adelaide ristori

I costumi di Adelaide Ristori in mostra a Genova

È dedicata all’attrice italiana più famosa e influente dell’Ottocento la mostra “I costumi di Adelaide Ristori – Teatro e alta moda”, visitabile fino al 22 gennaio 2023 presso il Palazzo Nicolosio Lomellino di Genova. La mostra – organizzata dal Museo Biblioteca dell’Attore – fa parte dell’ampio calendario del progetto “Adelaide: 200 anni sulla scena”.

Acclamata dal pubblico e lodata dai suoi contemporanei per il suo patriottismo risorgimentale, Adelaide Ristori è stata la prima vera diva del teatro italiano.

Protagonisti dell’esposizione sono dodici costumi di scena affiancati da materiali d’archivio, quali lettere, locandine e manifesti, bozzetti e fotografie (del Fondo Adelaide Ristori), che riprendono vita e teatralità nelle suggestive stanze di Palazzo Lomellino.

Fra i costumi espostivi vi è quello di Medea (di Ernest Legouvé,1856) progettato insieme al pittore Ary Scheffer, una veste “all’antica” che – com’è testimoniato – rese riconoscibile sin dal primo ingresso in scena l’eroina al pubblico parigino che assistette alla rappresentazione. Insieme a questo sono esposte le vesti dei suoi personaggi più celebri come Cassandra(1859) che mostra un attento studio filologico, Giuditta (1857) testimone di una tradizione orientale, Maria Stuarda(1855), reinterpretato cromaticamente per scelta dell’attrice, Lucrezia Borgia (1873) dall’altissima sontuosità e simbolo di grande lusso e Francesca da Rimini (1855), quest’ultimo quasi scultoreo, rappresentante l’anima e il dramma della protagonista.

Adelaide Ristori non mancò di omaggiare Shakespeare nelle sue messinscene: esposto è infatti ,insieme ai gioielli , il costume dell’iconica Lady Macbeth ,magnifico esempio del celebre “mantello Ristori”.

Attenzione a parte è riservata nelle sale espositive a due personaggi iconici di Adelaide Ristori: Maria Antonietta ed Elisabetta, Regina d’Inghilterra.

Maria Antonietta è il perfetto «esempio della lucidità con cui Adelaide forgia una galleria ideale di donne regali, tragiche, universali, facili oggetto di identificazione in chiave patetica per un pubblico mondiale» (dal catalogo della mostra).

Quelli per Maria Antonietta (di Paolo Giacometti, 1867) sono abiti che mostrano un personaggio dalla grande cura estetica e dalle molte sfaccettature, che passa da una linea essenziale a ricami da grande regina.

I costumi di Elisabetta, Regina d’Inghilterra (di  Paolo Giacometti, 1858) sono meravigliosi esempi dell’alta sartoria a cui si rivolgeva Ristori. Eleganza, imponenza, maestosità sono gli elementi caratteristici di questi abiti, che in scena furono completati da tre parrucche differenti arricchite da diademi o diamanti e pietre preziose.

La scelta di dedicare una mostra esclusivamente ai suoi costumi è dettata dal fatto che alla Ristori si deve il cambiamento di ottica riguardo il costume di scena, che da accessorio diventa uno strumento indispensabile per la riuscita della messinscena. Ristori fu di fatto la prima la prima attrice italiana a prestare grande attenzione all’abito di scena donando a esso un’estetica coerente, differenziandosi dall’uso dell’epoca di riutilizzare sempre gli stessi abiti applicando solo piccole modifiche. Era anche grazie allo studio e alla progettazione del costume che la grande attrice riusciva a entrare nella parte e nel personaggio.

Al successo di queste scelte stiliste di Adelaide Ristori contribuì Charles Frederick Worth, primo stilista a introdurre le strategie del futuro fashion system. L’attrice fu pioniera nel saldare il mondo del teatro con la nascita dell’haute couture.

All’interno del percorso espositivo viene anche mostrato come dietro ogni costume vi fosse un’accurata progettazione e un disegno studiato da artisti e pittori, unito al lavoro di grandi sartorie.

Questo particolare percorso è un ottimo modo per comprendere come il teatro e il costume, in questo caso, fossero e sono tutt’ora testimoni della loro epoca ,come protagonisti attivi svolgendo un ruolo decisivo nella società e nella politica.

La mostra, a cura di Livia Cavaglieri, Danila Parodi e Gian Domenico Ricaldone, con il coordinamento di Paola Lunardini, è stata organizzata dal Museo Biblioteca dell’Attore con la collaborazione dell’Associazione Palazzo Lomellino, il contributo di Regione Liguria, Camera di Commercio di Genova, Esselunga e Fondazione CARIGE.