatore. Questa scelta del tema è un modo di comunicare il suo modus operandi. Come a dire: “Quello che vedete sono io, ma potrei anche non esserlo”. 

E poi c’è il colpo di coda. Inception è un film senza precedenti, che tratta il tema del sogno in maniera mai vista in uno spy movie con Leonardo Di Caprio. Matrioske di sogni, innesti di idee, sogni condivisi e irruzioni nelle vulnerabili menti altrui. Tutto condensato dal monito di fondo, quanto mai attuale (aspetto tipico e sottovalutato del regista britannico), della potenza dell’installazione di idee che generano mostri perchè durante il sonno della ragione i più capaci possono farvi credere ciò che vogliono. 

A molti sembrava già si fosse raggiunta la vetta del cinema nolaniano ma se The Prestige ci ha insegnato qualcosa sul regista britannico, è che non è spesso come sembra. Ecco perché dopo Inception c’è Interstellar, uno dei più grandi film del 21esimo secolo. Sintesi della gestione temporale, del tema d’amore, della scienza fantareale, della scrittura dei dialoghi e di un’ estetica delle immagini che solo Wes Anderson puó tenere. 

Ed ecco che poi l’altra grande passione di Nolan, la Storia, emerge per la prima volta con Dunkirk. Trattasi del film fondamentale per la comprensione di Oppenheimer ma comunque non uno dei suoi migliori (se non da un punto di vista meramente estetico, perchè parliamo di arte a tutti gli effetti). Attenzione al vincolo che crea la storia, che permette difficilmente di muoversi come Nolan ha dimostrato di volere e sapere fare. 

Tenet è l’apoteosi. Mai film fu più artificio d’ingegno di questo. Alla vista disturba per quanto denso, ma la critica lo ha massacrato. Ai posteri l’ardua sentenza ma sono convinto che una rivalutazione sia necessaria in quanto il solo monito d’attualità lo fa rientrare in quei film aventi valore di civiltà tanto quanto un neorealista italiano lo è per gli anni ‘60

Cinema & TV
Elena Salvati

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